Il porto di Trapani è strategico, fondamentale, centrale per la Sicilia occidentale. Lo dicono tutti, lo ribadiscono i documenti ufficiali, lo riconoscono ministeri e sistema portuale. Ma quando si passa dalle parole ai fatti, il conto è impietoso: servono almeno 43 milioni di euro e oggi non c’è una copertura finanziaria certa.
È questo il nodo che emerge dalla nota congiunta del sindaco Giacomo Tranchida e del presidente del Consiglio comunale Alberto Mazzeo, che chiamano in causa la Regione e il Parlamento siciliano, a partire dai deputati trapanesi, per trovare i soldi necessari a completare le opere strategiche del porto.
I numeri parlano chiaro. 35 milioni di euro servono per completare e rendere pienamente operativo il Molo Ronciglio, infrastruttura chiave per le attività commerciali e industriali. Altri 8 milioni di euro sono necessari per il ponte sul Canale di Mezzo, indispensabile per l’operatività delle banchine e per la viabilità interna. A tutto questo si aggiunge il completamento dell’escavazione e del dragaggio dei fondali, senza i quali il porto resta di fatto monco.
E qui arriva il paradosso. Per una parte degli interventi più immediati, quelli tecnici che consentirebbero almeno la piena funzionalità delle banchine, i fondi potrebbero già esserci, persino all’interno dell’Autorità portuale, perché si tratta di opere già progettate e approvate. Il problema vero nasce quando si guarda alle opere più grandi, quelle che fanno la differenza sul lungo periodo: lì il portafoglio è vuoto.
Nel frattempo Trapani continua a essere indicata come porto di valenza nazionale, nodo strategico dei collegamenti regionali, nazionali ed europei, ma resta incastrata tra cantieri incompiuti, dragaggi sospesi e promesse rinviate. Il rischio, denunciano Comune e Consiglio comunale, è duplice: perdere investimenti privati già avviati e bloccare nuove opportunità occupazionali e di sviluppo, proprio mentre il territorio chiede lavoro e crescita.
L’appello è quindi politico prima ancora che tecnico: o la Regione inserisce queste opere nella prossima legge di Bilancio e nella Finanziaria, oppure individua fondi statali ed europei da destinare al porto. Perché senza risorse vere, il porto strategico resta solo uno slogan. E ai cittadini di Trapani, più che i riconoscimenti, interessa vedere navi che entrano, lavoro che cresce e un’infrastruttura che finalmente funziona.