A Trapani la droga non si nasconde più. Nella frazione di XItta, una pipa rudimentale per fumare crack, ricavata da una bottiglia di plastica, è stata trovata in strada, appoggiata al muro di un’abitazione. Dentro ancora acqua limpida; sul tappo, stagnola bruciata; sul collo, un tubicino usato come bocchino. «Sembrava solo spazzatura», raccontano i residenti. Poi la ricerca online, il confronto con altre immagini, e il gelo: era una pipa usata da pochissimo.
Il punto non è solo cosa sia stato trovato, ma dove. Non in un vicolo isolato, non dietro una siepe, ma in una strada abitata, illuminata, frequentata ogni giorno da famiglie, anziani e bambini. «Non si nascondono neanche più», dicono i residenti, spaventati dalla normalità con cui quell’oggetto è stato lasciato in vista.
La segnalazione è arrivata ai consiglieri Angela Grignani e Francesco Briale, che hanno presentato un esposto ai Carabinieri. Xitta, del resto, non è nuova a episodi legati allo spaccio: a marzo 2025 i militari avevano smantellato una vera piazza di spaccio, con tre arresti e sei obblighi di dimora, documentando consegne a domicilio e la presenza di cocaina rosa. Un’inchiesta partita dopo una serie di auto incendiate.
Proprio per questo il ritrovamento della pipa assume un valore più grave. «A Xitta è stata trovata una bottiglia usata per fumare crack. È un’immagine che colpisce e preoccupa – spiegano i due consiglieri –. Abbiamo immediatamente informato le Autorità chiedendo più controlli, più pattuglie e un’attenzione speciale per le zone più esposte».
Poi l’appello, chiaro e diretto, rivolto alla cittadinanza: «Chiediamo a tutti i residenti di non voltarsi dall’altra parte. Segnalate, denunciate, non abbiate paura. La sicurezza è un bene comune e si costruisce solo insieme». E aggiungono: «Non è allarmismo: è realtà. Se vogliamo proteggerci, dobbiamo agire adesso».
Il contesto, del resto, parla da sé. Trapani è oggi la sesta città d’Italia per sequestri di crack, una cifra enorme per 80 mila abitanti. «Con cinque euro si compra una dose. È la droga dei poveri ma brucia la vita più velocemente di tutte», ha ricordato più volte il capo del Dipartimento di Salute Mentale, Gaetano Vivona. Le chiamate ai numeri di emergenza, da parte di genitori spaventati e adulti in crisi, sono quotidiane.
Intanto le scuole cercano di rispondere con la prevenzione. La dirigente Pina Mandina, con il progetto LaB_School e le comunità SAMAN, porta gli studenti dentro i centri terapeutici: «I ragazzi devono vedere cosa significa davvero affrontare una dipendenza». Cinquanta studenti hanno già partecipato a questa esperienza. Le strutture SAMAN di Marsala ed Erice sono entrambe al completo: 24 persone in accoglienza, 8 nel reinserimento. «Il fenomeno è ovunque – conferma la responsabile Marzia Lombardo –. Non riguarda un solo quartiere, ma tutta la provincia».
E a Xitta resta quella bottiglia bruciata, appoggiata al muro di un cortile. Piccola, sporca, ma capace di raccontare tutto: il crack non è più nascosto nei vicoli. È arrivato davanti alle case. E questa volta, davvero, non si può far finta di niente.