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14/07/2025 14:00:00

"Il trovatore" a Trapani: regia futuristica, costumi sostenibili e teatro accessibile

 Un'opera immortale che guarda al futuro: è questa la sfida vinta dal Luglio Musicale Trapanese con la nuova produzione de Il trovatore di Giuseppe Verdi, andata in scena in prima al Teatro “Giuseppe Di Stefano” nell’ambito della 77ª stagione dell’ente. Un allestimento che ha saputo unire l’intensità del melodramma verdiano a una visione contemporanea e sostenibile, conquistando pubblico e critica.

 

Diretta da Bruno Cinquegrani e firmata alla regia da Daniele De Plano, questa nuova lettura si distingue per la sua ambientazione post-apocalittica e una scenografia fortemente simbolica. L’universo narrativo è sospeso in un tempo indefinito, dominato da rovine e paesaggi onirici ispirati a L'isola dei morti di Böcklin e alle atmosfere cupe di Blade Runner. Al centro del palco, una grande pedana rotante sorregge due monoliti che mutano forma scenica, evocando edifici distrutti, testimonianze di un passato dimenticato.

 

Il cast, di grande livello, ha visto Massimo Cavalletti nei panni del Conte di Luna, Melissa Purnell come Leonora, Anna Maria Chiuri nel ruolo della tormentata Azucena, e Andrea Shin in quello dell’eroico Manrico. Completano l’ensemble Mariano Orozco, Martina Mazzola, Blagoj Nacoski, Emilio Casali e Giuseppe Grassadonia, con il supporto dell’Orchestra e Coro del Luglio Musicale Trapanese, quest’ultimo diretto da Fabio Modica. Le coreografie, a cura di Piera Spoto e Giuliana Principato, hanno rafforzato la fisicità della messa in scena, tra danza e movimento teatrale.

 

Dal punto di vista visivo, la produzione è una dichiarazione di intenti. I costumi, firmati dallo scenografo e costumista Angelo Bertini, raccontano i conflitti dell’opera anche attraverso i materiali: armature nere e lucide per la corte del Conte di Luna, abiti bruciati dai toni terrosi per gli zingari, fino alla fusione dei contrasti nei personaggi di Manrico e Leonora. Tutti i capi sono stati realizzati seguendo principi di upcycling, con materiali di recupero trasformati in pezzi scenici unici, in un percorso di sostenibilità che coinvolge anche il reparto sartoria.

 

Un aspetto di grande valore sociale è infatti il coinvolgimento dell’Associazione “Formare e Motivare” di Trapani, che ha curato la confezione dei costumi attraverso un laboratorio di cucito completamente al femminile. Le loro mani hanno dato vita non solo a capi di scena, ma a un progetto di inclusione e crescita artistica, ispirato al programma “Cucire: cibo per l’anima”.

 

Ma l’innovazione di Il trovatore va oltre la scena e tocca il cuore dell’accessibilità culturale. Il progetto, coordinato da Rossella Pizzatti, dottoranda del Conservatorio “Scontrino” di Trapani nell’ambito del Dottorato Nazionale Artistic Research on Musical Heritage, ha reso lo spettacolo fruibile anche al pubblico non vedente e ipovedente. Tra i servizi attivati: percorsi multisensoriali, audio-guide in Braille con QR code, contenuti online anticipati e interviste ai protagonisti. Un’iniziativa realizzata in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti – Sezione di Trapani.

 

Con questa produzione, il Luglio Musicale Trapanese dimostra come il teatro d’opera possa essere uno spazio vivo, capace di parlare al presente e di costruire ponti verso nuovi pubblici. Il trovatore non perde la sua forza emotiva: la riscopre, anzi, in una veste visionaria e profondamente umana. Una serata di grande teatro, dove passato e futuro si incontrano sul palco, e le emozioni – quelle, sì – restano eterne.