Per bancarotta fraudolenta in concorso (con due imprenditori loro clienti), il gup del Tribunale di Marsala Matteo Giacalone ha condannato, con rito abbreviato, i commercialisti Giulio Bellan e Pietro Buffa.
Per Bellan la pena è stata a quattro anni e 4 mesi di carcere, esattamente quanto invocato dal pm Sara Varazi, mentre Buffa sono stati sentenziati quattro anni, pena più severa di quella chiesta dal pm (3 anni e 8 mesi). I due commercialisti sono stati, invece, assolti“per non aver commesso il fatto” dai due capi d’imputazione relativi al falso in bilancio.
Per l’accusa, Bellan e Buffa avrebbero commesso i reati contestati in concorso con gli imprenditori Luigi e Giovanna Vinci, padre e figlia, operanti nel settore della produzione gelati, soci e contitolari delle stesse aziende (“Vinci srl” e “Vinci sicilian food”). Entrambi gli imprenditori hanno chiesto di patteggiare la pena. Per Luigi Vinci la pena concordata è di tre anni di carcere, mentre per la figlia di due anni. Le due condanne dovrebbero essere formalizzate in gennaio. A difendere Bellan è l’avvocato Giovanni Galfano, insieme all’avvocato Salvatore Luigi Sinatra che difende anche gli altri tre. I due legali hanno già annunciato che faranno appello per i due commercialisti, in quanto ritengono “ingiusta ogni forma di condanna”. Intanto, dovranno attendere le motivazioni della sentenza, che saranno depositate entro 90 giorni. Luigi Vinci è un imprenditore abbastanza conosciuto in città anche per essere stato, alcuni anni fa, presidente del Marsala Calcio (si è dimesso a fine novembre 2018). Le sue società finite nell’indagine sono state dichiarate fallite dal Tribunale di Marsala tra il 2015 e il 2018. Per gli investigatori, dalle casse delle due società sarebbero state “distratte”, prima delle dichiarazioni di fallimento, somme per complessivi 2 milioni e 190 mila euro circa. Le indagini sono state condotte dai militari della Compagnia della Guardia di finanza di Marsala, all’epoca comandata dal capitano Luigi Palma, e coordinate dal sostituto procuratore Antonella Trainito (attualmente pm alla Procura di Trapani). I reati individuati dalle Fiamme Gialle sono stati bancarotta fraudolenta patrimoniale, bancarotta fraudolenta documentale, bancarotta impropria e falso in bilancio. L’inchiesta è stata avviata nel 2019.