Dopo il diniego della registrazione della delibera Cipess da parte della Corte dei Conti, il governo decide di non lasciare bloccati i fondi destinati al Ponte sullo Stretto di Messina e procede al definanziamento della tranche di spesa prevista per il 2025, dirottando le risorse su altri capitoli.
I fondi, programmati tra il 2024 e il 2026, vengono spostati principalmente:
- nel pacchetto di aiuti della Zes unica;
- nel provvedimento sulla contribuzione complementare a sostegno di alcune misure di modifica già oggetto di discussione.
Dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti precisano che si tratta di un’operazione “puramente tecnica”:
«I cantieri non potranno partire nei prossimi mesi e dunque non è opportuno lasciare risorse bloccate».
Secondo il Mit, dunque, non cambierebbe la volontà politica di realizzare il Ponte, ma verrebbe semplicemente rinviato il finanziamento delle misure complementari.
L’opposizione: “È la fine del Ponte”
Di tutt’altro avviso le opposizioni, che parlano apertamente di affossamento definitivo del progetto. Durissima la posizione del Movimento 5 Stelle.
«Alla buon’ora il governo Meloni si è reso conto che il Paese ha bisogno di soldi per imprese e famiglie più che per i cantieri demagogici di Salvini», afferma in una nota la capogruppo M5s in Commissione Ambiente alla Camera, Daniela Morfino.
Secondo la parlamentare pentastellata, il definanziamento sancirebbe «il fallimento definitivo di un’opera con falle progettuali enormi e un iter approssimativo e delirante», accusando il ministro Salvini di aver «buttato un triennio dietro a sparate elettorali».
Morfino solleva inoltre interrogativi sulla sorte dei fondi di coesione sottratti a Sicilia e Calabria:
«Queste due regioni meritavano anni di prese in giro così colossali? La risposta è no. E Meloni è la principale responsabile di questa angheria politica».
La reazione del M5S in Sicilia
Ancora più netta la posizione del Movimento 5 Stelle all’Assemblea regionale siciliana.
«Apprendiamo che Roma starebbe definanziando parzialmente il ponte per finanziare la legge di stabilità nazionale. È il prologo della fine di una farsa messa in piedi solo a scopo elettorale», dichiara il capogruppo M5S all’Ars Antonio De Luca.
De Luca chiede di «mettere una volta per tutte la pietra tombale su questa messinscena» e di restituire alla Sicilia i fondi sottratti, chiamando in causa anche il presidente della Regione:
«Schifani non permetta che i soldi sottratti allo sviluppo dell’Isola vadano a finanziare le misure clientelari del governo Meloni. Sarebbe l’ennesima, intollerabile beffa ai siciliani».
Un progetto sempre più incerto
Al di là delle rassicurazioni del governo, il definanziamento e lo stop imposto dalla Corte dei Conti riaprono dubbi pesanti sul futuro dell’opera, mentre resta irrisolta la questione della destinazione finale delle risorse originariamente previste per Sicilia e Calabria. Una partita che, inevitabilmente, si sposta ora sul terreno politico.