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26/12/2025 20:00:00

Natale di indifferenza: nel Mediterraneo si continua a morire nel silenzio

Alla vigilia di Natale, mentre ci si affannava a rendere sempre più consumista il giorno in cui è nato il Messia, si è consumata, nell’indifferenza del Belpaese, l’ennesima strage nel Mediterraneo centrale. Probabilmente il disinteresse è stato generato dall’attenzione rivolta al conflitto in Ucraina, perché ha un’incidenza diretta sui nostri portafogli, tra il salasso energetico che stiamo subendo e gli aiuti economici inviati a Kiev per contrastare l’invasione russa. Anche la Striscia di Gaza, dopo la pseudo tregua, è sparita dai radar della nostra sensibilità. Delle altre quasi sessanta guerre nel mondo non si ha più memoria.

 

Esiste una guerra nel Mediterraneo nata negli anni Sessanta, che riguarda i migranti provenienti da Eritrea, Etiopia e Somalia, tutte ex colonie italiane. Un’emergenza umanitaria è esplosa nel 2013 a Lampedusa, quando un’imbarcazione, affondando, causò la morte di 368 persone: i sopravvissuti furono 155, venti i dispersi. Tre mesi prima Papa Francesco, comprendendo la disperazione di quelle anime, dedicò il suo primo viaggio apostolico all’isola delle Pelagie, invitando le “porte d’Europa” a pregare, a compiere un gesto di vicinanza, ma anche a risvegliare le coscienze sui pericolosi viaggi dei migranti. Per Bergoglio era “una spina nel cuore che porta sofferenza […]. I nostri fratelli e sorelle cercavano di uscire da situazioni difficili per trovare un po’ di serenità e di pace; cercavano un posto migliore per sé e per le loro famiglie, ma hanno trovato la morte”, con un j’accuse significativo perché spesso “coloro che cercano questo non trovano comprensione, non trovano accoglienza, non trovano solidarietà”.

 

Ma il monito del successore di Pietro è rimasto inascoltato. Da quel giorno altre 23 mila persone hanno perso la vita in quel tratto di mare (fonte OIM, UNHCR e UNICEF). La classe politica italiana ha scelto di gestire il fenomeno con l’accordo sottoscritto dall’allora ministro dell’Interno del PD Marco Minniti: il famigerato memorandum Italia-Libia del 2017, con il sostegno economico alla Guardia costiera libica che, a seguito della guerra civile, è formata da milizie locali prive del faro del soccorso in mare e direttamente colluse con i trafficanti di migranti. Inoltre, le condizioni dei centri di accoglienza sono state paragonate a lager.

 

La ragion di Stato del governo Meloni si chiama Almasri, centri d’accoglienza in Albania e decreto-legge n. 1/2023, che limita i “salvataggi multipli”, imponendo l’assegnazione immediata di porti sicuri in località improbabili per distanza. Intanto, il 25 dicembre è arrivato un Salvatore che da oltre duemila anni professa: “Ero straniero e mi avete accolto”. Che bisogna proteggere gli ultimi, gli emarginati, con la promessa di salvezza per chi dà rifugio e di condanna per chi rifiuta l’aiuto. Ma anche questo Avvento è stato di morte per 116 esseri umani.

 

Vittorio Alfieri