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15/12/2025 17:55:00

 Bellan e Buffa condannati per concorso in bancarotta, assolti da falso in bilancio

 Per bancarotta fraudolenta in concorso (con due imprenditori loro clienti), il gup del Tribunale di Marsala Matteo Giacalone ha condannato, con rito abbreviato, i commercialisti Giulio Bellan e Pietro Buffa. 

Per Bellan la pena è stata a quattro anni e 4 mesi di carcere, esattamente quanto invocato dal pm Sara Varazi, mentre Buffa sono stati sentenziati quattro anni, pena più severa di quella chiesta dal pm (3 anni e 8 mesi). I due commercialisti sono stati, invece, assolti“per non aver commesso il fatto” dai due capi d’imputazione relativi al falso in bilancio. 

Per l’accusa, Bellan e Buffa avrebbero commesso i reati contestati in concorso con gli imprenditori Luigi e Giovanna Vinci, padre e figlia, operanti nel settore della produzione gelati, soci e contitolari delle stesse aziende (“Vinci srl” e “Vinci sicilian food”). Entrambi gli imprenditori hanno chiesto di patteggiare la pena. Per Luigi Vinci la pena concordata è di tre anni di carcere, mentre per la figlia di due anni. Le due condanne dovrebbero essere formalizzate in gennaio. A difendere Bellan è l’avvocato Giovanni Galfano, insieme all’avvocato Salvatore Luigi Sinatra che difende anche gli altri tre. I due legali hanno già annunciato che faranno appello per i due commercialisti, in quanto ritengono “ingiusta ogni forma di condanna”. Intanto, dovranno attendere le motivazioni della sentenza, che saranno depositate entro 90 giorni. Luigi Vinci è un imprenditore abbastanza conosciuto in città anche per essere stato, alcuni anni fa, presidente del Marsala Calcio (si è dimesso a fine novembre 2018). Le sue società finite nell’indagine sono state dichiarate fallite dal Tribunale di Marsala tra il 2015 e il 2018. Per gli investigatori, dalle casse delle due società sarebbero state “distratte”, prima delle dichiarazioni di fallimento, somme per complessivi 2 milioni e 190 mila euro circa. Le indagini sono state condotte dai militari della Compagnia della Guardia di finanza di Marsala, all’epoca comandata dal capitano Luigi Palma, e coordinate dal sostituto procuratore Antonella Trainito (attualmente pm alla Procura di Trapani). I reati individuati dalle Fiamme Gialle sono stati bancarotta fraudolenta patrimoniale, bancarotta fraudolenta documentale, bancarotta impropria e falso in bilancio. L’inchiesta è stata avviata nel 2019.