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11/12/2025 06:00:00

Salemi, quattordici mesi senza le Poste della zona Cappuccini

Sono trascorsi quattordici mesi da quando, una mattina, i cittadini trovarono sbarrate le porte dell’ufficio postale della zona Cappuccini di Salemi.

 

Nessun avviso, nessuna comunicazione, nessuna indicazione sulle ragioni della chiusura. Una sospensione improvvisa, che nel tempo è diventata una vera e propria interruzione strutturale di un servizio essenziale.

 

Il giorno successivo all’accaduto — come riportato nel nostro articolo ((https://www.tp24.it/2024/10/16/cittadinanza/salemi-che-succede-all-ufficio-postale-di-cappuccini-chiude-o-si-sposta/209892) il Sindaco ammise che l’Amministrazione fosse informata già da mesi dell’intenzione di Poste Italiane di sospendere il servizio. E aveva assicurato che la chiusura fosse soltanto “provvisoria”, e che erano in corso trattative per nuovi locali.

 

Una pausa breve, si disse, il tempo necessario per valutare interventi e soluzioni che avrebbero rapidamente riportato l’operatività degli uffici al servizio della zona di espansione, oggi la più popolosa della città. Giusto il tempo, si disse insistentemente, quasi ad auto convincersi.

 

Nel frattempo, manco a farlo apposta, alcuni lavori di ristrutturazione nella sede centrale di via Antonino Lo Presti hanno ulteriormente appesantito i disagi della cittadinanza. Gli utenti — soprattutto anziani e persone prive di mezzi propri — sono stati costretti a raggiungere la succursale di Ulmi, una frazione distante circa tre chilometri.


 

Il tutto, in queste nostre amene lande in cui la dimensione “tempo”, il termine “provvisorio” , assumono grandezze e significati diversi che altrove (solo alcuni esempi che ci riguardano da vicino: le fognature di Cuba e Passo Calcara, sempre annunciate e mai iniziate, la deviazione sulla strada nazionale Salemi-Marsala, la sistemazione della Strada Provinciale 29 in contrada Tafele tante volte annunciata,  le scale mobili di via Schillaci, rese mobili solo alla vigilia di eventi elettorali, la Fontana prospiciente la piazza Padre Pio abbandonata penosamente ai rifiuti , qualche parco giochi per bambini preda di erbacce e ferri arrugginiti ).

Coerentemente con l’andazzo di sempre, l’ufficio postale di Cappuccini è rimasto chiuso. E di tempi certi per la riapertura, almeno per il momento, non se ne intravedono.


 

L’opposizione, coerentemente con il proprio ruolo ( ma non si capisce perché non dovrebbe interessare anche i consiglieri di maggioranza), e’ tornata sulla questione ad iniziativa di Giusi Spagnolo, responsabile del gruppo consiliare di opposizione Scrusciu, che ha presentato una nuova interrogazione consiliare.

 

La consigliera dopo avere rilevato che:

  • l’ufficio postale destinato alla zona di espansione è chiuso da oltre un anno;
  • proprio in quell’area risiede oggi la maggior parte della popolazione salemitana;
  • il servizio postale è un servizio pubblico essenziale, fondamentale per anziani e persone con difficoltà di mobilità;
  • due precedenti interrogazioni non hanno portato a risposte chiare o tempistiche certe da parte dell’Amministrazione

ha posto al Sindaco alcune domande: 

se le voci — mai confermate — relative a un’eventuale apertura di un nuovo ufficio postale in via Mazara, corrispondano a verità o si tratta solo di chiacchiere. Quali azioni ha intrapreso l’Amministrazione per ottenere la riattivazione del servizio nella zona di espansione e se ritiene la sede di via Mazara davvero idonea, o, in caso contrario non reputa necessario sostenere una soluzione alternativa più funzionale.

Tale collocazione, in ogni caso, secondo la Spagnolo risulterebbe inadeguata perché priva di parcheggi, troppo vicina alla sede centrale e lontana dai residenti della zona di espansione.

 

In alternativa, come possibile sede del nuovo ufficio postale, il gruppo Scrusciu suggerisce di valutare gli spazi inutilizzati del Mercato Coperto. Tale scelta, continua la Spagnolo, sarebbe da prendere in seria considerazione, tenendo conto che l’edificio, già strutturalmente adeguato e collocato in posizione strategica, potrebbe essere messo a disposizione tramite specifici atti amministrativi, permettendo a Poste Italiane di attivare rapidamente un presidio moderno e funzionale.


 

Qualunque decisione verrà presa, una cosa è certa.  Dopo più di un anno di chiusura, una larghissima fetta della popolazione salemitana continua a fare i conti con un disservizio che incide profondamente sulla qualità della vita di ogni giorno. 

Non dobbiamo poi meravigliarci se un autorevole giornale nazionale nell’ultima classifica stilata sulla qualità della vita la nostra provincia e’ risultata essere impietosamente all’ultimissimo posto. E non è una condanna degli Dei!

Una domanda sorge spontanea a questo punto: quanto tempo dovrà ancora passare perché i cittadini possano avere una risposta certa. 

Ecco, la certezza. Da impenitenti epicureismi quali siamo, in questo caso ci auguriamo che si sbagliava, perché della certezza diceva che essa segue un percorso che parte dall'evidenza sensoriale. E le evidenze sensoriali ci dicono altro.

 

Franco Ciro Lo Re