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18/12/2014 06:20:00

Marsala, Sturiano: "L'intimidazione? Sono sereno. Ho sempre agito con decisione"

Indagini a 360 gradi sull’incendio dell’auto del presidente del consiglio comunale di Marsala, Enzo Sturiano. Non c’è l’ufficialità ma tutto fa pensare che si sia trattato di un incendio doloso, quello che ha distrutto la Bmw, parcheggiata davanti casa, la notte tra giovedì e venerdì. Sturiano un episodio da condannare, senza se e senza ma, che tocca la sfera familiare anche.

 

Io mi sento abbastanza tranquillo e sereno. Mi ha dato più fastidio perchè ha scosso la mia famiglia.

 

Ci sono stati tanti commenti sull’accaduto. Chi ha espresso solidarietà e chi no. Insomma, come spesso accade in questi casi. Alcuni hanno parlato di una sua mega villa, come a dire “e che sarà mai l’incendio di una macchina”.

 

Io non abito in una villa, anzi sto a casa dei miei suoceri. Chi fa politica onestamente non si arricchisce, non ha ville, anzi.

 

Lei è stato sentito dagli inquirenti. Si è fatto qualche idea sui motivi dell’incendio? E’ per qualcosa che è successo, che riguarda la sua attività da presidente del consiglio comunale, o per qualcosa che deve accadere? Il riferimento è alla campagna elettorale che la vedrà protagonista. Può essere un avvertimento?

 

Si stanno seguendo alcune piste. Io sono stato abbastanza chiaro con atteggiamenti e posizioni forti assunte in consiglio comunale su questioni scomodissime ma che necessitavano di una presa di posizione decisa. L’incendio potrebbe anche essere collegato a quello che potrebbe accadere in un futuro prossimo. 

 

L’incendio avviene nella notte in cui il consiglio comunale ha approvato il bilancio di previsione. Che bilancio è?

 

Più che preventivo è un bilancio consuntivo, perchè è riferito all’anno 2014. Siamo stati messi davanti a un bilancio dove c’era ben poco da toccare e tagliare. Sono stati approvati alcuni atti di indirizzo dal consiglio comunale che ha fatto aggiustamenti per appena 340 mila euro. Davvero poca cosa rispetto a quello che si poteva fare a inizio anno. Sono state però sollevate alcune questioni delicate che incidono sul bilancio per diversi milioni di euro e su cui cominceremo a fare luce.

 

Marsala è un comune commissariato, dalle dimissioni di Giulia Adamo, per i noti fatti giudiziario, ad amministrare la città è il commissario Giovanni Bologna. Che però viene sempre meno in città, perchè sta ricoprendo anche incarichi delicati alla Regione alle prese con il bilancio regionale. Viene una volta a settimana. Si sente la mancanza di una guida politica?

 

Certo, una città deve avere una guida politica, un punto di riferimento. Bologna è impegnato per questioni delicatissime alla Regione. Questa situazione mi sta esponendo e mi ha esposto maggiormente davanti alla città in fase di approvazione di bilancio. Ma io non sono l’amministrazione, sono il presidente del consiglio comunale, con compiti e poteri ben precisi oltre i quali non posso andare.

 

Ci sono molti malcontenti. Sono state prese decisioni che non sono piaciute a una parte della popolazione.

 

Gli stessi indigenti, a cui abbiamo dato un contributo natalizio di 80 euro. Sono 3 mila famiglie che hanno presentato istanza, quasi il doppio rispetto all’anno scorso. Sono pochi, ma nessuno dice che in previsione di bilancio non c’era nulla e che il consiglio comunale ha fatto il massimo per aggiungere queste cifre.

 

Lei dice che la città non apprezza lo sforzo che sta facendo il consiglio comunale in assenza di una guida politica?

 

Abbiamo fatto il massimo per contenere la Tasi, dal 2,5 all’1,5 per mille, con una riduzione di 2 milioni di euro delle entrate che potevano essere spalmate. E’ emerso che occorre cominciare a mettere mano ai costi dell’ente, capire come si possono ridurre alcune voci. Alcuni costi sono cresciuti nell’ultimo anno e bisogna fare un’opera di revisione. Anche sui servizi sociali, perchè in Italia siamo abituati a vedere persone che percepiscono pensioni di accompagnamento perchè sono cieche ma poi hanno una Ferrari in garage.

 

Tra queste voci c’è anche quella dell’illuminazione pubblica. Il Comune spende milioni di euro ogni anno.

 

C’è qualcosa che non torna, c’è circa un milione di euro che “gioca”. Dobbiamo cercare di capire cosa non va e come ridurre i costi.

 

Ma il costo che pesa di più è quello sui rifiuti. Oltre che in termini economici anche come servizio, che lascia sempre molto a desiderare. Quante volte ne avete parlato in consiglio comunale... siamo sempre allo stesso punto però. Il servizio è carissimo. C’è stata anche una commissione d’inchiesta su Ato e rifiuti in consiglio comunale.

 

E’ doveroso da parte dei cittadini collaborare per abbattere i costi.

 

Servizi sociali, illuminazione, rifiuti, costi. Sono elementi che possono essere utili per capire come si arriva all’incendio della sua auto? Le tensioni covano dappertutto.

 

Non mi sono mai sottratto, in 12 anni di attività politica, dalla votazione di un atto deliberativo. Mi sono sempre assunto le mie responsabilità, ho preso il fuoco con le mani e ci ho messo sempre la faccia. Non sono mai scappato quando occorreva fare interventi di una certa delicatezza.

 

E il riferimeno è alla gestione dei rifiuti, che tra l’altro è stata messa sotto inchiesta dalla Dda di Palermo e pochi giorni fa c’è stato il rinvio a giudizio dei vertici di Ato, Aimeri e Sicilfert per una gestione definita “illegale”.

 

Quando si affrontano determinate questioni bisogna essere seri e saperle affrontare da parte dei consiglieri comunali. In questo caso si è fatta troppa demagogia e populismo, facendomi esporre rispetto alle posizioni prese denunciando pubblicamente determinati fatti.

 

Come quello che è emerso nella commissione d’inchiesta presieduta da Michele Gandolfo.

 

Le mie dichiarazioni sono a verbale, sono atti pubblici. Quando qualcuno diceva che io volevo insabbiare il lavoro fatto dalla commissione d’inchiesta, aveva omesso di dire che ero quello che si era esposto più di altri quando ho denunciato che c’erano delle anomalie nella gestione dei rifiuti e su come si è arrivati a determinate nomine all’interno del cda dell’Ato di soggetti molto vicini ad esponenti mafiosi. Mi sono esposto più di tutti e su questa vicenda bisogna fare chiarezza. Bisogna capire come l’Ato ha fatto determinate nomine, come si è arrivati a certi nomi che sono di soggetti vicini al malaffare. Se vogliamo cambiare le cose bisogna partire dal punto d’inizio. Bisogna capire chi ha nominato e perchè sono stati scelti questi soggetti.