La tragedia di Corleone è una ferita aperta che attraversa la Sicilia e interroga tutti: istituzioni, famiglie, servizi sociali. Sabato mattina Lucia Pecoraro, 78 anni, ha ucciso la figlia disabile, Giuseppina Milone, 47 anni, e poi si è tolta la vita. Sul tavolo della cucina, un biglietto:
«Scusatemi, non ce la faccio più. Chiedo perdono a tutti, ma non so più come fare a tirare avanti».
Un gesto estremo, consumato nel silenzio di una casa dove la sofferenza era diventata quotidianità. E che riaccende, con brutale chiarezza, il tema del “dopo di noi”: cosa accade alle persone con disabilità quando i genitori invecchiano, e quando non ci saranno più? E cosa accade durante la loro vita, mentre il carico di cura diventa insostenibile?
Una vita di cura totale, e la solitudine finale
Lucia si prendeva cura della figlia da sempre. Nessuna struttura di supporto, nessun centro diurno, nessun sollievo programmato. Una realtà comune a migliaia di famiglie siciliane: caregiver anziani che accudiscono figli adulti con disabilità gravi, spesso in totale solitudine.
Le prime ricostruzioni indicano che la donna avrebbe strangolato la figlia utilizzando una corda e poi si sarebbe impiccata. Una dinamica terribile che non può essere letta come un gesto improvviso, ma come l’epilogo di un percorso di disperazione, paura del futuro, stanchezza fisica ed emotiva.
La politica: “La Regione non spende neanche i fondi che ha”
Sulla vicenda interviene Valentina Chinnici, deputata regionale del Partito Democratico:
«Questa tragedia ci dice che bisogna intervenire immediatamente per potenziare il sistema socio sanitario, fornire servizi adeguati e sostenere le famiglie delle persone più fragili garantendo la realizzazione dei progetti di vita, che con il Decreto Legislativo 62/2024 è diventato uno strumento vincolante, esigibile e concreto. Da anni denunciamo l'emergenza nell'assistenza a disabili e salute mentale, ma la Regione non spende neanche i fondi che ha già».
Chinnici punta il dito contro la mancata capacità di spesa:
«Non mancano solo i servizi, manca il personale, manca una rete capace di dare sollievo reale. Il vero scandalo è che abbiamo 41 milioni di euro della legge sul ‘Dopo di noi’ fermi perché i distretti non presentano progetti. Abbiamo fondi bloccati a Roma mentre i servizi si sgretolano. È una contraddizione inaccettabile».
E chiede un intervento immediato:
«Si convochi un tavolo urgente per sbloccare le risorse, avviare un piano straordinario di assunzioni e costruire finalmente una rete di prossimità. Di fronte a questa tragedia, l’inerzia delle istituzioni è una colpa».
Le famiglie: “Tacete, e ascoltate la nostra voce”
Durissimo anche l'intervento di Rosi Pennino, fondatrice di ParlAutismo:
«La comunità dei genitori di ParlAutismo si stringe al dolore di Corleone. Non possiamo che rivederci in tutto ciò che è accaduto, perché viviamo ogni giorno la stessa incertezza, la stessa paura del futuro. A chi non vive questa dimensione diciamo: tacete. Il dolore che prova un genitore che assiste un figlio con disabilità non può essere compreso da chi non lo vive».
Pennino chiede di superare lo slogan del “dopo di noi” per costruire un vero “durante di noi”:
«La legge non si è mai tradotta nella realtà. Va rivista, corretta. Le famiglie hanno bisogno adesso di sapere cosa ne sarà dei figli, di sostegno psicologico, di servizi che funzionano. Anche le risorse sull’autismo sono ferme, spese lentamente e senza una programmazione condivisa. Chiediamo silenzio da parte di chi non conosce questa condizione, e ascolto per la voce delle famiglie».
E a Marsala? Villa Damiani, il centro “Dopo di noi” mai nato
La tragedia di Corleone riporta al centro anche la situazione di Marsala, dove il progetto “Dopo di noi” è rimasto impantanato.
Nel febbraio 2023 il Comune annunciava, con grande enfasi, che Villa Damiani sarebbe diventata un centro per persone con grave limitazione dell’autonomia: 2 milioni e 350 mila euro di finanziamento regionale, gara d’appalto avviata, lavori programmati.
I lavori sono stati completati a ottobre 2023. Da allora, il nulla.
La struttura è rimasta inutilizzata, con il Comune costretto a pagare 25 mila euro di vigilanza. Una manifestazione di interesse aveva portato all’interlocuzione con l’IRIB del CNR di Messina, che aveva proposto un progetto di ricerca su autismo, tecnologie avanzate e riabilitazione.
La bocciatura del CNR: “La struttura non è sicura”
Dopo un sopralluogo, l’IRIB ha ritirato la propria disponibilità. In una nota ufficiale, il responsabile Gianni Pioggia ha elencato criticità pesantissime:
- edifici circostanti abbandonati usati come rifugi;
- recinzione insufficiente;
- scarsa illuminazione;
- totale mancanza di connettività per attività scientifiche.
Risultato: la struttura non è idonea all’uso.
La soluzione improvvisata: dentro la Confraternita per la processione del Giovedì Santo ... e i Bersaglieri
Nel febbraio 2025 la giunta Grillo affida temporaneamente Villa Damiani alla Confraternita di Sant’Anna, per preparare la processione pasquale. In cambio, custodia e manutenzione. Stessa cosa è stato fatto per il Raduno Nazionale dei Bersaglieri.
Un uso che nulla ha a che vedere con il progetto finanziato, e che apre interrogativi pesanti:
che fine ha fatto il centro per la disabilità? Perché la struttura non è stata resa sicura? Qual è il futuro del finanziamento regionale?
Il tutto mentre il Distretto socio-sanitario registra:
- 283 persone con disabilità gravissima,
- 703 con disabilità grave,
e famiglie che chiedono strutture abitative, percorsi protetti, soluzioni stabili.
Villa Damiani, invece, rischia di diventare l’ennesima opera pubblica abbandonata.
Una tragedia che chiede risposte, non cordoglio
La morte di Lucia e Giuseppina è un dolore che nessuna parola può lenire. Ma lascia un messaggio inequivocabile: la disabilità non può essere un fatto privato. La Sicilia non può continuare a contare sulle spalle dei caregiver, quasi tutti anziani, spesso poveri, quasi sempre soli.
I progetti di vita previsti dalla legge, i fondi stanziati ma non spesi, le strutture annunciate e mai attivate non sono dettagli amministrativi: sono ciò che può evitare – o non evitare – tragedie come questa.
Corleone ha mostrato il punto di rottura.
Marsala mostra il punto di non ritorno.
Il tema non è più “dopo di noi”, ma “prima che sia troppo tardi”.