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09/12/2025 19:19:00

Marsala, dopo la segnalazione dei genitori a Tp24 il Comune sblocca il bonus asilo nido

Ci è voluto un mese di segnalazioni, mail, telefonate e una denuncia pubblica arrivata a Tp24 da parte di un genitore esasperato. Ma alla fine, sul caso del bonus asilo nido bloccato da settembre a Marsala, l’Amministrazione comunale rompe il silenzio e annuncia lo sblocco dei contributi.

A comunicarlo è il segretario generale del Comune, Andrea Giacalone, che riferisce di un incontro con la dirigente INPS di Marsala, Antonella Tumbarello, dal quale sarebbe emerso ciò che le famiglie chiedevano da settimane: una spiegazione e una data di ripartenza.

 

Il Comune: “Gli asili sono tutti regolarmente autorizzati, l’INPS può riattivare i pagamenti”

 

Secondo la nota dell’Amministrazione, tutte le strutture private del territorio — cinque in totale — sono regolarmente autorizzate dall’Assessorato regionale all'Istruzione. Lo stesso vale per i tre asili comunali di Amabilina, Sappusi e contrada Sant’Anna.
La documentazione, assicura il Comune, era già stata trasmessa alla Regione e ora, dopo il confronto con l’INPS, l’erogazione dei bonus può riprendere.

Una comunicazione che arriva dopo settimane di incertezza, rimpalli e uffici che — come avevano raccontato i genitori a Tp24 — rispondevano con un identico ritornello: “Non è competenza nostra”.

 

La segnalazione a Tp24: quattro mesi senza contributi e nessun ufficio che si assumeva responsabilità

 

La vicenda era esplosa solo pochi giorni fa, quando Jacopo, genitore di un bambino iscritto a un nido privato, aveva raccontato a Tp24 una situazione comune a “centinaia di famiglie”: il bonus asilo nido era stato sospeso dal 1° settembre, e l’INPS aveva spiegato che mancava un riscontro formale dal Comune sui titoli abilitativi delle strutture.

Gli asili, da parte loro, avevano inviato la documentazione. Ma la pratica risultava “ferma”.
Tra pensionamenti non confermati, telefoni che non rispondevano e uffici che si dichiaravano non competenti, il risultato era un sostanziale corto circuito amministrativo.

Nel frattempo, le famiglie continuavano a pagare rette piene — dai 300 ai 500 euro al mese — senza ricevere un contributo spesso determinante per il bilancio domestico.

 

Cosa succede ora

 

Il chiarimento tra Comune e INPS, come annunciato oggi, dovrebbe sbloccare i pagamenti arretrati e consentire la regolare erogazione del bonus anche per i mesi successivi.

Resta un punto: il perché questa verifica da parte del Comune non sia avvenuta prima, evitando disagi a centinaia di famiglie per quattro mesi.
Nella nota dell’Amministrazione non c’è alcuna spiegazione sul ritardo, né su quali uffici fossero incaricati di trasmettere gli atti richiesti.

 

Il caso si chiude, almeno sul piano operativo, con la rassicurazione che il bonus sarà pagato.
Ma la vicenda solleva questioni più ampie: sulla comunicazione tra enti, sulla trasparenza delle procedure e sulla capacità di rispondere in tempi certi ai bisogni concreti dei cittadini.