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08/10/2014 20:33:00

Trapani, sequestro di beni al commercialista Giuseppe Messina

 Sottoposti a sequestro preventivo beni riconducibili al commercialista trapanese Giuseppe Messina, coinvolto negli anni Novanta in un’indagine di mafia. Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Trapani su richiesta della Direzione Investigativa Antimafia, ha riguardato una palazzina, una società commerciale, auto, titoli e conti correnti. Messina ha patteggiato nel 2006 una condanna a venti mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. La gestione dei beni è stata affidata ad un amministratore giudiziario.

Tra gli anni ’80 e 90 quando Messina era “consigliere” della famiglia mafiosa trapanese, vicinissimo al capomafia dell’epoca, Vincenzo Virga. Vicende raccontate dai collaboratori di giustizia come il mazarese Vincenzo Sinacori, ma confermate e ulteriormente approfondite dallo stesso commercialista che ha disvelato la rete dei collegamenti tra mafiosi potenti, come l’attuale latitante Matteo Messina Denaro, e il mondo imprenditoriale trapanese. È pur vero che ad un certo punto la sua collaborazione si è fermata a proposito dei rapporti tra mafia e politica. Messina tra l’altro è stato sentito come teste nell’ambito dei procedimenti contro il senatore Andreotti, il senatore trapanese D’Alì (dove fu sentito come teste della difesa negando sostegno elettorale di Cosa nostra) e nel processo palermitano contro Pino Giammarinaro (nel quale si avvalse della facoltà di non rispondere).

 



Native | 2024-04-25 09:00:00
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