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19/12/2025 06:00:00

Finanziaria all'Ars. Ancora scontri in maggioranza, tra franchi tiratori e voto segreto

Ieri è stato il terzo giorno di cammino in ARS per la Finanziaria regionale, un tonfo finora per i  134 articoli. Il voto segreto con i franchi tiratori sta facendo lo stesso scherzetto della manovra quater, questo significa che il governo ne uscirebbe a pezzi.  Ha tentato di ricucire il presidente dell’Aula, Gaetano Galvagno, che però riscontrato assenza di sintesi e quindi si continuerà con la votazione e l’approvazione della legge di Stabilità entro questa settimana.

 


Non sono mancati gli attriti tra FdI e gli alleati, il capogruppo meloniano,  Giorgio Assenza ha richiamato alla  responsabilità: “Fratelli d’Italia è presente in aula. Se gli altri guardano con sufficienza i lavori, le opposizioni fanno bene. Tutto ciò deve fare riflettere”. Ancora più duro il leader di Sud chiama Nord,  Cateno De Luca: “Schifani è stato azzoppato dai suoi principali assessori: Dagnino e Sammartino. Chiedo la sospensione di questi lavori truffa. Si è verificata la Caporetto che avevo preannunciato”. 
Si pensa ad una rapida dieta per la Finanziaria, alcune  norme finiranno in un ddl stralcio.

 

 

Le reazioni alle norme approvate
Per Nello Di Pasquale(PD) la domanda che riguarda i fondi per la Sanità è solo una: “Sicuri che i soldi per la sanità serviranno per curare i siciliani e non per alimentare un sistema marcio? La domanda sorge spontanea, alla luce delle intercettazioni e dei numerosi fatti di cronaca che coinvolgono la sanità in Sicilia”. 
La dichiarazione di Di Pasquale arriva dopo l’intervento dell’assessora Daniela Faraoni: “Si è limitato ad assicurare che non ci saranno più problemi e che tutto verrà risolto, ma noi faremo da sentinelle nei nostri territori e vigileremo affinché nessuno resti escluso e vengano forniti riscontri nei tempi dovuti. In caso contrario, chiederemo conto e ragione di ogni ritardo o omissione. E se le rassicurazioni fornite non dovessero trovare riscontro nei fatti, metteremo in campo ogni iniziativa necessaria, fino a forme di mobilitazione nei confronti delle Asp dei territori interessati. A noi – ha concluso il deputato del Pd – interessa solo che i cittadini siciliani possano curarsi”.


L’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato  nell’ambito della finanziaria, la norma che definisce il piano di investimenti per il settore forestale e la prevenzione degli incendi per il triennio 2026-2028. Lo stanziamento complessivo ammonta a oltre 873 milioni di euro. La norma conferma e potenzia le risorse per il settore: 291,2 milioni per il 2026, 291,3 per il 2027 e 290,3 per il 2028. Per il primo anno è inoltre previsto un incremento straordinario di 41,1 milioni di euro, destinato in particolare al rafforzamento del personale forestale e alle attività di prevenzione antincendio. Il provvedimento autorizza l’impiego aggiuntivo del personale per ulteriori 23 giornate lavorative nel 2026. Le risorse sono ripartite tra il Dipartimento regionale dello sviluppo rurale e territoriale e il Comando del Corpo forestale, cui competono la prevenzione incendi, gli interventi conservativi e la gestione del patrimonio boschivo. Per Stefano Pellegrino, capogruppo azzurro “Con questo articolo diamo stabilità e prospettive al settore chiave della gestione del nostro patrimonio forestale. I numeri parlano chiaro: risorse certe per tre anni e un potenziamento immediato delle squadre per la prevenzione degli incendi. È un passo concreto, che va nella direzione della tutela e valorizzazione del territorio e della sicurezza delle comunità, nel quadro degli strumenti messi in campo dal Governo e dal Presidente Schifani, con un’azione non solo emergenziale, ma di programmazione continua”. Hanno votato favorevolmente alla norma approvata  anche i Cinque Stelle: " Oggi il Corpo forestale conta appena 300 unità, di cui circa 150 andranno in pensione nei prossimi due anni. A fronte dei concorsi in atto, gli incrementi previsti sono insufficienti e gli avanzamenti dirigenziali attualmente previsti riguardano appena venti unità. Occorre comunque una vera riforma del settore che questo governo si è sempre guardato dal mettere in piedi”. Lo ha affermato il capogruppo de M5S all'Ars Antonio De Luca.

 

Margherita La Rocca Ruvolo (FI) a seguito dell’approvazione all’Ars della norma che incentiva il lavoro agile ha parlato di “Misura, fortemente voluta dal presidente della Regione, che guarda al futuro e che valorizza le competenze dei siciliani, offrendo nuove opportunità occupazionali senza costringerli a lasciare la propria terra. La norma, che ho fortemente sostenuto in commissione Bilancio – aggiunge La Rocca Ruvolo –, prevede contributi fino a 30 mila euro per le imprese con sede fuori dalla Sicilia che assumeranno, per almeno tre anni, personale residente nell’isola che lavorerà in modalità smart working. È un incentivo che favorisce il rientro o la permanenza dei nostri giovani professionisti. Sono previsti anche contributi per il sostegno al coworking, un altro strumento utile per creare reti professionali, condividere competenze e stimolare la nascita di nuove iniziative imprenditoriali”. La Rocca Ruvolo sottolinea inoltre “il clima di collaborazione che si è registrato in aula sui primi tre articoli della manovra, dedicati al sostegno alle imprese e all’occupazione. Il presidente Schifani ha saputo tessere un dialogo costruttivo con le opposizioni, ottenendo un risultato condiviso che va nell’interesse dei siciliani. Con gli incentivi previsti dall’articolo 2 della legge di stabilità – conclude la parlamentare – si rafforza ulteriormente il sostegno alle aziende che investono nel territorio, con contributi fino al 60% per le piccole imprese, al 50% per le medie e al 40% per le grandi. È una manovra che guarda alla crescita, alla competitività e alla creazione di lavoro stabile e qualificato”.

 

I Guardiani del territorio bocciano la Finanziaria
Netta condanna dell’impianto della Legge di stabilità  regionale 2026-2028 in discussione all’Assemblea Regionale Siciliana,  assenza di una politica agricola regionale e abbandono consapevole dei territori rurali. Così il direttivo stronca lo strumento finanziario regionale: “L’agricoltura siciliana viene ancora una volta trattata come un capitolo marginale, buona solo per interventi  tampone e misure occasionali. Nessuna visione, nessuna strategia, nessuna programmazione degna di questo  nome. La viticoltura – settore identitario e trainante per intere aree dell’Isola – viene di fatto tradita: dopo  anni di crisi strutturale e climatica, la Regione risponde con risorse irrisorie e provvedimenti tardivi.  Gli articoli inseriti nella manovra confermano una scelta politica precisa: distribuire briciole, evitare  decisioni strutturali, rinviare le responsabilità. Il cofinanziamento dei rischi (art. 38) è una misura una tantum  che scarica sugli agricoltori i costi futuri; i 10 milioni per la Plasmopara viticola (art. 40) sono del tutto  insufficienti rispetto ai danni reali; il rifinanziamento CRIAS (art. 41) è privo di una strategia di accesso al  credito; gli indennizzi per fauna selvatica (art. 98) restano burocratici e incerti; le misure per eventi meteo  del 2025 (art. 114) ignorano volutamente il disastro del 2024; zootecnia e allevamenti ricevono somme  simboliche (artt. 122 e 124)”.
Per i Guardiani il danno più grave è in ciò che non c’è: “Nessuna misura per la devastante siccità del 2024. Una crisi senza  precedenti che ha colpito duramente la viticoltura e le colture arboree, causando perdite di produzione,  fallimenti aziendali e l’abbandono dei campi. Su questo, la Regione sceglie il silenzio.  La crisi idrica continua sotto gli occhi di tutti: invasi vuoti, reti colabrodo, nessun investimento strutturale,  nessun piano serio sull’acqua. Senza acqua non c’è agricoltura, e senza agricoltura i territori si spopolano e si  desertificano.  In questo quadro desolante pesa come un macigno l’assenza di azione politica dei rappresentanti all’ARS dei  nostri territori. Deputati regionali che avrebbero il dovere di difendere agricoltori, imprese e comunità locali  e che invece restano silenti, allineati o irrilevanti. Nessun emendamento incisivo, nessuna battaglia politica,  nessuna presa di posizione pubblica a tutela di chi lavora la terra e presidia il territorio. Il silenzio non è  distrazione, è una scelta politica. Chi rappresenta i territori agricoli e non li difende in Aula è corresponsabile  del loro declino”.