Il dibattito sul nuovo Piano regionale dei rifiuti torna al centro della scena politica siciliana dopo la pubblicazione del referto della Corte dei Conti. A chiarire la posizione della maggioranza è Stefano Pellegrino, presidente dei deputati di Forza Italia all’Assemblea Regionale Siciliana, che interviene respingendo qualsiasi interpretazione negativa sul lavoro del governo Schifani.
Pellegrino sottolinea come il documento della Corte «non metta in discussione la bontà o la necessità del Piano», ma ne evidenzi piuttosto l’urgenza di attuazione. Secondo l’esponente azzurro, i rilievi dei magistrati contabili confermano che la strada intrapresa dalla Regione sia «l’unica percorribile» per chiudere una crisi gestionale che dura da decenni.
«Con il Piano approvato da questo Governo – afferma Pellegrino – e con i provvedimenti complementari già adottati, si risponde finalmente a un’emergenza che ha avvelenato ambiente, bilancio regionale e vita dei cittadini, favorendo solo posizioni di monopolio». Per il capogruppo di FI, le osservazioni della Corte devono essere lette come uno stimolo ad andare avanti senza esitazioni, lasciandosi definitivamente alle spalle «un passato fallimentare».
Tra i passaggi centrali del Piano, Pellegrino richiama la scelta dei termovalorizzatori di ultima generazione, una misura che – sostiene – garantisce «economicità, trasparenza, tutela ambientale e il decoro che i siciliani aspettano da troppo tempo». Una risposta «chiara e risolutiva», secondo il deputato, che rientra in una strategia più ampia che prevede anche il rafforzamento della struttura amministrativa chiamata a gestire l’intero sistema dei rifiuti. Pellegrino critica infine chi legge nel referto della Corte una bocciatura dell’impianto complessivo o dei termovalorizzatori: «Chi sostiene ciò o non ha letto il documento, o agisce in malafede».
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Legambiente: “Schifani riscriva il piano rifiuti”
“Non esiste certezza su tempi, dimensioni o efficacia degli impianti”. Anche la Corte dei Conti boccia gli inceneritori. Legambiente: “Al presidente Schifani chiediamo di seguire le indicazioni puntuali della Corte dei conti e di riscrivere il piano rifiuti nel pieno rispetto della gerarchia della gestione dei rifiuti, della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini”
A commentare il documento è il presidente di Legambiente Sicilia, Tommaso Castronovo, che sottolinea come il report confermi “la totale inadeguatezza della strategia basata sugli inceneritori”. Per Castronovo, tali impianti non solo non rappresentano una soluzione moderna, ma fanno parte di un modello superato e potenzialmente pericoloso.
Cita gli esempi del passato: i primi inceneritori italiani degli anni ’70, poi chiusi perché emettevano diossina e metalli pesanti, e il piano dell’era Cuffaro, a inizio anni 2000, che prevedeva quattro termovalorizzatori capaci di bruciare l’intera produzione di rifiuti dell’isola, allora oltre 2,5 milioni di tonnellate, sacrificando di fatto raccolta differenziata e riciclo.
Secondo Legambiente, non solo gli inceneritori non sono “innovativi”, ma rischiano di distruggere materie prime recuperabili: delle circa 600 mila tonnellate che il sistema proposto dovrebbe trattare annualmente, almeno 400 mila potrebbero essere trasformate in risorsa invece di finire nei forni.
La Corte dei conti, inoltre, punta il dito anche contro la mancanza di pianificazione e gli impianti di riciclo fermi al palo, un altro nodo critico che il piano regionale non affronta in modo adeguato.
“Al presidente Schifani chiediamo di seguire le indicazioni puntuali della Corte dei conti e di riscrivere il piano rifiuti nel pieno rispetto della gerarchia europea, della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini”, conclude Castronovo.
La pressione sull’esecutivo regionale cresce, mentre il dibattito sul futuro della gestione dei rifiuti in Sicilia si riapre, questa volta con il sigillo dei giudici contabili.
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Lorefice (M5): "La Corte dei Conti certifica il fallimento del sistema Sicilia"
“La Corte dei Conti conferma ciò che denunciamo da anni: il ciclo dei rifiuti in Sicilia presenta gravissime carenze programmatorie, organizzative e gestionali, che hanno prodotto inefficienze, spreco di risorse pubbliche e ritardi infrastrutturali”. È durissimo il commento del senatore del Movimento 5 Stelle Pietro Lorefice, Segretario di Presidenza del Senato e capogruppo in Commissione Bicamerale Ecomafie, dopo la pubblicazione del referto della magistratura contabile sulla gestione regionale dei rifiuti.
Secondo Lorefice, il quadro delineato dalla Corte sarebbe la conferma di un sistema in stallo da anni. “Anni di commissariamenti non hanno concluso nulla – afferma – generando solo emergenza permanente e costi sempre più elevati per cittadini e territori”. Il parlamentare sottolinea come, nel documento, vengano richiamate criticità strutturali: dalla documentazione lacunosa alla commistione tra gestione ordinaria e straordinaria, fino alla mancanza di un controllo efficace sull’uso dei fondi pubblici.
Per il senatore M5S, tutto ciò rappresenta la fotografia di un sistema “bloccato”, dove le continue misure emergenziali non hanno prodotto risultati, né sul fronte della realizzazione degli impianti né su quello dell’efficienza del servizio. “La Sicilia ha bisogno di trasparenza, pianificazione e investimenti – insiste Lorefice – non di scorciatoie emergenziali né di vuote repliche di rito”.
Il referto della Corte dei Conti arriva in un momento in cui il governo regionale è impegnato nella difesa del nuovo Piano rifiuti, più volte al centro di scontri politici e contestazioni da parte di associazioni ambientaliste e opposizioni. Le valutazioni della magistratura contabile, osserva il senatore pentastellato, rendono ancora più urgente un cambio di passo nella gestione del settore, da anni tra le principali emergenze dell’Isola.