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31/12/2025 17:00:00

"Senza acqua non c'è futuro", l'allarme dei Guardiani sull'agricoltura siciliana

Il 2026 si apre con l’agricoltura siciliana, e in particolare la vitivinicoltura, «sull’orlo del collasso». È un augurio amaro quello che l’associazione “I Guardiani del Territorio” rivolge ai contadini siciliani per il nuovo anno, accompagnato da una presa di posizione dura e senza sconti nei confronti delle istituzioni regionali.

 

«Non possiamo limitarci a un augurio rituale – affermano – perché la Sicilia sta vivendo una crisi idrica devastante, annunciata da anni e colpevolmente ignorata». I campi sono assetati, i vigneti muoiono, le aziende chiudono. «L’acqua non manca per fatalità, ma per responsabilità politiche precise: assenza di programmazione, di infrastrutture e di una visione agricola degna di questo nome».

 

Secondo l’associazione, mentre l’emergenza cresce, la politica regionale continua a voltarsi dall’altra parte, «spacciando come interventi a favore dell’agricoltura provvedimenti che nulla hanno a che fare con la produzione agricola». Nel mirino finiscono la stabilizzazione dei lavoratori dell’ESA e l’aumento delle giornate per gli operai forestali: «Non salvano un solo ettaro coltivato, non portano una goccia d’acqua nei campi, non garantiscono reddito a chi produce cibo. Continuare a presentarli come politiche agricole è una mistificazione inaccettabile».

 

I contadini siciliani, denunciano i Guardiani del Territorio, «sono stati lasciati soli: soli davanti ai costi fuori controllo, ai mercati in crisi, alla siccità e a una burocrazia ostile». Eppure resistono. «Sono contadini eroi, veri custodi del creato, l’ultimo argine contro l’abbandono delle campagne, il dissesto idrogeologico e la desertificazione economica e sociale della Sicilia interna».

 

Un silenzio politico che appare ancora più grave se si considera che «il valore del loro lavoro è oggi riconosciuto anche a livello internazionale». La recente valorizzazione della Cucina Italiana da parte dell’UNESCO, legata alla qualità delle produzioni e ai saperi contadini, «smentisce clamorosamente l’indifferenza delle istituzioni regionali».

 

 

In questo contesto, l’annuncio del presidente della Regione Renato Schifani sulla disponibilità di 2,5 miliardi di euro di avanzo di bilancio per una presunta “manovra storica” viene definito «una prova di verità politica».

 

«Non sarà storica – avvertono i Guardiani del Territorio – una manovra che ignorerà l’agricoltura siciliana. Non sarà storica se non affronterà strutturalmente l’emergenza idrica e se non investirà direttamente su chi lavora la terra e produce valore reale».

 

 

Le richieste sono chiare: destinare una parte significativa delle risorse alle infrastrutture idriche, al sostegno immediato delle aziende agricole e vitivinicole, alla difesa del reddito dei contadini e alla tutela di chi garantisce cibo, paesaggio e sicurezza del territorio.

«Se il Governo regionale continuerà a ignorare i contadini eroi – concludono – dovrà assumersi fino in fondo la responsabilità politica e morale del declino agricolo della Sicilia. Il 2026 deve essere l’anno della rottura con le politiche di facciata e con l’ipocrisia istituzionale. Perché senza acqua non c’è agricoltura, senza agricoltura non c’è economia reale, e senza i contadini la Sicilia perde il diritto di chiamarsi terra».

 

Intanto alla Diga Trinità, simbolo di una gestione definita fallimentare delle risorse idriche, nonostante l’innalzamento del livello a 64 metri si continua a gettare acqua in mare, disperdendo una risorsa preziosa per la prossima campagna irrigua. 



Native | 31/12/2025
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