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27/12/2025 10:38:00

Natale all’hotel a quattro stelle: i 12.500 euro dell’Ars, Galvagno sotto tiro

Un evento istituzionale natalizio, il logo dell’Assemblea regionale siciliana ben visibile, una sala di un hotel a quattro stelle affacciato sul lungomare di Ognina, a Catania. E soprattutto 12.500 euro di soldi pubblici, spesi attraverso un affidamento diretto, senza gara. È la scelta del presidente dell’Ars Gaetano Galvagno per la relazione di fine anno e lo scambio di auguri natalizi, che sta alimentando un nuovo fronte di polemiche sulla gestione delle risorse pubbliche in Sicilia.

La notizia, rilanciata da FanPage, ha riportato l’attenzione su una decisione che, pur formalmente legittima, solleva interrogativi politici e istituzionali. L’evento si è svolto all’Airone City Hotel di Catania, struttura individuata con affidamento diretto lo scorso 27 novembre per la “locazione di spazi e servizi connessi alla presentazione dell’attività svolta dalla Presidenza dell’Ars nella XVIII legislatura”.

 

Nessun illecito, ma molte domande

 

Dal punto di vista giuridico non c’è alcuna violazione: il Codice dei contratti pubblici consente l’affidamento diretto per servizi e forniture sotto la soglia dei 140 mila euro. Ma il punto non è la legittimità formale. È l’opportunità politica.

Perché affittare una struttura privata a Catania, quando Palazzo dei Normanni, sede storica del Parlamento siciliano, dispone di sale di rappresentanza già attrezzate e pronte all’uso? Perché spendere 12.500 euro di fondi pubblici per un evento che avrebbe potuto svolgersi senza costi aggiuntivi, o addirittura a spese personali?

Domande che diventano ancora più pesanti se inserite nel contesto politico attuale: su Galvagno pende infatti la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura di Palermo per corruzione, peculato, truffa e falso ideologico, in un procedimento che coinvolge anche la sua ex portavoce e altri soggetti. Vicenda distinta, certo, ma che contribuisce a definire un clima di attenzione e diffidenza attorno alla gestione della Presidenza dell’Ars.

 

La Vardera chiede gli atti

 

Sul caso è intervenuto il deputato regionale di Controcorrente Ismaele La Vardera, annunciando una richiesta di accesso agli atti per verificare nel dettaglio le spese sostenute dalla Presidenza dell’Assemblea.

Non una crociata giudiziaria, ma – come ha spiegato – un’iniziativa di trasparenza istituzionale, per capire se ogni scelta amministrativa sia davvero giustificata e coerente con il ruolo ricoperto. In un momento in cui la distanza tra cittadini e istituzioni appare sempre più ampia, anche la sobrietà diventa un messaggio politico.

 

Il caso Tardino e la questione dello stile

 

Non è l’unico episodio a far discutere. Sempre sul fronte dell’uso di risorse pubbliche, è finita sotto i riflettori anche Annalisa Tardino, oggi commissaria straordinaria dell’Autorità di sistema portuale della Sicilia occidentale, che ha affidato – anche in questo caso direttamente – un incarico da 800 euro per un servizio fotografico istituzionale.

Nulla di illegale, ancora una volta. Ma il tema che emerge è lo stesso: stile, misura, responsabilità. Parole che sembrano sempre più fuori moda nel lessico della politica siciliana.

 

Micari: “Siamo alla tracotanza”

 

Durissimo l’attacco di Fabrizio Micari, esponente di Italia Viva, che parla apertamente di “sistema Galvagno”, accusando il presidente dell’Ars di arroganza e gestione clientelare delle risorse pubbliche. Un affondo politico che richiama intercettazioni, frasi e comportamenti già finiti al centro del dibattito pubblico, e che rilancia una richiesta netta: andare al voto.

 

Legalità non basta

 

Il caso dell’hotel di Catania, dunque, non è uno scandalo giudiziario. Ma è un caso politico. Perché la legalità formale non esaurisce il tema della responsabilità pubblica. E perché, soprattutto in tempi di difficoltà economiche e sociali, ogni euro speso dalle istituzioni racconta una visione del potere.

Sobrietà, trasparenza, misura: sono questi i criteri che i cittadini si aspettano. Anche – e forse soprattutto – sotto Natale.