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09/12/2025 12:54:00

Marsala, vietato sedersi in piazza. L'ordinanza del Sindaco Grillo

A Marsala l’allarme sicurezza continua a crescere, e la risposta dell’Amministrazione è arrivata ieri con un’ordinanza contingibile e urgente del sindaco Massimo Grillo. Un provvedimento che, nelle intenzioni, punta a “tutelare la vivibilità e il decoro urbano” in diverse aree della città. Nei fatti, però, introduce divieti molto ampi, tra cui uno destinato a far discutere — e già diventato oggetto di ironie in città: il divieto di sedersi in certe piazze se non su arredi “autorizzati”.

L’ordinanza n. 84, firmata l’8 dicembre e valida fino all’8 gennaio, vieta infatti di “sedersi o sdraiarsi su marciapiedi, sui gradini degli edifici, su aree non attrezzate” in un vasto perimetro del centro storico e non solo. Un passaggio che, tecnicamente, include anche molti anziani che ogni giorno fanno sosta nei luoghi tradizionali della socialità cittadina — come Piazza Matteotti, Piazza Mameli, Piazza del Popolo — e persino lungo via Fici.

Il paradosso, dicono alcuni residenti, è evidente: “Per dare sicurezza togliete le sedie, non il problema”.

 

Cosa vieta l’ordinanza

 

Secondo quanto stabilito dal provvedimento comunale, in vigore dal 8 dicembre all’8 gennaio, è vietato:

  • sostare o trattenersi in gruppi che impediscano il transito;
  • consumare bevande alcoliche fuori dagli spazi autorizzati;
  • sedersi o sdraiarsi su marciapiedi, gradini e aree considerate “non attrezzate”;
  • svolgere attività qualificate come “bivacco”, comprese attività ludiche che disturbano la quiete;
  • abbandonare rifiuti, imbrattare o danneggiare luoghi pubblici.

Il tutto riguarda alcune zone ad “alta criticità”, tra cui Strasatti, il centro storico entro le tre porte urbane, Piazza Matteotti, Piazza Mameli, Piazza del Popolo, via Fici, il parcheggio dello stadio e quello di via Anca Omodei 

 

Le sanzioni previste vanno da 25 a 500 euro, con possibilità di confisca degli oggetti utilizzati per violare il divieto e — nei casi più gravi — l’applicazione dell’art. 650 del codice penale.

 

La motivazione del Sindaco

 

Il sindaco Grillo, nel comunicato diffuso ieri, ha spiegato che il provvedimento serve a “garantire vivibilità, decoro e sicurezza”, in un mese — quello natalizio — in cui il centro storico registra maggiore affluenza e crescono le lamentele dei residenti su disturbi, bivacchi e microcriminalità.

“Si tratta di misure temporanee e straordinarie”, ribadisce l’Amministrazione, che ha già incontrato un gruppo di migranti che stazionano abitualmente in Piazza Matteotti, chiedendo “comportamenti adeguati”.

 

I punti critici: tra diritto, proporzionalità e buon senso

 

Se l’obiettivo dichiarato è la sicurezza, in tanti sollevano dubbi sulla portata del provvedimento. Le ordinanze anti-bivacco sono infatti uno strumento delicato e spesso contestato, soprattutto quando tendono a regolamentare in modo generico lo “stare” nello spazio pubblico, più che comportamenti realmente pericolosi.

Secondo numerosi precedenti della giurisprudenza amministrativa e costituzionale:

  • il potere contingibile e urgente del sindaco (art. 54 TUEL) può essere usato solo in presenza di urgenze reali, documentate e non gestibili con mezzi ordinari;
  • i divieti devono essere specifici, proporzionati e determinati, evitando formule troppo vaghe come “bivacco” o “schiamazzi”;
  • un’ordinanza non può creare limitazioni generali della libertà personale e di circolazione senza un fondamento legislativo chiaro.

L’atto marsalese, invece, estende il divieto anche a comportamenti quotidiani come sedersi su un gradino o riunirsi in piccoli gruppi, lasciando spazio a interpretazioni ampie e discrezionali.

 

Le critiche sociali: si colpiscono i sintomi, non le cause

 

Diversi cittadini, associazioni e osservatori segnalano che simili misure rischiano di:

  • stigmatizzare soggetti già vulnerabili (senza dimora, giovani, migranti);
  • governare l’insicurezza percepita più che quella reale;
  • spostare il problema da una piazza all’altra senza affrontarne le cause;
  • trasformare l’idea di “decoro” in una categoria morale più che amministrativa.

“La povertà non è un reato, e sedersi non è un comportamento pericoloso”, commenta un residente di via Fici. “Si punisce la presenza, non il comportamento”.

Il nodo, insomma, è sempre lo stesso: può una città affrontare microcriminalità, consumo di alcol e degrado urbano attraverso divieti temporanei e molto generici?

 

Cosa accadrà nelle prossime settimane

 

La Polizia Municipale e le Forze dell’Ordine sono incaricate dei controlli.

Nel frattempo resta l’immagine, assai commentata sui social, dell’anziano che non potrà più sedersi “a riposarsi un attimo” sul gradino di una piazza. È il limite di ordinanze nate per dare un segnale politico, ma che rischiano, ancora una volta, di confondere sicurezza e decoro con una gestione emergenziale dello spazio pubblico.

Marsala voleva più sicurezza. Quello che ha ottenuto, per ora, è un divieto di sedersi.