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01/02/2017 06:20:00

Com'è andato il corteo di ieri a Mazara contro il "declassamento" dell'ospedale

 Manifestazione di protesta ieri a Mazara del Vallo contro il "declassamento" dell'ospedale cittadino. Il virgolettato è d'obbligo. Molti politici e cittadini manifestano contro le scelte dell'assessore regionale alla salute Baldo Gucciardi, che a sua volta replica dicendo che in realtà il nuovo ospedale sarà comunque provvisto dei reparti essenziali. Nel mezzo della contesa un ospedale, l' "Abele Ajello", la cui ristrutturazione è costata decine di milioni di euro, e che ancora non ha riaperto i battenti nonostante una faraonica inaugurazione due mesi fa. La vicenda è complessa, e molti ci marciano per pure questione di visibilità politica. Tp24 ha spiegato bene come stanno le cose qualche giorno fa in un articolo che potete rileggere cliccando qui.

Gli organizzatori del corte, in una nota fanno sapere che: 

Nonostante la pioggia,  la cittadinanza ha dato una grande prova di senbilità e democrazia.
La gente ha capito che la salute non può e non deve avere colore politico. La verità è sotto gli occhi di tutti, nonostanza condizioni di legge, geografiche e territoriali al noscomoio "Abele Ajello" non viene riconosciuto ciò che dovrebbe essere naturale nella nuova ipotesi di rete ospedaliera, il primo livello, a fronte di una spese pubblica di 40 milioni di euro. La responsabilità , ha nomi e cognomi, partiti e istituzioni ben chiari, ma nonostante tutto siamo consapevoli che la tematica è talmente importante e delicata che necessità dell'aiuto di tutti. Non ci fermiamo qui, da oggi passa la palla alla politica rappresentata nelle sedi istituzionali opportune. Ancora una volta, chiediamo a tutte le forze politiche di unirsi per il raggiungimento di questo obiettivo, è una questione di dignità e di civiltà. Ringraziamo i cittadini, i comitati civivi per averci reso partecipi a questa manifestazione che ha visto tutti protagonisti, faremo di tutto per dare le giuste risposte a questo grosso "onere" affidatoci dai mazaresi.

Il corteo ha avuto inizio proprio davanti l'ospedale. Per Marilina Ingrande: "L'ospedale di Mazara deve essere di primo livello, con riparti di eccellenza". "Veniamo da sette anni di sacrifici - dice un altro cittadino - e ora che abbiamo un ospedale all'avanguardia, non abbiamo i servizi". L'ospedale Abele Ajello è infatti chiuso da sette anni, da quando cioè sono cominciati i lavori. A Mazara del Vallo si è andati avanti in questi anni con un "presidio di emergenza - urgenza" in Via Livorno, e con la distribuzione dei reparti che erano a Mazara del Vallo nelle città vicine.

Al corteo hanno partecipato anche diverse scuole cittadine, qualche attiività commerciale ha simbolicamente abbassato le saracinesche in segno di protesta, e c'erano anche alcuni consiglieri comunali come Randazzo e Foggia.  "I nostri soldi sono stati spesi bene - dice l'ingegnere Montalbano, per fare un ospedale di grande livello tecnico. E' bene che diventi anche un ospedale con servizi importanti per un grande bacino di utenza". Va precisato comunque che quella della Regione Siciliana è ancora una bozza, già presentata, ma che deve essere ancora approvata, anche se Gucciardi sembra non voler tornare indietro sulle sue scelte. 

Al corteo anche la Cgil, il cui segretario, Vito Gancitano, in una nota, parla chiaramente di un patto politico alla base delle scelte di depotenziamento dell'ospedale di Mazara:

Avevamo in questi mesi avanzato un sospetto, che oggi è diventato una certezza: sull’apertura, sulla classificazione e sulla funzionalità dell’ ”Abele Aiello” si sta realizzando un intreccio di interessi e di convergenze tra l’Amministrazione Comunale di Mazara e il partito dell’assessore Gucciardi, una sorta di tacito accordo di non interferenza, che ha come punto di arrivo la consultazione elettorale regionale della prossima primavera.
Intanto, continuano a rimanere non risolti i gravi problemi organizzativi della sanità trapanese, investita da tanti disservizi, da carenze materiali, da deficienze strutturali, dalla mancata copertura dei posti in organico, dalla precarietà del personale sanitario.