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01/06/2018 06:00:00

Castelvetrano, Caccamo: “Il dissesto si può scongiurare, occorrono i sacrifici di tutti"

 Tp24, in prossimità della scadenza del primo anno di commissariamento del Comune di Castelvetrano, ha realizzato una lunga intervista al commissario straordinario Salvatore Caccamo, approfondendo alcuni temi di interesse collettivo. In questa estrapolazione, parliamo delle misure per evitare il dissesto finanziario. Misure, ovviamente fatte di sacrifici, così come è avvenuto anche in altri comuni che, come Castelvetrano, si trovano da anni sul filo del default.

Ma i comuni non possono fallire e chiudere bottega come le imprese private. L’eventuale dissesto sarebbe quindi una dura batosta soprattutto per i cittadini, sui quali graverebbe il peso del riequilibrio.

Ecco di seguito la parte dell’intervista al dottor Caccamo, relativa all’argomento in questione (qui il video).

 

Come si può evitare il dissesto finanziario del comune di Castelvetrano?

 

Se dal rendiconto 2017 che predisporrò, ci saranno degli spazi per poter concepire un piano pluriennale da proporre al Ministero dell’Interno e alla Corte dei Conti, si potrà evitare la dichiarazione di dissesto. E’ mio preciso dovere interloquire con la Corte sulla base della relazione che mi è stata fornita, al fine di rappresentare che l’amministrazione si sta adoperando per porre rimedio a quelle criticità che la stessa relazione ha evidenziato. Spero che da parte del magistrato istruttore che si è occupato della contabilità di Castelvetrano, una volta rappresentate le iniziative che si intendono adottare, possa consentire di spalmare le misure correttive in un arco temporale da evitare l’eventuale dichiarazione di dissesto.

 

Perché si è arrivati a questo rischio?

Nella relazione della Corte dei Conti, che ho fatto pubblicare sul sito istituzionale del comune, emergono due aspetti importantissimi: i famosi residui che non andavano riportati negli esercizi finanziari e la scarsissima capacità di riscossione dell’ente.

 

In sostanza, questi residui sarebbero delle somme che il comune metteva a bilancio, come se ce le avesse. In realtà erano crediti che non avrebbe mai potuto esigere?

Esattamente. Il primo intervento sta quindi nella cancellazione dei residui, che procurerà un disavanzo di amministrazione. Viene quindi chiesto un cambio di tendenza, con risultati che si devono immediatamente produrre alla Corte dei Conti, proprio per evitare il dissesto finanziario. Fino ad oggi il Comune ha sopravvissuto anche grazie al Ministero dell’Interno che ha permesso di pagare gli stipendi dei dipendenti e lenire qualche situazione debitoria macroscopica. Ma si tratta di una misura tampone, in attesa di risultati concreti.

 

Azzerare le figure dirigenziali, oltre al risparmio per l’ente, potrebbe rivelarsi utile anche per ridurre la tendenza allo scollamento tra la commissione straordinaria e l’apparato tecnico-burocratico del comune?

Questo comune dispone di profili professionali che hanno dato dimostrazione fino all’altro ieri di possedere tutti i requisiti per poter garantire all’utente un servizio ineccepibile. Oggi, probabilmente, da parte di qualche dipendente si è appalesata una tendenza opposta. Poi lo scollamento, verosimilmente, è dovuto anche a fattori che interagiscono tra i dipendenti e soggetti estranei all’amministrazione. Ma, al di là di questo,  i dipendenti sanno bene che dal momento in cui verrà rivisitata la struttura organica del comune, verranno individuate quelle posizioni organizzative che saranno nelle condizioni di assolvere alle loro funzioni. Quindi, verrà meno un costo per l’ente (quello della dirigenza), ma nello stesso tempo prevarrà la meritocrazia, per quelle figure che hanno dimostrato di avere le capacità e di sapere anche progettualizzare , predisponendo in tempi brevi i progetti, al posto di conferire l’incarico all’esterno. Soggetti che verranno premiati e posti a capo dei vari servizi, riconoscendo le loro capacità con la giusta pesatura da parte dell’organismo interno di valutazione di cui si è dotato l’ente.

 

Cosa succederebbe in caso di dissesto finanziario e perché è così importante evitarlo con ulteriori sacrifici?

Il sacrificio deve essere generalizzato, senza eccezione alcuna. Non ci saranno figli e figliastri. In caso di dissesto, il primo ad esserne penalizzato sarebbe il cittadino e l’operatore economico, incidendo sulle realtà imprenditoriali e sul turismo, già oggi assai sacrificate. Ecco perché occorre adottare tutte quelle misure atte a scongiurare la dichiarazione di dissesto, con un piano di riequilibrio anche trentennale, per far sì che il comune possa rientrare a regime e dimostrare di avere quella capacità impositiva per diventare virtuoso. Nel corso degli anni poi la Corte dei Conti verificherà i risultati che l’ente riuscirà a conseguire.

 

La Corte dei Conti potrebbe anche individuare i responsabili dell’eventuale dissesto?

Certo. Individuerebbe i soggetti responsabili, principali attori della situazione che oggi si è determinata, riguardo ai periodi presi in esame. Ed imporrebbe loro le relative sanzioni.

 

Egidio Morici