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08/09/2009 07:44:09

Marettimo e le Egadi confermano il loro pregio archeologico

Vincenzo Bevilacqua, la dottoressa Rossella Giglio, dirigente del Servizio per i beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali di Trapani, ha presentato al pubblico gli esiti dei lavori di scavo archeologico svolti nell’ambito del progetto: “Itinerario di rivitalizzazione delle risorse storiche-archeologiche dell’isola di Marettimo. Completamento dell'area archeologica Case Romane” approvato e finanziato con Decreto Assessoriale 26/S6DPR 8/”/2005 PIT Isole minori. I lavori di ricerca scientifica sono stati realizzati da un'èquipe altamente qualificata: al direttore dei lavori, Maria Grazia Sercia, si sono affiancati Rosa Di Liberto (per il restauro architettonico), Fabiola Ardizzone ed Elena Pezzini (per le indagini archeologiche). Rossella Giglio ha confermato che l’importanza archeologica dell’arcipelago delle Egadi ormai è evidente grazie agli eccezionali recenti ritrovamenti. A Favignana, Levanzo e Marettimo la Soprintendenza ha infatti speso notevoli energie istituzionali, non ultimo il restauro architettonico dello Stabilimento Florio di Favignana (40.000 mq di spazi coperti e oltre quelli all'aperto). Ma limitatamente al campo archeologico, le recenti campagne di scavo all’interno delle grotte, a Levanzo (Grotta del Genovese) e Favignana (Grotta dell’Ucceria e Grotta d’Oriente) e i lavori di recupero della “Grotta del pozzo” sempre a Favignana, hanno confermato l’importanza della presenza umana nelle isole. Marettimo ha fornito uno degli esempi insediativi più notevoli: “L’area archeologica Case Romane – dice la Giglio - si trova a mezza costa sulla montagna in prossimità di una sorgente e presenta un'accentuata caratterizzazione sacra. Elemento centrale ne é una chiesetta dell’XI secolo ai cui lati vi sono i resti di due costruzioni. Questi lavori hanno permesso una scoperta di eccezionale valore storico e archeologico”. La Giglio ha presentato al pubblico di residenti e turisti la scoperta del fonte battesimale ad immersione, rivestito da intonaco dipinto in finto marmo, databile ad epoca proto-bizantina (VI- VII sec. d. C.), inserito nel contesto di un edificio ecclesiale a tre navate, più ampio della chiesa di epoca normanna, e ha poi comunicato che sono in corso i lavori per l'ormai imminente apertura degli spazi espositivi allo Stabilimento Florio di Favignana, dove saranno esposti anche i reperti archeologici rinvenuti nel corso degli scavi recenti.



Cultura | 2024-04-25 02:00:00
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