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29/10/2025 06:00:00

Canile di Marsala, i volontari denunciano: “Da un anno cani senza area sgambamento"

Le associazioni animaliste di Marsala lanciano un appello,  ma è una denuncia chiara contro un sistema che non tiene mai conto del benessere animale. Eppure le volontarie sono in canile con l’unico  obiettivo di portare sollievo ai prigionieri non votanti e di cui nessun altro si occupa.


E’ trascorso un anno intero e l’area dedicata allo sgambamento dei cani continua ad essere inaccessibile. 
Sono circa 200  i cani presenti in struttura, l’area sgambamento  è l’unico luogo dove gli ospiti possono correre o camminare liberamente, una volta a settimana, per 10 minuti circa.
E  Perché  escono per così poco tempo? Semplice: gli unici che si occupano dello sgambamento sono i volontari, che ogni weekend si recano in canile per regalare pochi minuti di libertà. 
Si legge sulla pagina Facebook di Randagi del Sud: “Da un anno si protraggono i lavori di manutenzione della rete fognaria che versava in condizioni precarie, tanto precarie che con cadenza quasi settimanale, da quanto abbiamo memoria, una ditta privata di auto-spurgo svuotava le fosse e le canalette, perché altrimenti i cani erano costretti a tenere le zampe immerse nella loro stessa pipì e popò”.
Ma fare sgambare i cani significa lavorare sulla loro socialità, quindi  garantire informazioni corrette ai futuri adottanti sulla compatibilità: “Da circa un anno noi portiamo i cani al guinzaglio all’interno della struttura che non è stata progettata certo da Renzo Piano: i cani nei recinti e nei box ci guardano svolgere le attività e chiaramente si innervosiscono e litigano tra di loro, si agitano, cercano di ottenere attenzione. Per non parlare poi dei cani dei recinti che vivono nella stessa area per anni senza uscire MAI, perché se porti a guinzaglio uno dei cinque cani ospiti in un recinto, al rientro sarà certamente azzannato dai compagni. I recinti andrebbero aboliti e per questo abbiamo proposto in sede di riunione di creare delle oasi all’interno di aree comunali presidiate, con la nostra collaborazione nella gestione, al fine di dare una parvenza di libertà almeno a dei branchi di alcuni recinti che da tanti anni non toccano la terra, non vedono altro che altri ospiti, la stessa siepe, lo stesso muro. Sembra una soluzione non praticabile ma non ci arrendiamo”.


Ma c’è di più: “Per completare, gli unici alberi che davano un po’ d’ombra in canile sono stati estirpati. Dove sono? Come sono stati ricollocati? Nessuno lo sa. Giudicate voi, cittadini della ridente Lilybeo: con la velocità con cui hanno rappezzato Marsala per i Bersaglieri, non potevano sistemare in tempi meno biblici il canile? O forse in canile …non vota nessuno? A voi l’ardua sentenza”.

 

Benessere comportamentale
È importante che  l’area torni immediatamente fruibile, i cani hanno bisogno di muoversi regolarmente per mantenersi in salute, in quell’ area possono correre, giocare e sfogare energia. Evitare problemi fisici legati alla sedentarietà, la permanenza in un box per lunghi periodi può generare stress e comportamenti stereotipati come l’abbaiare in modo compulsivo, mordersi la coda.  Ma è anche uno spazio dove i volontari possono interagire meglio con i cani, addestrarli e valutarne il comportamento in un contesto più naturale.


Dove è il verde?
Forse dimenticano amministrazione e gestori del canile, la Dog Village di Gela, che il verde e gli alberi forniscono ombra  e sono fondamentali nei mesi caldi per proteggere i cani dal sole e dal rischio di colpi di calore.
Il valore poi è pure educativo, un canile curato, con alberi e spazi naturali, trasmette un messaggio di rispetto per la vita e per la natura, rafforzando il ruolo del canile come luogo di accoglienza e riabilitazione, non solo di custodia.

 

Le Norme sul benessere animale e la violazione
La gestione dei canili è regolata principalmente dalla Legge  281/1991 e poi da una serie di Regolamenti regionali e comunali, che specificano gli standard strutturali dei canili. Tutte queste norme impongono che gli animali ospitati: abbiano spazio sufficiente per muoversi liberamente, siano protetti dalle intemperie e dal caldo, possano svolgere attività motoria e socializzazione.
Un canile senza area di sgambamento e senza zone d’ombra naturali o artificiali non garantisce questi diritti fondamentali.
Anche la Legge Regionale  3 agosto 2022, n. 15,  prevede requisiti strutturali e igienico-sanitari dei canili o rifugi. Inoltre il D.P.R. Sicilia 12/01/2007, n. 7 “Strutture per il ricovero e la custodia di cani e di gatti” prescrive che “il perimetro dell’area deve essere dotato di idoneo sviluppo di alberatura sempreverde …” come requisito obbligatorio.
Quindi le norme senza alcun dubbio prevedono che i canili dell’Isola debbano “per legge”avere spazi esterni per il movimento quotidiano dei cani; le aree esterne dispongano di ripari o alberature per ombreggiamento; le strutture siano idonee a garantire comfort termico e benessere etologico.


Senza questi elementi, un canile può essere sanzionato o dichiarato non idoneo dal servizio veterinario dell’ASP, il Comune potrebbe essere denunciato per maltrattamenti.
A questo punto dovrebbe l’ASP entrare a gamba tesa per i controlli, sempre che non sia troppo lavoro per loro.

 

Il silenzio dell’Amministrazione: un fallimento morale e amministrativo
L’amministrazione comunale ha scelto di voltarsi dall’altra parte, ignorando le richieste delle associazioni, dei volontari e dei cittadini che da anni denunciano le criticità del rifugio.
Questo abbandono non è solo materiale: è anche morale. Perché il modo in cui una comunità tratta gli animali più deboli racconta molto del suo grado di civiltà.
Marsala anche sul canile  resta indietro, prigioniera dell’indifferenza e dell’inerzia amministrativa.