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22/03/2013 05:49:49

Sorveglianza speciale, assolto Pellegrino. Patti: ascoltato Porcaro. Riprende il processo D'Alì

 La sentenza è stata emessa dal giudice di Trapani Caterina Brignone. Pellegrino, che è stato assistito dall'avvocato Vito Galluffo, era accusato di non avere comunicato alcuni suoi spostamenti alle autorità preposte. «Non si può ravvisare - scrive il giudice - la violazione della prescrizione di comunicare il rientro nel comune di dimora». L'imputato, rileva ancora il giudice, seppure con un certo ritardo «ma non intempestivamente, ha provveduto a comunicare l'avvenuto rientro a casa e l'orario dello stesso senza che i militari avessero dovuto svolgere accertamenti». «Giustizia, anche se tardivamente, è fatta», ha commentato l'ex assessore, che ha voluto ringraziare pubblicamente il difensore, l'avvocato Vito Galluffo.

PATTI.  Mario Porcaro, ex presidente del Collegio dei sindaci di Valtur, è stato sentito dal Tribunale nell'ambito del procedimento di prevenzione a carico dell'ex patron Carmelo Patti. Porcaro, che è anche consulente, ha ricostruito la fitta rete di intrecci e le vicende che hanno portato alla scissione tra il ramo industriale e quello turistico del complesso aziendale messo su dall'imprenditore castelvetranese. La prossima udienza è prevista per il 24 aprile.

D'ALI'. Seconda udienza davanti al gup nel rito abbreviato a carico del senatore Antonio D'Alì, senatore del Pdl imputato di concorso esterno per associzione mafiosa. La prima udienza è stata caratterizzata dalll'esclusione dalle parti civili del prefetto Fulvio Sodano. L'ex prefetto di Trapani c aveva chiesto di costituirsi attraverso l'avvocato Giuseppe Gandolfo: D'Alì, secondo la versione di Sodano, è accusato di essere intervenuto per trasferirlo in altra sede (da Trapani ad Agrigento) per 'punire' la sua solerzia ed il suo zelo nel tutelare la Calcestruzzi Ericina, confiscata al boss di Trapani Vincenzo Virga, che sotto la sua gestione era divenuta concorrente temibile di buona parte dell'imprenditoria trapanese condizionata dalla mafia. Ma il gup Giuseppe Francolini ha deciso di non ammettere il prefetto sostenendo che la persona giuridica danneggiata dal reato è lo Stato. 'Rispetto, anche se con tanta amarezza, la decisione del gup - ha detto l'avvocato Gandolfo - mi chiedo a questo punto però dov'è la Regione Sicilia in questo processo, dove sono la provincia e il Comune di Trapani; insomma dov'è lo Stato? Se vorranno essere credibili gli enti pubblici recitino la loro parte, sono ancora in tempo, visto che la discussione non è ancora iniziata'.

Tonino D’Alì, trapanese, banchiere, classe ’51, è stato rieletto da pici a Palazzo Madama. E' stato candidato dal Pdl nonostante il processo a suo carico, dove è accusato di avere favorito la mafia del Belice, capeggiata dal latitante Matteo Messina Denaro e prima ancora dal padre di questi, don Ciccio Messina Denaro, il “patriarca” di Cosa nostra belicina.