Lunga maratona per una settimana che ha visto l’ARS impegnata nell’approvazione della Finanziaria ma anche in scontri e tensioni di maggioranza. Finita questa fase l’Assemblea tornerà a riunirsi il 13 gennaio 2026.
E’ la terza Finanziaria che viene approvata senza ricorrere all’esercizio provvisorio.
Bilancio e Finanziaria via libera
Era già domenica mattina, dopo l’una, quando l’ARS ha approvato la Manovra 2026-2028, che impegna 1,3miliardi di euro. A votarla favorevolmente 29 deputati, 23 i contrari.
Delle 134 norme licenziate dalla commissione Bilancio, in totale controtendenza con la giunta regionale che ne aveva concordati appena 28, la legge di Stabilità viene approvata con 60 articoli. Ne sono stralciati 77 di articoli.
Prima di votare la Manovra in un’Aula stanca e provata il presidente Gaetano Galvagno ha ricordato che si tratta della “Terza Finanziaria senza esercizio provvisorio, un dato storico per questo Parlamento. Il merito va a tutte le forze politiche che fanno parte di questo Parlamento”.
Le parole di Dagnino
L’assessore regionale all’Economia ha parlato di lavoro intenso: “Si tratta di una Manovra che ha abbondantemente superato l’importo di 1 miliardo e 300 milioni di euro. Dal punto di vista dell’impatto sull’economia e sulla società siciliana, ci sono delle misure di grande peso. Abbiamo avuto il coraggio di concentrare importanti risorse su alcune delle misure bandiera della legge. Questo è stato possibile soltanto grazie alla solida guida del presidente della Regione. Spiace per qualche rinuncia. Un grande ringraziamento va al presidente dell’Assemblea regionale, Gaetano Galvagno, che ha ancora una volta dato prova della capacità di guidare l’andamento dei lavori nei tempi e anche con risultati davvero importanti. Ringrazio i colleghi della giunta. Il mio pensiero va anche al presidente Daidone, che ha guidato la Commissione Bilancio con grande capacità di sintesi”.
La maggioranza
Giuseppe Lombardo deputato dell’MPA parla di Manovra fortemente espansiva che guarda a tutte le classi sociali ma il gruppo politico non ha votato la Finanziaria.
Per la Lega il capogruppo Salvatore Geraci ha espresso soddisfazione: “ E’ una Finanziaria che guarda alle categorie fragili e ad un progetto di espansione”. Il presidente della Commissione Affari Istituzionali Ignazio Abbate: “È una Finanziaria che va nella direzione dei siciliani, dello sviluppo della nostra Isola. Speriamo che a gennaio si riesca a completare anche la parte degli ordinamentali che sono rimasti fuori, tutto il resto che abbiamo lasciato da parte per poter accelerare. Mai si era approvata una Finanziaria prima del Governo nazionale. Quindi complimenti veramente di cuore all’assessore Dagnino, agli uffici della ragioneria, al dottor Tozzo e a tutta l’equipe della ragioneria che ci ha potuto far lavorare bene per approvare una Finanziaria che fa la differenza e che potrà fare la differenza nel 2026. Complimenti veramente di cuore a tutti da parte del gruppo della Democrazia Cristiana”.
Il capogruppo di Forza Italia Stefano Pellegrino ha apprezzato “L’ approccio del governo e del nostro caro assessore Dagnino. E’ una manovra che coinvolge il tessuto economico, produttivo e sociale. Ringrazio le opposizioni per la collaborazione. C’è stata qualche turbolenza e qualche fibrillazione, ma è passato”.
Le opposizioni
Il leader di Sud chiama Nord non le manda a dire al governo regionale e alla maggioranza che lo sostiene: “Di cento proposte, solo tre sono state approvate. Siamo ai titoli di coda della giunta del presidente Schifani. L’iter drammatico di questa legge di stabilità, mai vissuto nella mia vita considerevole di esperienza di uomo delle istituzioni. La giunta regionale ha deliberato il 31 ottobre il disegno di legge di stabilità 2006-2028 con 27 articoli. La Commissione Bilancio il 4 dicembre ha dato il voto finale alla legge di stabilità con 134 articoli. Sud chiama Nord, dopo due mesi di studio e confronto, il 29 ottobre scorso ha consegnato nelle mani del presidente Renato Schifani cento proposte. In tutto questo clima avvelenato, voglio esprimere la mia solidarietà a me stesso e ad ogni collega di questo Parlamento di maggioranza ed opposizione, con i quali mi sono confrontato in questi giorni ed in queste notti per fare una legge di stabilità migliore possibile e non per concordare marchette e vantaggi personali. La Sicilia, lo abbiamo ribadito più volte, ha bisogno di onestà, competenza e perseveranza. Doti ormai sempre più rare, in una deriva politica sempre più alla ricerca del like. Il presidente Schifani non ha più una maggioranza, c’è una dittatura delle opposizioni. Gli assessori vivono una sorta di sindrome di Stoccolma, innamorati dei propri rapitori. Il presidente Schifani è stato messo in minoranza politica. Il presidente Schifani ha il dovere di resistere, ma a che prezzo? L’esperienza del presidente Schifani è finita qui. Non è più ricandidabile ed è l’unico a non saperlo, ma nessuno ancora gliel’ha detto. Confermo il voto contrario di Sud chiama Nord”.
Di disastro politico parla il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca: “Aula ridotta a un mercato, con una maggioranza allo sbando e interessata solo a portare a casa qualcosa per sé. Abbiamo assistito a scene di una volgarità inaccettabile, con attacchi feroci, risse e deputati accalcati attorno agli assessori come in un supermercato, nel tentativo di portare a casa qualcosa e non di lavorare per gli interessi collettivi. È stato uno dei momenti più bassi della storia dell’Ars”.
Michele Catanzaro, capogruppo del PD, sottolinea che si tratta di una maggioranza che ormai arranca senza ossigeno: “ Ancora una volta il gruppo PD e le forze di opposizione hanno tenuto la barra dritta con senso di responsabilità, impedendo che fossero mantenute norme che nulla avevano a che fare con la finanziaria e proponendo misure concrete che in parte sono state inserite nella manovra. In particolare abbiamo proposto e sostenuto provvedimenti importanti in diversi ambiti: lavoratori forestali, Almaviva, Esa, Pip e contrattisti, South working, agevolazioni mutui per abitazioni nei centri storici, sostegno all’editoria, aumento risorse Furs, istituzione del fondo per il contrasto alle tossicodipendenze, fondi ai Comuni per gli studenti con disabilità, contributo affitti per le famiglie in difficoltà, interventi contro la crisi idrica in agricoltura. Purtroppo il governo è rimasto sordo di fronte ad altre misure che il gruppo PD aveva proposto con le forze di opposizione e che avrebbero potuto sostenere diversi settori, dal sociale agli enti locali, ai comparti produttivi. Così come avevamo detto già all’indomani dei lavori della commissione Bilancio la manovra doveva essere snellita fin dall’inizio. Resta un dato politico che è sotto gli occhi di tutti: c’è una maggioranza schizofrenica, il governo Schifani non si regge più in piedi”.
Finanziaria approvata frizioni che restano
È stato un bagno di sangue questa legge di Stabilità, che ha visto implodere la maggioranza. Le tensioni restano sul tavolo e al rientro è stato lo stesso Galvagno a chiedere una riunione di maggioranza per verificarne lo stato di salute: “E’ chiaro che dopo questa finanziaria, qualora non volessimo andare a casa prima, chiederò un serio confronto perché io non sono più disposto a perdere del tempo per fare incassare gli altri e per di più ricevere l’odio gratuito di alcuni colleghi”.
Cresce il feeling tra MPA di Raffaele Lombardo e FdI. Lombardo, durante gli auguri natalizi, ha ribadito che il governo “Deve andare avanti, il centrodestra dovrà ripartire compatto nella prossima legislatura, ma con principi diversi”.