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14/11/2013 06:22:00

Salemi. Belice Ambiente non paga i dipendenti e accusa i comuni, ma il Prefetto Basile...

Continua senza tregua da un anno l’indegna telenovela dell’Ato Belice Ambiente. Sulla pelle dei lavoratori abbiamo assistito ad un continuo rimpallo di cifre e di reciproche accuse e smentite. Da una parte i commissari straordinari succedutisi per la gestione del fallimento della società e dall’altra i sindaci, o una parte di loro, degli undici comuni . L’ultimo episodio è andato in scena alcuni giorni addietro. A innescare la miccia ci ha pensato stavolta il commissario straordinario Silvia Coscienza, con la decisione di pagare gli stipendi solo ai dipendenti residenti in quei Comuni che sono in regola con il pagamento delle quote per il servizio di raccolta dei rifiuti. La conseguenza è ricaduta sulle spalle degli operatori ecologici dei comuni di Salemi, Santa Ninfa, Gibellina, Vita e Partanna. Non è stato loro accreditato lo stipendio del mese di ottobre perché non sarebbe stata versata, da parte di questi comuni, la loro quota parte. Si tratta di circa 70 operatori, che, sia detto per inciso, aspettano ancora le spettanze relative ad altri tre mesi antecedenti. Di questo, a dir poco strana ( il sindaco Catania di Partanna lo ha definito “un atto illegittimo”), decisione in verità già si sapeva. Era stata ufficializzata nel corso di un incontro in prefettura, presenti i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Fiadel. I Sindaci che non pagano non avranno il servizio di raccolta dei rifiuti, era stato annunciato. Mentre i sindacati a loro volta, avevano proclamato lo sciopero per i giorni 29 e 30 novembre. Ma dopo le smentite di Catania, nella giornata di oggi ( 13 novembre, n.d.r) sono arrivate anche quelle del Commissario straordinario di Salemi Benedetto Basile. Precisando che il comune di Salemi non solo ha pagato la quota di ottobre (mandato di pagamento n. 2340 del 07.11.2013), ma è tra quelli che nulla deve di pregresso, al contrario di altri che invece risultano morosi e inadempienti. La questione era già stata sviscerata nei mesi trascorsi, quando a Salemi la Commissione straordinaria era guida da Leopoldo Falco, oggi Prefetto di Trapani. A seguito di una serie di incontri tecnici bilaterali tra rappresentanti del Comune (capodelegazione il direttore di ragioneria Calamia) e rappresentanti della Belice Ambienti si era messo un punto fermo al contenzioso che da anni perdurava tra i due enti. Oggi sarà la Magistratura a sciogliere il nodo gordiano. Già. Perché anche la vicenda della Belice Ambiente ha avuto un epilogo molto simile a quello avuto dalla stragrande maggioranza degli Ato in Sicilia. Contrariamente a quanto maldestramente era stato fatto credere da una ben orchestrata campagna di stampa (complici partiti, sindacati, sindaci, consiglieri comunali, associazioni ambientalisti, organi di stampa) la Belice Ambiente era solo un carrozzone mangia soldi al pari degli altri. Altro che Ato virtuoso e con bilanci sani. La verità venne a galla con i Bilanci del 2010 e del 2011. I dati in esso contenuti erano micidiali. Veniva ufficializzata una perdita di oltre 20 milioni di euro. Erano gli stessi uffici a renderlo noto. "Le perdite dei due precedenti Bilanci –si leggeva in un comunicato dell'Ato- non sono da imputare all'attuale gestione ma, soprattutto, alla svalutazione dei crediti relativa alla vicenda "TIA falsa" su cui ancora indaga la Procura della Repubblica". E cercando, al tempo stesso, di rassicurare gli utenti dicendo di essere “l’unico Ato in Sicilia ad avere pagato tutti gli stipendi e la tredicesima ai dipendenti fino al 31 dicembre 2012”. Era il 10 gennaio di quest’anno. Di li a poco i fatti avrebbero provveduto a smentire l’incauta affermazione. Si ricorderà infatti la sconcertante vicenda della mancanza di carburante che determinò il blocco della raccolta dei rifiuti proprio in concomitanza della Festa di Giuseppe, la più importante manifestazione salemitana, che ogni anno richiama migliaia di turisti. Per la risibile somma di 800 euro, a fronte di un bilancio milionario, fu provocato un danno d’immagine irreparabile. Per un risarcimento, da parte della Commissione Straordinaria, fu avanzata una denuncia per interruzione ingiustificata di pubblico servizio . In questi giorni si replica con lo stesso copione. Anche questa volta, come arma impropria di pressione si usa quella, molto strumentale, del mancato pagamento degli stipendi ai lavoratori e con la complicità di cronisti quanto meno sprovveduti. E anche questa volta il Comune di Salemi ha le carte in regola. Ma fino ad oggi ancora nessuno ha saputo rispondere a due semplici e legittime domande: in che modo e stata procurata l’incredibile voragine di debiti e chi ne è stato il responsabile e perché il Comune di Mazara del Vallo viene indicato sempre come il risolutore delle ricorrenti emergenze.
Franco Lo Re