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26/10/2016 07:23:00

Un encomio alla buona sanità dell'ospedale "Paolo Borsellino" di Marsala

 Sento oggi la necessità, nonché il dovere morale, di segnalare un caso di buona sanità avvenuto nel presidio ospedaliero “Paolo Borsellino” di Marsala in un tempo in cui, purtroppo, è facile perdere il senso di fiducia nelle istituzioni e in chi vi opera. Giorno otto dello scorso mese di Agosto mio marito è stato ricoverato d’urgenza nel reparto di chirurgia 1 per una severa Pancreatite. Dopo circa una settimana di cure adeguate sono purtroppo sopraggiunte gravi complicazioni a carico dell’apparato respiratorio per cui i medici hanno ritenuto opportuno il trasferimento nel reparto di terapia intensiva dove è rimasto degente per circa una settimana per essere poi ritrasferito in chirurgia 1. Potrebbe questo sembrare un iter di apparente e normale routine ospedaliera, ma quello che io vorrei sottolineare e rendere pubblico è quanta professionalità ed umanità noi della famiglia abbiamo colto nelle azioni dei medici e degli infermieri. Li abbiamo visto lavorare con costanza, serietà e pazienza giorno e notte, anche se le condizioni dell’ospedale spesso non lo avrebbero permesso per carenze di personale e materiali. In particolare, quando accanto al letto di mio marito, lui mi dice di non potere respirare, chiedo subito aiuto agli infermieri i quali si prodigano in modo indescrivibile e con una tempistica a dir poco lodevole, nel predisporre quanto necessario per aiutarlo. Nell’arco di pochi minuti nella stanza sono arrivati anestesista, pneumologo, chirurgo, cardiologo, nonché molti infermieri e macchinari per elettrocardiogramma, respirazione artificiale, defibrillatore, ossigeno e quant’altro poteva in quel momento essere necessario per salvare una vita umana. Sottolineo che mio marito è stato un paziente “difficile” da gestire perché il ricovero ospedaliero e la malattia lo hanno indotto “fuori testa” a lungo e a rifiutare le cure e gli aiuti medici. Ricordo, ancora commossa che nella confusione del momento, mentre si cercava di mettergli la mascherina d’ossigeno che lui non accettava e toglieva in continuazione, ma che in quel momento era indispensabile per la sua vita, un’infermiera gli teneva affettuosamente la mano nel tentativo di convincerlo a tenerla. Credetemi per la famiglia questo non è stato poco, è stato un gesto che non è passato inosservato per l’umanità che ha sprigionato. Oggi voglio ringraziare quanti si sono prodigati per la faticosa ripresa di mio marito che nella lotta tra la vita e la morte, è stato salvato dalla competenza e dalla professionalità dei medici del Borsellino e restituito all’affetto dei suoi cari. Voglio scusarmi, anche a nome suo naturalmente, per le resistenze da lui messe in atto nei confronti di medici e infermieri e in particolare per il triste, quanto inopportuno “calcio al petto” sferrato ai danni di un medico del reparto di terapia intensiva, in un momento di eccessiva ipertensione e nel più totale stato di incoscienza. Oggi grazie al buon Dio che ha guidato le menti e i cuori del personale dell’ospedale di Marsala, mio marito ha ripreso a camminare e sta avendo un’ottima convalescenza, anche se ancora non ricorda nulla della sua degenza in ospedale ed insieme ringraziamo tutti per il senso del dovere e per l’impegno profuso nelle funzioni di una professione che, oggi più che mai, riteniamo tanto difficile quanto delicata e che senza umanità, comunque, verrebbe svilita nella sua essenza. Grazie perché oggi i miei figli possono ancora chiamare papà e la nipotina in arrivo potrà conoscere il nonno e insieme alle cuginette godere del suo amore.

Maria



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