Quantcast
×
 
 
17/11/2016 06:30:00

Trapani, dopo dieci giorni la differenziata è ancora ferma al palo

Dopo dieci giorni dall'avvio è ancora ferma al palo la raccolta differenziata a Trapani. Sono dieci giorni che il servizio è stato avviato nelle vie Giovan Battista Fardella e Virgilio ed in piazza Martiri d’Ungheria, ma i numeri sono vicini allo zero. Gli utenti infatti non sanno nulla, e se sanno non rispettano orari e modalità di conferimento. Da parte loro gli operai hanno disposizione di non raccogliere l'indiffierenziato, e ormai le vie sono invase da cumuli di rifiuti, con grande protesta dei commercianti, arrivata pure in consiglio comunale. Il vice sindaco Licata continua a lanciare appelli affinché i cittadini rispettino gli orari e le modalità di conferimento dei rifiuti, ma senza un'adeguata sensibilizzazione e formazione sono parole vane: "I rifiuti indiffirenziati si raccolgono il martedì e il sabato" ricorda Licata. Quindi chi lascia un sacchetto il mercoledì mattina, se lo tiene davanti al negozio o all'abitazione fino a sabato. L'organico, giusto per ricordare il calendario, è invece il lunedì, mercoledì, venerdì. La carta è il martedì, la plastica è il giovedì, il sabato si raccolgono vetro e lattine. Da parte di diversi consigliere comunali si chiede un incontro pubblico, organizzato dall'Amministrazione, per spiegare ai cittadini le nuove regole. Ma i risultati sono davvero disarmanti: l'11 Novembre, per dire, sono stati raccolti meno di 50 chili di plastica. Nulla. 

Nel fratemmpo continuano gli incendi dei cassonetti. Gli ultimi sono avvenuti a Locogrande. 

E arriva anche il Movimento 5 stelle di Trapani a dire la sua.  Il Movimento riconosce che aver intrapreso il servizio di raccolta porta a porta sia positivo e vuole essere di sostegno
all’Amministrazione Comunale organizzando sin dalla prossima settimana dei gruppi di lavoro sulla raccolta differenziata invitando esperti del settore con l’obiettivo di sensibilizzare e informare i cittadini. “Abbiamo registrato, sin da subito, numerose lamentele da parte dei cittadini interessati dovute alla cattiva organizzazione del servizio - afferma il senatore Santangelo, il quale sostiene anche che - il Comune insieme alla Trapani Servizi, avrebbe dovuto individuare esigenze e problematiche della comunità coperta dal servizio, dopo un’accurata analisi della zona da servire e soprattutto avrebbe dovuto coinvolgere i cittadini sin dalla fase di progettazione".  

I RIFIUTI IN SICILIA. "Nella gestione dei rifiuti la Sicilia forse fa peggio della Calabria, quindi è in coda alla classifica. Oggi presentiamo il lavoro di un paio di anni della commissione sul ciclo dei rifiuti in Sicilia con un occhio alle bonifiche visto che questa regione è terra di siti di interesse nazionale, e al tema delle infiltrazioni malavitose". Lo ha detto Alessandro Bratti (Pd), presidente della commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali. "La Sicilia si trova in una fase pre-emergenziale per non dire emergenziale anche se non lo è dal punto di vista formale - ha aggiunto Bratti - Da numerosi anni si è in una situazione di straordinarietà che ha moltiplicato fenomeni malavitosi assumendo anche delle connotazioni diverse rispetto al passato".

«La situazione attuale della gestione dei rifiuti in Sicilia, fatta di continue emergenze, risente pesantemente di scelte scellerate effettuate dal 2002 in poi: da una parte la previsione di costruire 4 mega inceneritori ha compromesso lo sviluppo della raccolta differenziata, e dall’altra la costituzione dei 27 Ato ha esautorato i Comuni dalle proprie competenze, provocando una gravissima crisi finanziaria conseguente a una non trasparente gestione di queste società che sono state uno strumento in mano alla politica per il controllo del consenso. Questa pesante eredità non è stata superata dall’attuale presidente della Regione». È quanto si legge nella relazione della commissione parlamentare di inchiesta, presentata oggi allo Steri di Palermo, sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e agli illeciti ambientali correlati.


«Le illegalità continuano a trovare terreno fertile perché le competenze regionali, ossia la programmazione e il controllo, sono state utilizzate in maniera a dir poco inefficace - continua la relazione - poco importa se tale programmazione per diversi lustri sia stata di competenza nazionale, poiché la figura del commissario è coincisa con quella di vari presidenti della Regione siciliana. I poteri derogatori, applicati prima con le ordinanze del governo, poi con quelle di somma urgenza del presidente della Regione, non hanno raggiunto i risultati previsti, nonostante il loro utilizzo. Strumenti inefficaci e controproducenti che hanno generato, con le deroghe alle leggi ordinarie e alle disposizioni comunitarie, solo nuove sacche di opportunità agli illeciti».

«La situazione fotografata dalla commissione non è la stessa che caratterizza la Sicilia in questo momento. Si sono fatti dei grossi passi avanti, continuano le criticità sui luoghi di smaltimento dei rifiuti però c'è un sensibile incremento, rispetto a inizio anno, della raccolta differenziata. Tutte le procedure che stiamo mettendo in campo per implementare gli impianti vanno avanti. In questi anni è mancata la pianificazione, e nella gestione dei rifiuti si è passati da una emergenza all’altra, con la conseguenza che viviamo in una regione in cui la raccolta differenziata dei rifiuti era più uno stato d’animo». Così l’assessore regionale all’Energia, Vania Contraffatto, ha commentato a margine, allo Steri di Palermo, la relazione della commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dei rifiuti in Sicilia. «Sono anche state superate le criticità relative al mancato completamento del piano regionale dei rifiuti - ha proseguito l'assessore - adesso non vi è più l’abbancamento in discarica ma la valorizzazione del rifiuto, e non nel senso di un ritorno alla termovalorizzazione dell’epoca Cuffaro, ma tramite la formazione di biogas, ad esempio. Il punto di grande novità del piano rifiuti è l’abbandono del concetto di discarica, in Sicilia utilizziamo residui di discariche precedentemente autorizzate e per la data fatidica del 2023, come stabilito dal regolamento europeo, contiamo di essere nelle condizioni di non utilizzarle più. Nell’ultimo anno, con grande difficoltà, si è andati verso una gestione dell’ordinario, ecco perché in alcuni momenti situazioni di particolare criticitá sono state contenute nell’arco di un week end, non ci sono più situazioni che si trascinano in maniera cronica come in passato».

E sull'allarme infiltrazioni mafiose Contrafatto ha aggiunto: «Si tratta di una realtà che sta al settore rifiuti come a quello di qualunque altra azienda. Viviamo comunque in una regione in cui tanto fa la magistratura per mettere all’angolo la criminalità organizzata e i successi sono sotto gli occhi di tutti».