Finanziaria regionale: fondi ai Comuni, tensioni in maggioranza e corsa agli emendamenti
Martedì all’Ars è stata incardinata la Finanziaria regionale, un testo corposo composto da 134 articoli. La giornata si è aperta con una riunione di maggioranza voluta dal presidente della Regione Renato Schifani per “serrare i ranghi” e tentare di blindare la manovra prima del passaggio in Aula. Una riunione necessaria, perché le tensioni interne non mancano: il nodo degli ex Pip e quello dei precari degli Enti locali continuano a dividere i partiti che sostengono il governo.
Sul tavolo c’è una copertura prevista di circa 20 milioni di euro, ritenuta da diversi esponenti di maggioranza insufficiente rispetto alle necessità reali del personale. E già nei giorni scorsi quaranta sindaci avevano incontrato il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, per segnalare le criticità legate ai precari degli Enti locali. Le pressioni sul governo arrivano da ogni fronte.
Dentro l’articolato, l’articolo 11 concentra uno dei pacchetti più significativi, “Interventi a favore degli enti locali”. Trentatré commi che definiscono un sistema complesso di riserve a valore sul fondo destinato ai Comuni. Accanto alla riconferma di misure già finanziate, arrivano nuove previsioni.
Tra queste, i 2,5 milioni di euro destinati ai Comuni con estensione superiore ai 250 chilometri quadrati, dotati di almeno una frazione e non capoluogo di provincia. Sono undici in totale, fra cui Mazara del Vallo per la provincia di Trapani. Gli altri sono Monreale, Piazza Armerina, Butera, Mazzarino, Gela, Caltagirone, Ramacca, Bronte, Noto e Modica. Le risorse serviranno a compensare le difficoltà amministrative legate alla gestione di territori particolarmente vasti.
Sempre nell’articolo 11 compare un fondo da 500 mila euro, previsto per il 2026, destinato ai Comuni che abbiano registrato un incremento demografico pari almeno al 3 per cento rispetto all’anno precedente. Un milione di euro, invece, andrà ai Comuni che hanno approvato il Pudm, il Piano di utilizzo del demanio marittimo. Viene inoltre finanziato con un milione e mezzo per il 2026 il sostegno ai Comuni sede degli uffici del Giudice di Pace. Un ulteriore intervento da 1,2 milioni di euro sarà riservato alle amministrazioni che possiedono la qualifica di “Città che legge”, mentre due milioni saranno destinati all’acquisto di mezzi e attrezzature per la gestione delle emergenze e delle calamità naturali.
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La manovra prevede poi risorse sparse su altri fronti. Due milioni di euro andranno alle attività commerciali, mentre un milione sarà destinato a progetti di contrasto al disagio sociale. Un altro milione finanzierà il centro convegnistico “Le Ciminiere” di Catania.
Altre norme riguardano l’Ufficio speciale per la gestione e liquidazione delle società partecipate regionali, il programma triennale di sviluppo turistico e l’applicazione delle regole sulla coesione 2021/2027, con l’obiettivo di evitare nuovi adeguamenti normativi alla vigilia dei prossimi programmi FESR e FSE.
Consistente anche il pacchetto agricolo: 10 milioni per indennizzare i danni della plasmopara viticola e 4 milioni per la mutualizzazione del rischio. Previsti inoltre fondi per allevamenti colpiti da Anaplasma bovis e Anaplasma centrale: per il 2026 è stanziata una spesa da 300 milioni di euro, destinata a rimborsare gli animali abbattuti o deceduti nei dodici mesi precedenti.
La tabella di marcia ora accelera. Il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per venerdì 12 dicembre alle 12. Una scadenza che apre di fatto la partita politica più delicata: quella che dirà se la maggioranza reggerà l’urto degli scontenti o se, come già accaduto con la manovra “quater”, i franchi tiratori torneranno a pesare sull’equilibrio del governo regionale.
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