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Orestiadi a Gibellina. Nel segno del contemporaneo

Gibellina, Auditorium del Museo Civico d’arte contemporanea “Ludovico Corrao” 91024 Gibellina
11/11/2013 - 13/11/2013

ORESTIADI: NEL SEGNO DEL CONTEMPORANEO

Rassegna cinematografica

in collaborazione con CSC, Centro Sperimentale di Cinematografia, Sede Sicilia

11, 12 e 13 dicembre 2013

Orestiadi: nel segno del contemporaneo, è un festival di teatro, danza, circo, musica e arte performativa, cinema e poesia che include - oltre ai tradizionali e consueti luoghi dello spettacolo - alcuni dei tanti spazi architettonici della città di Gibellina. Costruisce nelle intenzioni un diverso itinerario della percezione riducendo la separazione fisica tra la Città, la sua comunità e i luoghi che la disegnano, e allargando la complessità dello sguardo sullo spettacolo grazie all’incontro tra gli artisti e l’architettura nel segno di un dialogo forte tra le arti espressive. La rassegna dedicata al cinema segna l'inizio delle nostre attività e anche l'inizio di una felice collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo, con la proiezione di corti e mediometraggi ispirati all’arte, alla poesia, alla letteratura, al teatro contemporaneo, realizzati dagli allievi registi della scuola di cinema e presentati agli studenti delle scuole secondarie del nostro territorio in un percorso quindi che pone la conoscenza in stretta connessione con la formazione di un pubblico giovane, e investe le nuove generazione di artisti già fin dall'inizio di nuove responsabilità nella trasmissione del sapere. (Claudio Collovà)

Il Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo dal 2009 esercita la sua funzione didattica proponendo agli allievi una formazione d'eccellenza nell'ambito del documentario d'autore; un corso triennale consente di passare attraverso tutte le discipline inerenti la filiera cinematografica come sceneggiatura, fotografia, scenografia, montaggio, post produzione, produzione esecutiva. Particolare cura è riservata anche alla formazione nel campo della storia dell'arte e della storia del cinema, della televisione e del teatro. L'obiettivo è quello di creare filmmakers che sappiano muoversi con disinvoltura col lingiaggio del cinema del reale, senza mai perdere di vista la valorizzazione del territorio attraverso la scelta di tematiche laboratoriali legate alla cultura siciliana nelle sue più ampie declinazioni. Nei lavori realizzati tra il 2009 e il 2012 i soggetti hanno privilegiato l'arte antica e contemporanea, l'archeologia, il teatro sperimentale, la letteratura e la poesia. Sono stati individuati sia artisti nati in Sicilia, sia artisti non siciliani che con l'isola ebbero un rapporto di particolare intensità, e su di essi si è lavorato creando documentari di vari tagli e tipologie. In questo aspetto la felice collaborazione tra il Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo e la Fondazione Orestiadi si pone come un'alleanza strategica nel nome di un obiettivo comune, quello di costituire un presidio culturale che ponga la Sicilia come punto di riferimento per la sperimentazione artistica.

Questa rassegna dimostra come i documentari realizzati dagli ex allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo tra 2010 e 2012 costituiscano prodotti già maturi e degni di essere pubblicamente mostrati, anche per il loro valore didattico e formativo nei confronti delle scuole. (Tommaso Strinati). Il festival è promosso con fondi PO FESR 2007/2013 linea d’intervento 3.1.3.3 _Regione Siciliana_ Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e con la partecipazione del Comune di Gibellina, Auditorium del Museo Civico “L.Corrao”

Mercoledì 11 dicembre, ore 9,30

Ingresso libero sino ad esaurimento posti

Alberto Burri maturò con la Sicilia un rapporto profondo e duraturo nell’ultima fase della sua vita, quando ebbe l’intuizione di dedicare un grande mausoleo in memoria delle vittime del terremoto del Belice (1968) ricoprendo i resti di Gibellina vecchia, andata completamente distrutta, con un gigantesco Cretto in cemento bianco. Il Grande Cretto è ancora oggi la più grande opera d’arte ambientale al mondo. La vita di Burri viene ricostruita sulla falsariga di questa straordinaria impresa, grazie alla testimonianza di chi lo conobbe bene, come Jannis Kounellis e Maurizio Calvesi, che ne tratteggiano – tra gli altri – un ritratto intimo e inedito. Ignazio Buttita, celebre poeta popolare nativo di Bagheria e tra i fondatori del Partito Comunista Italiano nel dopoguerra, è ancora oggi una figura di spicco tra i giovani siciliani, per l’immediatezza e la freschezza del suo linguaggio e la forza delle idee che lo accompagnano. L’incredibile vicenda umana e creativa di Vincenzo Rabito, contadino analfabeta di Chiaramonte Gulfi, autore della ormai nota autobiografia scritta con una vecchia macchina da scrivere Olivetti Lettera 32, di nascosto dai familiari, sfidando ogni convenzione di stile, ortografia e tecnica scrittoria. Lo scritto, ritrovato dagli eredi, è stato pubblicato da Einaudi nel 2007 col titolo “terra matta” dopo un leggero lavoro di editing, lasciando intatta la potente violenza verbale originaria

Gibellina, Auditorium del Museo Civico “L.Corrao”

Giovedì 12 dicembre, ore 9.30

Ingresso libero sino ad esaurimento posti

Lorenzo Reina, imprenditore agricolo e scultore tra i più apprezzati in Italia, ha trasformato negli anni la sua immensa fattoria a Santo Stefano di Quisquina – nello straordinario scenario dei Monti Sicani, nell’Agrigentino – in una atelier d’arte dove le millenarie tradizioni contadine convivono con una interpretazione originale e drammatica del fluire della vita e della lenta e inesorabile trasformazione del corpo. Le installazioni ambientali e le grandi sculture in pietra di Reina fanno parte integrante del flusso della vita quotidiana nelle campagne – oggi moderna e organizzata – come opere d’arte sempre in atto nel palcoscenico della natura. Terra del ritorno (60') L’idea di questo film documentario è quella di compiere una riflessione estetica ed esistenziale sul paesaggio attraverso l’esperienza artistica del fotografo Giovanni Chiaramonte. Nel racconto di questa sua esperienza, che è esperienza di vita di chi ha diviso la propria esistenza tra il nord e il sud, la Sicilia, intesa come metonimia del mondo, diventa implicitamente protagonista del film. Chiaramonte nasce a Varese nel 1948, da genitori di Gela, si trasferisce a Milano e dal 1967 si dedica e studia fotografia fondando la propria visione sulla concezione della realtà come dramma della forma. Il suo interesse principale è infatti proprio l'intreccio tra forma dei luoghi e destino degli uomini. La Sicilia per C. è punto di partenza ma anche un punto di ritorno: “Isola di luce e terra di tenebra, isola dove si resta perennemente tentati dalla fuga, è un universo nel quale lo struggimento del mancato ritorno segna l'estremo di una scala tonale.” Questo film vuole parlare della Sicilia come paesaggio possibile e impossibile attraverso il rapporto del suo territorio, e non solo, con gli SGUARDI costituitivi del film: quello esplicito del maestro fotografo, e quello implicito della regista Valentina Pellitteri interessata nel suo percorso formativo al rapporto tra cinema e altri linguaggi delle arti visive e performative. La fotografia rappresenta la fine e l'inizio al tempo stesso di un intervallo sospeso. Il mezzo cinematografico qui rappresenta il tempo di questo atto: riesce ad espandersi attraverso il movimento in ciò che è racchiuso nello spazio della stessa foto e sconfinare; cerca semplicemente attraverso il ritmo del montaggio di mettere in relazione tra loro gli scatti; e infine raccontare tutto ciò che nella pratica della fotografia si riferisce al rituale della fotografia, al tempo dell’azione e dell’incontro dell’uomo coi luoghi. Un film intensamente legato ai temi del percorso umano dell'artista e alle sue riflessioni sul rappresentare. Gibellina, Auditorium del Museo Civico “L.Corrao”

Venerdì 13 dicembre, ore 9,30

Ingresso libero sino ad esaurimento posti

La forza evocativa delle liriche di Lucio Piccolo è ancora oggi percepibile nella villa di famiglia di Capo d’Orlando, diventata fondazione culturale negli anni ’80. Uno dei rari ritratti del grande poeta, musicista e intellettuale siciliano, scoperto per puro caso da Montale all’inizio degli anni ’60. Un ritratto ravvicinato e commovente dei fratelli Mancuso, musicisti siciliani, polistrumentisti e specializzati nel recupero del canto popolare tonale e nel riutilizzo di antichi strumenti oggi dimenticati. Molto noti e apprezzati all’estero, amati da Peter Gabriel e da lui coinvolti nel festival Womad, in Italia sono pressoché ignorati dalla maggior parte della critica e del pubblico.

Dallo sguardo eclettico dell’artista Christian Rainer, l’area archeologica di Himera – nella difficile e maltrattata zona industriale di Termini Imerese – prende vita trasformandosi in un set per una performance gestuale e intimista; attraverso un rapporto empatico e ancestrale con gli antichi resti di templi, strade e abitazioni, immersi in una natura che ciclicamente li nega alla vista, il lavoro riflette sui temi della memoria storica, della nascita e della morte, quali componenti intrinseche al lavoro dell’archeologo e al suo decifrare una civiltà dai frammenti erratici che ne rimangono. La vicenda della realizzazione del primo moderno museo d’arte antica in Italia, attraverso i contrasti e l’amicizia tra il giovane Carlo Scarpa, architetto chiave nell’Italia del dopoguerra, e il soprintendente di Palermo Giorgio Vigni, senese, collerico, instancabile lavoratore nella Palermo ancora ferita dai bombardamenti. La Galleria di Palazzo Abatellis sarà completata alla metà degli anni Cinquanta e ancora oggi resta una pietra miliare, nel mondo, per la concezione moderna, chiara e luminosa di uno spazio museale. Gibellina, Auditorium del Museo Civico “L.Corrao”

Venerdì 13 dicembre , ore 16.30

Ingresso libero sino ad esaurimento posti

Un viaggio nella vita, negli affetti e nel lascito artistico di Nino Gennaro, drammaturgo corleonese scomparso di AIDS nel 1995, vissuto a Palermo per tutta la giovinezza e fondatore del moderno teatro sperimentale siciliano con il celebre laboratorio “teatro madre”. Perfino la felicità (60')

“Perfino la felicità” è un film documentario sulla ricerca musicale del compositore e musicista sperimentale Dario Buccino. La sua musica si basa sul Sistema HN, sistema “corpocentrico” di tecniche esecutive, da lui stesso elaborato. Dal 1997 Buccino ha esteso l’applicazione di questo sistema alle lamiere d’acciaio. Questo strumento infatti permette infatti di “suonare con l'interezza del corpo, oltre che con tutte le sue parti, attraverso convulsioni, contorcimenti, distensioni, scuotimenti, abbandono, immobilità del corpo intero.” La lamiera genera infatti un suono che ha una espansione enorme e che dipende dall’azione fisica del musicista che la “suona”. Dario Buccino si è trasferito a Palermo nel 2011 per formare alcuni allievi attraverso un workshop per lamiera d’acciaio. Il gruppo, formato da Davide Gambino, Enrica Di Gangi, Marcella Giuffrè, Gilmo Sorrentino, Florinda Pecoraro, Alessandra Pipitone e Marco Crescimanno, lavora sulle partiture “corpocentriche” di Dario, partiture basate sull’interpretazione emotiva del suono, attraverso un percorso di crescita personale. Il documentario segue il percorso artistico ed esistenziale di Dario Buccino, alternando i momenti della solitudine del momento compositivo, a quelli della condivisione delle proprie tecniche con i suoi interpreti, fino alla ritualità del concerto. Un diario intimo che svela la genesi di un pensiero musicale molto complesso sia attraverso la voce e la musica di Dario Buccino, ma anche attraverso l’esplorazione delle sue attività quotidiane, il rapporto “solistico” con lo strumento e la relazione 

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