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26/01/2018 06:00:00

Parco Archeologico di Selinute: scintille tra il Direttore Caruso e i sindacati

 Michele D’amico (sindacato Cobas), qualche giorno fa si era legittimamente risentito a causa di una dichiarazione del direttore del Parco Archeologico di Selinunte, Enrico Caruso, che aveva detto ad un giornalista di essere stato incitato da parte di un’organizzazione sindacale a chiudere l’ingresso al parco da Triscina, recentemente aperto. Le parole del direttore sui sindacati in generale che “anziché guardare al bene del posto, guardano ad un eventuale bene, se c’è, di qualcuno loro iscritto”, sono piaciute ancora meno al responsabile del Cobas, che ha giudicato gravi le parole del direttore Caruso, soprattutto per non aver fatto il nome del sindacato che avrebbe voluto questa chiusura.

In realtà sembra che alla base delle dichiarazioni del direttore del Parco, certamente poco prudenti, ci sia stata una lettera inviata dall’organizzazione sindacale Sadirs, a firma del coordinatore regionale Giuseppe di Paola e del segretario regionale Giuseppe Salerno, che riportiamo di seguito.

Apprendiamo con stupore che tra gli altri ritrovamenti fatti in questi giorni al Parco Archeologico di Selinunte, è stata scoperta anche una nuova biglietteria (lato Triscina), giusta nota Vs. prot. 215 del 12 gennaio 2018. Giova ricordare che ogni cambiamento dell’organizzazione del lavoro, dovrebbe essere quanto meno concordata con le OO.SS. Tra l’altro risulta a questa O.S. che in detta biglietteria non ci sarebbero le condizioni minime di sicurezza. I locali sembrerebbero non essere a norma del D.lgs. 81/2008. I locali in questione non sono  dotati di sistema di sicurezza attiva. Pertanto, non conoscendo questa O.S. quali accordi siano stati presi con il comune di Castelvetrano, relativamente alla gestione ed al versamento degli incassi, né chi dovrà occuparsene, questa O.S. chiede un incontro urgente al fine di conoscere nel dettaglio quanto sopra esposto e, nelle more, chiede la sospensione della disposizione di servizio prot. 215.”

 

Abbiamo chiesto chiarimenti a Giuseppe Di Paola in merito a questa richiesta di sospensione della disposizione di servizio che regolava appunto l’apertura dell’ingresso lato Triscina e che, in effetti, potrebbe essere interpretata come un incitamento alla chiusura.

Assolutamente no. Noi non entriamo nel merito delle scelte del Parco e non siamo affatto contrari all’apertura della biglietteria. Ma la funzione del sindacato è quella della tutela del dipendente e del rispetto del contratto di lavoro. Quando nell’organizzazione del lavoro vengono fatte delle modifiche, la legge prevede che se ne parli con le organizzazioni sindacali. Certo, c’è la questione dei fondi comunitari che sono stati spesi per questa opera, ma a noi interessa soltanto che i locali di lavoro siano salubri, che ci sino le condizioni di sicurezza e che ci sia personale a sufficienza per svolgere le varie funzioni. Occorre specificare che la Regione Siciliana non ha personale che possa svolgere mansioni di biglietteria. Non crediamo che le condizioni di sicurezza debbano essere snobbate. Anche quando fu inaugurata la biglietteria principale, quella lato Selinunte, i locali non erano a norma: mancavano i minimi requisiti di salubrità e d’igiene all’interno, compreso il condizionamento. Insomma la tendenza è sempre stata: per il momento apriamo e poi si vede.  Sia chiaro, non vogliamo che l’ingresso chiuda, ma vogliamo semplicemente un tavolo di confronto con il direttore del parco, in modo da risolvere le problematiche.”

Intanto però, il fatto che il Parco archeologico ed il comune di Castelvetrano abbiano l’interesse a mantenere aperto un ingresso da Triscina, già da adesso, in un periodo così morto in termini di flusso turistico,  non può che far riflettere su quanto possa essere importante dimostrare alla comunità europea che l’opera sia comunque utilizzata.

Certo, sarebbe interessante conoscere alla fine anche il numero di biglietti emessi proprio da quell’ingresso.

Non sarebbe la prima volta che determinate opere, finanziate dalla comunità europea, si rilevino delle cattedrali nel deserto. Non bisogna poi andare così lontano per citarne un esempio. Basti pensare alla ristrutturazione del sistema delle piazze di Castelvetrano, con una chiusura al traffico in sé apprezzabile, ma che ha provocato una sostanziale desertificazione della zona che, anche dopo dieci anni, è ancora difficile da combattere.

 

Egidio Morici