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15/11/2016 06:35:00

Mazara. La consigliera Diadema, la sua fuga dall'aula, e il nostro sarcasmo...

 Egregio Direttore,
 intervengo in merito all'articolo pubblicato in data 11/11/2016, dal titolo
"Mazara. Così i consiglieri sono stati costretti a diminuirsi il gettone di presenza", a firma di Alessandro Accardo Palumbo.
Mi duole notare, e non con poco rammarico, che una questione così delicata e controversa come l'ispezione degli enti locali e la relativa trasmissione degli atti alla Corte dei conti venga analizzata con tanta superficialità e persino sarcasmo da parte di un giornalista attento ed esperto come Accardo Palumbo.
Infatti il tema trattato in Consiglio qualche giorno fa, proprio grazie al cosidetto "siparietto" descritto dal giornalista a proposito del documento da me letto in Aula prima di lasciare i lavori, documento – sottolineo – uscito da un’assemblea di circolo locale del PD e suffragato da quello provinciale, sta producendo quegli effetti che il team di legali a cui ci siamo rivolti avevano abbondantemente previsto. Mi riferisco ovviamente a tutte le dichiarazioni e alle posizioni formalizzate nelle ultime ore da diversi consiglieri comunali che, sulla scia della posizione assunta dal PD, hanno dichiarato la propria disponibilità a restituire le presunte somme indebitamente percepite, al fine di impedire l'insorgenza di un contenzioso coi consiglieri dagli esiti molto incerti.
Ringraziandola per la cortese attenzione, porgo distinti saluti.

Teresa Diadema

Consigliere comunale - Segretario circolo PD Mazara


 

Né superficialità né sarcasmo: solo i fatti. La cronaca di quanto successo in Aula la scorsa settimana è evidente a tutti ed è stata raccontata dal sottoscritto, e dagli altri colleghi giornalisti presenti in Aula, in modo puntiglioso. Il fatto che qualcuno si ostini a non volere capire – che al di là di documenti, riunioni di circoli e segretari provinciali – il ‘siparietto’ non si riferisca al documento letto in Aula dalla signora Diadema, lascia interdetti. Il fatto – ben più rilevante in termini di notizia – è: non si abbandona l’Aula per presunte, fantasiose, ‘incompatibilità’, punto. Continua a non risultare comprensibile il motivo per cui un qualsiasi Consigliere comunale – e ancor di più quando questi è un membro dell’Aula che è anche contemporaneamente segretario di un partito – debba anzitempo e frettolosamente abbandonare i lavori senza motivo. A maggior ragione quando questa incompatibilità, a votare quell’atto, è assolutamente inesistente, e non perché se lo inventa il giornalista, ma perché viene ribadito, a chiarissime lettere, dal segretario comunale stesso. Bastava solamente avere due minuti di pazienza, prima di scappare via, ed avere il chiarimento tecnico-giuridico che è immediatamente arrivato, ma sempre troppo tardi per la signora Diadema che non c’era già più. Di questo si è dato conto alla fine dell’articolo, tra le tante altre cose. Che fretta c’era per non ascoltare il parere del segretario comunale? Ci si dovrebbe, forse, interrogare sul perché gli altri due colleghi del Pd in Aula, e tutti gli altri, non abbiano nemmeno accennato a fantasiose incompatibilità, ma siano rimasti al loro posto in Consiglio, assumendosi i rischi presenti, e forse anche futuri, derivanti dal loro voto. I Consiglieri non sono forse pagati con i soldi dei cittadini mazaresi anche per assumersi delle responsabilità politiche, oltre che personali, quando sono obbligati e chiamati da norme di legge a votare determinati atti? Troppe volte si è assistito, e si continua ad assistere in Aula, a Consiglieri che si alzano dal loro scranno e abbandonano, per pochi secondi, il loro posto, al solo scopo di non risultare presenti durante la votazione. E no, troppo comodo così. Bisogna avere il coraggio delle proprie azioni, tanto più che si può votare a favore, astenersi o manifestare il proprio dissenso. Scappare via, e a maggior ragione su un presupposto errato di incompatibilità, non può essere sottaciuto. E di ciò, i cittadini, devono essere messi a conoscenza. Tanto più che la questione, legata all’importo dei gettoni di presenza, in questa e altre passate consiliature, è stata più volte all’ordine del giorno dei lavori, facendo la ‘muffa’ per mesi e anni. Proposte di abbassamento, e annullamento del gettone stesso: si è visto di tutto negli anni passati e alla fine a cosa si è arrivati? Ad un nulla di fatto. Ma almeno, alla fine, qualcuno in Consiglio ha avuto il coraggio di votare e dire alla Città che il gettone andava bene così com’era.

Che le dichiarazioni, e le posizioni assunte nei giorni successivi da altri consiglieri, per la restituzione dei gettoni illegittimamente percepiti, siano state in seguito assunte “sulla scia della posizione assunta dal PD” è pura invenzione e non v’è prova alcuna: basta leggere in rete le motivazioni addotte da tali soggetti. Nessuno dei Consiglieri – che non erano presenti in Aula o che, seppur presenti, erano ‘confusi’ al momento del voto – ha riconosciuto alcun merito ‘all’illuminato’ Pd cittadino. L’unica ‘scia del Pd’ che è chiara a tutti, in relazione a questo atto, è quella di una divergenza di vedute tra i tre membri presenti in Consiglio comunale.

Alessandro Accardo Palumbo