Il vino Marsala non è solo un prodotto enologico, ma un patrimonio che intreccia storia, identità, lavoro e reputazione internazionale. Eppure, secondo l’associazione I Guardiani del Territorio, la DOC Marsala vive da anni una fase di progressivo indebolimento che non può più essere ignorata.
In una lunga nota, l’associazione lancia un appello pubblico rivolto a produttori, istituzioni, mondo agricolo e culturale, ma soprattutto ai futuri candidati alla guida di Marsala, chiamati nei prossimi mesi a presentare una visione credibile per lo sviluppo del territorio.
“Una crisi che viene da lontano”
Per i Guardiani del Territorio, la situazione attuale «non è frutto del caso, ma il risultato di scelte sbagliate e mancate scelte protratte per decenni». Tra le cause indicate ci sono «l’assenza di una strategia di valorizzazione coerente», la «perdita di riconoscibilità del Marsala sui mercati internazionali» e «il progressivo distacco tra denominazione, territorio e qualità percepita».
Il Consorzio di Tutela sotto accusa
Nel mirino finisce anche l’attuale Consorzio di Tutela, ritenuto inefficace nel suo ruolo. Secondo l’associazione, non è riuscito a garantire «la difesa della denominazione, una promozione qualificata, il coordinamento tra i produttori e un’interlocuzione autorevole con le istituzioni». Il risultato è chiaro: «Una denominazione senza una governance forte e credibile è una denominazione fragile».
Un disciplinare “fuori dal tempo”
Altro nodo centrale è il disciplinare di produzione, giudicato non più adeguato alle sfide del mercato internazionale. «Non incentiva in modo chiaro la qualità e la territorialità» e «non offre strumenti adeguati ai produttori che puntano all’eccellenza», scrivono i Guardiani.
In particolare, viene sottolineato il ruolo del Marsala Vergine, che «dovrebbe rappresentare il vertice qualitativo e identitario della denominazione», con un percorso verso la DOCG che oggi «è completamente assente dal dibattito istituzionale».
Il rischio di “cercare altrove”
L’associazione mette in guardia anche da un atteggiamento culturale definito pericoloso: «la tendenza a mettere da parte ciò che abbiamo di buono, anziché rafforzarlo». Il riferimento è al dibattito sul possibile riconoscimento UNESCO dei vini fortificati, ritenuto interessante ma rischioso se usato per «mettere in secondo piano la DOC Marsala» o «rinviare ancora una volta la sua riforma».
Il messaggio è netto: «Non si può prima mandare alla deriva il Marsala, svuotarlo di valore e identità, e poi cercare legittimazione culturale altrove». E ancora: «Il riconoscimento UNESCO, se mai arriverà, non può sostituire la centralità del Marsala DOC».
L’appello finale
Da qui la richiesta esplicita alla politica e alla comunità: «Marsala non ha bisogno di nuove etichette simboliche se prima non mette ordine in casa propria». I Guardiani del Territorio chiedono ai futuri candidati sindaco un impegno chiaro su tre punti: «la riforma del disciplinare, il rilancio del Consorzio di Tutela e il percorso verso la DOCG del Marsala Vergine».
«Ha bisogno di coraggio, visione e scelte chiare», conclude l’associazione, assicurando che continuerà a vigilare e stimolare il dibattito pubblico «perché il Marsala torni a essere un grande vino, espressione autentica di un grande territorio».