Ad Agrigento, si sa, succedono sempre cose surreali. Questa volta protagonista è il secentesco Palazzo Tomasi, un edificio barocco nel cuore del centro storico di Agrigento e destinato – sulla carta – a mostre permanenti e ad iniziative culturali.
Nel 2000 è stato interamente restaurato dal Comune, con l’obiettivo di creare una sorta di sede distaccata dell’Università di Palermo ed ospitare dei corso di laurea. Invece nel tempo – e dopo avere speso milioni di euro – è stato di fatto abbandonato (l’Università di Palermo, che non era stata mai consultato prima dei lavori di restauro, ha ritenuto l’edificio non idoneo) e nel frattempo è cominciato il saccheggio. L’ultimo è quello (fallito) delle porte interne. Qualcuno ha sfondato il portone di ingresso, le ha smontate e le ha già predisposte per il trasporto «altrove». Ma gli attivisti dl movimento civico Agrigento Punto e Capo hanno avvertito il Comune e messo su YouTube il video della surreale telefonata con il comando della polizia municipale di Agrigento: «Guardate che qui stanno rubando tutto, qualcuno deve venire».La risposta: «Sì prendiamo nota». «Stanno rubando tutto». «Aspetti che le passo un altro ufficio».
Morale: mentre i vigili cercavano di capire dove fosse il palazzo, e cosa fare, i tre volontari dell’associazione presidiavano il palazzo per evitare che la banda di ladri entrasse a completare l’opera. A sera, e dopo ore di «trattative» la porta dell’edificio storico, è stata sbarrata con delle assi inchiodate di traverso. “Uno strazio – dicono dalle parti dell’associazione – pensare allo spreco di questo palazzo restaurato a spese della cittadinanza e tenuto chiuso in balia dei ladri che hanno portato via prima lo stemma nobiliare, poi i pluviali e adesso, almeno per quanto è dato sapere, sanitari e termosifoni”. Ironia della sorte, il Palazzo Tomasi ha anche un antifurto. Ma non è collegato alla rete elettrica. Qui di spalla il video della telefonata…