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11/04/2013 07:48:43

Ingroia non può andare in Sicilia. Il Csm gli nega l'autorizzazione

 Il plenum del Csm non si è ancora pronunciato - la decisione, attesa pòer questa sera, è slittata a domani - ma ci ha pensato la terza commissione a spegnere le speranze dell’ex titolare dell’inchiesta Stato-mafia di una soluzione diversa da quella di traslocare dall’altra parte della Penisola. La Commissione gli ha negato il via libera per andare a ricoprire l’incarico di presidente di Riscossione Sicilia Spa (la società che riscuote le imposte per la Regione siciliana) che gli ha offerto il governatore Rosario Crocetta. «A questo punto la scelta spetta a Ingroia - ha detto Crocetta - noi gli abbiamo fatto la proposta con onestà e sincerità pensando che possa svolgere un grande ruolo alla guida di Riscossione Spa».

Per quanto Ingroia abbia detto in tutte le salse che non ha nessuna intenzione di trasferirsi a Aosta, la strada sembra segnata: deve farlo, se non vuole rinunciare alla toga. E se effettivamente lui lo farà, dovrà mettere in un cantuccio, almeno per ora , l’attività politica che è incompatibile con lo status di magistrato in servizio; così come, per almeno tre anni, non potrà ricoprire nessun incarico fuori ruolo, come quello che gli aveva affidato l’Onu in Guatemala, prima che si candidasse, senza successo, alle elezioni politiche di febbraio.

La doccia fredda per Ingroia è arrivata nel pomeriggio: non c’è nessun interesse dell’amministrazione della giustizia, hanno decretato i sei componenti della Terza Commissione, al fatto che un magistrato vada a ricoprire il ruolo di responsabile della riscossione delle tasse in Sicilia; e dunque manca il requisito indispensabile per il via libera. Una decisione inevitabile, tenuto conto che in tutti i casi analoghi precedenti di cui si era occupato il Csm (l’ultimo dei quali risalente ad appena tre mesi fa riguardava il giudice Maria Cristina Motta che aveva chiesto l’autorizzazione ad assumere l’incarico di direttore amministrativo della Asl di Verona) la risposta era stata sempre un secco «no».

A questo punto la decisione del plenum sembra scontata, salvo colpi di scena: Ingroia deve rientrare in servizio ad Aosta, una scelta obbligata dal fatto che si tratta dell’unica circoscrizione elettorale nella quale l’ex pm non si è candidato alle recenti politiche come capolista di Rivoluzione civile e che per questo non ha alternativa: a imporla è la legge che prevede che i magistrati candidati e non eletti «non possono esercitare per un periodo di cinque anni le loro funzioni nella circoscrizione nel cui ambito si sono svolte le elezioni’ ». È molto probabile, in base alle norme, la destinazione di Ingroia al tribunale - in sovrannumero (l’ufficio è già a pieno organico con 7 giudici) - piuttosto che alla procura di Aosta, dove però c’è un posto libero. L’ultima parola la dirà domani il plenum.