Uccello raro ferito a Nubia, muore dopo il trasferimento al Centro recupero
Una storia di attenzione e responsabilità, ma anche di migrazione interrotta. Una Spatola (Platalea leucorodia), nata quest’anno in Ungheria, è stata soccorsa a Nubia grazie alla segnalazione immediata di Salvatore Culcasi, che l’ha trovata nel proprio cortile con una grave ferita alla zampa. Nonostante l’intervento tempestivo e le cure specialistiche, l’animale purtroppo non è sopravvissuto.
La Riserva Naturale Orientata delle Saline di Trapani e Paceco, gestita dal WWF Italia, ha voluto ringraziare pubblicamente il cittadino per la sensibilità dimostrata. Culcasi ha contattato subito il personale della Riserva consentendo il recupero dell’animale e la consegna alla Sala Radio del Corpo Forestale di Trapani per il trasferimento al Centro Regionale Recupero Fauna Selvatica di Ficuzza.
L’esemplare era inanellato e portava sulla zampa il codice J05J. Grazie ai dati di inanellamento è stato possibile ricostruirne la storia: era nato nel 2025 all’interno della popolazione centro-europea. Come molti giovani della stessa popolazione, avrebbe dovuto trascorrere l’inverno proprio alle Saline di Trapani e Paceco, dove numerosi individui trovano condizioni ideali di alimentazione e riposo. Molte giovani spatole, infatti, non proseguono fino in Tunisia e scelgono di svernare qui, restando fino alla maturità riproduttiva prima di tornare verso nord in primavera.
Il viaggio di questo giovane esemplare, però, si è tragicamente interrotto nel suo primo anno di vita. Non è possibile stabilire con certezza cosa sia accaduto, ma la ferita alla zampa lascia pensare che fosse in difficoltà già da diversi giorni.
Le Saline rappresentano uno dei più importanti siti di sosta e svernamento per la Spatola in tutto il Mediterraneo centrale. Oltre l’1 per cento dell’intera popolazione dell’Europa centrale transita o sverna regolarmente qui. È uno dei tre criteri fondamentali che hanno portato al riconoscimento dell’area come zona umida di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar. La maggior parte degli anelli letti nella Riserva appartiene proprio a individui nati in Ungheria.
Con i suoi habitat unici, la Riserva è un punto di riferimento per la specie ed è anche uno dei luoghi più suggestivi per birdwatching e fotografia naturalistica. Qui non è raro osservare oltre un centinaio di Spatole appollaiate sui mulini a vento o mentre si alimentano nelle vasche salanti, uno spettacolo che richiama appassionati da tutta Europa.
A ricordare l’importanza delle segnalazioni tempestive è la direttrice della Riserva Silvana Piacentino: «Nulla va dato per scontato. La ricchezza naturalistica delle Saline è un patrimonio prezioso e fragile, di cui tutti siamo responsabili». E ancora: «Quando si avvista un animale selvatico ferito o in difficoltà bisogna contattare subito gli enti competenti. Una segnalazione può salvare un animale e contribuire alla tutela di un’intera specie».
Ogni anno la Riserva, in collaborazione con il Corpo Forestale e il Centro Recupero di Ficuzza, effettua numerosi interventi di soccorso e liberazione di animali selvatici. Come nel caso del Fenicottero rosa recuperato tra i bagnanti con il supporto della Capitaneria di Porto durante l’estate a San Vito Lo Capo e poi rimesso in libertà proprio alle saline.
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