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06/12/2025 07:51:00

Il Ros ricorda il maresciallo Salvi, morto durante la caccia a Matteo Messina Denaro

Una cerimonia intensa, segnata dal ricordo e dal senso dello Stato, quella che si è svolta ieri nella nuova sede del Ros dei Carabinieri a Palermo, ricavata dall’ex ospedale militare. Militari, autorità e familiari si sono riuniti per rendere omaggio al maresciallo Filippo Salvi, originario di Aspra, morto il 12 luglio 2007 durante un’operazione di sorveglianza sul Monte Catalfano, nell’ambito della lunga caccia a Matteo Messina Denaro.

 

La madre davanti alla scultura commemorativa

Momento particolarmente toccante, quello in cui la madre del sottufficiale, Lorenzina Vitali, ha osservato l’opera realizzata dal ceramista Nicolò Giuliano: un altorilievo dedicato al figlio, nome in codice “Ram”, investigatore esperto di appena 36 anni. Salvi perse la vita precipitando da una parete rocciosa durante un servizio ad altissimo rischio.

Alla commemorazione erano presenti, tra gli altri, il prefetto di Palermo Massimo Mariani, il procuratore della Repubblica Maurizio De Lucia, il comandante interregionale “Culqualber” Claudio Domizi, il comandante della Legione Carabinieri Sicilia Ubaldo Del Monaco, e il comandante provinciale di Palermo Luciano Magrini.

 

 

“Un fratello che resta con noi”

Il comandante del Ros, generale Vincenzo Molinese, ha ricordato il legame profondo del reparto con Salvi: «In tanti nostri uffici c’è una sua foto. È il nostro modo di rivolgergli ogni giorno un pensiero affettuoso, come a un fratello». Molinese ha anche richiamato il 16 gennaio 2023, il giorno dell’arresto di Messina Denaro, quando molti militari del Ros dedicarono quel risultato proprio al maresciallo Salvi: un risultato che idealmente chiude un cerchio, aperto anche dal suo sacrificio.

Sulla stessa linea il generale Domizi, che ha parlato del dovere di custodire la memoria di “un servitore dello Stato che si è immolato per la legalità”.

 

L’altorilievo di Giuliano raffigura Salvi scolpito nella pietra lavica dell’Etna, simbolo di radici e forza. In un dettaglio nascosto, l’artista ha inserito la data dell’arresto del boss. Il colore verde utilizzato – “verde Lampedusa” – richiama la speranza, mentre lo sfondo è ispirato a un verso di Nadia Nencioni, la bambina vittima della strage dei Georgofili.

 

Il rinnovo dell’impegno

Nell’atrio della caserma, i “fratelli di Filippo” hanno infine rinnovato idealmente il loro giuramento alla legalità, promettendo di portare avanti quel lavoro silenzioso e caparbio che il maresciallo Salvi ha incarnato fino all’ultimo giorno.