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21/11/2016 17:00:00

Femminicidio a Paceco. Valentina Colli (Udi): "Serve un cambiamento culturale"

 Un altro femminicidio nella nostra provincia. Stavolta è toccato ad Anna, rea di voler riconquistare la propria dignità liberandosi di un matrimonio infelice e di un marito violento. Anna e la sua storia, che incarna la paura dell'occhio sociale. Anna che forse è un delitto passionale, come se questo potesse giustificare una mattanza di 23 coltellate. Ancora una volta, un caso in cui la donna non ha voluto parlare, consapevole che la società intorno a sè non l'avrebbe ascoltata: anzi, forse l'avrebbe anche colpevolizzata. Non ha voluto denunciare, forse per paura di un inasprimento degli abusi. Una donna che, chissà se il suo grido d'aiuto fosse stato ascoltato, oggi non sarebbe stata "una di meno". Una ordinaria storia in cui è lampante ed assordante l'assenza ed il silenzio di una cultura sociale. La violenza non è un fatto residuale, ma attiene a profonde motivazioni ai rapporti, ancora caratterizzati da modelli fondati su dominio e prevaricazione, tra i generi e le persone. Siamo dunque consapevoli che per combatterla c’è bisogno di un cambiamento culturale e nessuna legge, anche la più rigorosa, può contrastarla se non è accompagnata da una volontà di cambiamento nel rapporto tra i sessi e le persone. Occorre una nuova stagione delle relazioni, la presenza appropriata delle donne in tutti gli ambiti della società, la valorizzazione del ruolo e della soggettività femminile. Per questo crediamo sia necessario adottare un approccio multidisciplinare che coniughi misure volte a prevenire le cause stesse della violenza - anche contrastando quegli stereotipi che ne sono alla base - e a promuovere una visione paritaria dei rapporti tra generi. Dobbiamo essere consapevoli che, per combatterla, c’è bisogno di un cambiamento culturale che deve essere promosso anche attraverso provvedimenti amministrativi che promuovano un rafforzamento del sistema dei servizi, pubblici e convenzionati, organizzati in rete su tutto il territorio; adottare le norme regolamentari che promuovano realmente una cultura segnata da un diverso rapporto tra i generi contrastando il femminicidio quale negazione della soggettività, dei diritti fondamentali, della dignità delle donne, agendo sul piano della prevenzione e del contrasto della violenza, e della tutela delle vittime.
La violenza non è fatto privato, che avviene unicamente tra le mura domestiche, ma come fenomeno continuamente generato e riaffermato anche dalle politiche istituzionali – educative, sociali ed economiche – e dalle narrazioni stereotipate prodotte dai media. La violenza sulle donne, quindi, non può più essere trattata in termini emergenziali e securitari, laddove si tratta di un problema complesso, stratificato e, quindi, strutturale.

Valentina Colli
UDI Trapani