Quantcast
×
 
 
01/09/2018 06:00:00

Venuti e l'addio al vertice del Pd. La crisi infinita del partito in provincia di Trapani

 Le dimissioni di Domenico Venuti, sindaco di Salemi, dalle cariche di dirigenza regionale e da quella di commissario del circolo dem di Marsala non passano inosservate.


Tanti i malumori dentro il partito, che fuoriescono come le lumachine dopo un acquazzone. Venuti scrive una lunga lettera di dimissioni, dove nero su bianco indica l'attuale percorso dem come un percorso sbagliato, completamente lontano dai cittadini, che a ragione ha portato la sconfitta delle ultime competizioni elettorali.


C'è rammarico, ma c'è anche amarezza per come le cose si siano messe e soprattutto anche la speranza di una inversione di rotta, che potesse riportare il dibattito centrale sulle vere problematiche dei cittadini. Pesa, dice Venuti, la sconfitta del 4 marzo scorso e soprattutto non c'è stato il cambio di marcia che ci si aspettava all'assemblea nazionale dem del 7 luglio.


Una serie di concause che hanno portato a lasciare le cariche di responsabilità ma non ancora il Partito, tiene a sottolineare.  Il Sindaco di Salemi ha capito bene cosa manca e cosa non porterà, almeno nei mesi a venire per le future elezioni quali le europee, il PD a vincere: l'assenza dai territori.
Il non dialogo con la gente, la distanza dal corpo elettorale e dai cittadini in genere. Lo sa Venuti che fa l'amministratore locale e ogni giorno si interfaccia con i suoi di cittadini.
A Salemi nella primavera del 2019 si voterà, Venuti è pronto per la sua seconda tornata da Primo Cittadino, non c'è tempo e spazio per affrontare le beghe del partito, le faide che montano. E probabilmente, vedi l'esempio di Tranchida a Trapani, sa che avere bandiere di partito appese al comitato potrebbe non essere vantaggioso.
Infatti in uno dei borghi più belli d'Italia si vota con il sistema maggioritario, una sola lista e, dunque, meglio smarcarsi da questo simbolo che ad oggi non aggrega ma allontana.


Legittime le considerazioni di Venuti, così come la somma che viene tirata dopo una riflessione che è durata abbastanza, non presa a cuor leggero.
Stesse preoccupazioni, condivise, dal segretario provinciale dem, Marco Campagna: “Il senso di smarrimento e delusione per non dire altro e’ molto comune tra la base e i tanti elettori del pd. Non mi stupisce. Le decisioni prese in assemblea nazionale non le ho condivise ero per un congresso in breve tempo, senza rinvii. Solo attraverso un congresso vero di “profondità ” ci si può confrontare e capire cosa dobbiamo essere e il cammino da intraprendere. La scelta di rimandare il congresso ha creato una paralisi all’interno del partito, tale da rendere impossibile l’attività politica nei territori, tutto ciò in un momento così difficile, e dove da Trapani, a Catania, a Milano si susseguono le iniziative dei cittadini che invece hanno voglia di creare un’opposizione e un’alternativa nei territorio a questo governo che rappresenta la destra più becera”.
Una cosa appare molto chiara: la classe dirigente, dicono, si è mostrata inadeguata a capire le necessità della gente e non ha più dialogato lasciando che il senso di smarrimento prendesse il sopravvento.


Tutto bello, bellissimo. Ma chi è la classe dirigente?
Questo spolverio di responsabilità addossata alla classe dirigente nazionale è spocchioso e allo stesso tempo inutile. La classe dirigente è quella formata sui territori, quella che costantemente avrebbe dovuto dialogare e essere presente con iniziative e con meno caminetti.
Il rinvio del congresso nazionale non può avere gettato i numeri a terra, c'è ben altro.


Questa pretesa di sostenere che ogni cataclisma italiano sia colpa di Matteo Renzi è irricevibile da chiunque con la Politica ( quella con la P maiuscola) ha a che fare. Renzi avrà commesso degli errori, ma sui territori ci sono i circoli, i segretari di partito ( altrimenti è inutile pure eleggerli, nei congressi fatti per acclamazione o all'evenienza nelle pizzerie di Erice), ci sono i deputati eletti che farebbero bene a tornare a parlare con il corpo elettorale, piuttosto che presentarsi solo per chiedere il voto.


E' questa la classe dirigente. O si pensava che Renzi potesse essere presente in ogni Comune italiano? Oggi sembra che ci si voglia smarcare da alcune responsabilità, palesi, come se non si avesse mai avuto un ruolo all'interno del partito. Lo stesso Baldo Gucciardi, deputato regionale, sostiene che: “ Tutto ciò si riassume nella delusione forte per il PD di oggi e nel pericolo che questa palude in cui è stato cacciato il PD possa causare smottamenti e lacerazioni in tutto il Paese”.


Chi ha cacciato il PD nella palude? La domanda è: in tutti questi anni nella provincia di Trapani cosa è stato costruito? Se i dem hanno avuto una battuta d'arresto è sempre e solo colpa del PD nazionale? Sarebbe come il cane che si morde la coda, a cascata ci sono altri organi intermedi che dovrebbero catalizzare i voti attraverso la buona politica pratica e spesa sui territori, cosa che non è accaduta.
Oggi questi comunicati stampa hanno il sapore di vecchio, di stantio. Rimarcare che le responsabilità sono altrove non è il modo migliore per dire quale sia la strada da seguire. Semplicemente la strada non c'è. Perchè non c'è la capacità di costruire una alternativa valida, che parli e si interfacci.


Oltre i palazzi c'è vita, qualcuno dovrebbe impararlo. E mentre il Paese vive la sua ondata di populismo e di estremismo si gioca a “Indovina chi è?”, senza creare l'alternativa. O magari c'è e non è conosciuta ai più. Diverso è il discorso per Venuti, affrontare una campagna elettorale da Primo Cittadino, peraltro uscente, con un partito che non è più tale è cosa azzardatissima. Meglio non rischiare e rinunciare ad etichette, che in questo momento non sono un vanto ma un demerito.
Insomma, chiunque vada a Salemi può accorgersi del buon lavoro che il Sindaco ha fatto con enormi difficoltà. Le dimissioni portano sempre uno smottamento. Ci si sarebbe aspettato che fosse Fausto Raciti a decidere di mollare la segreteria regionale, del resto un solo risultato a casa non è stato portato.

Rossana Titone



Politica | 2024-05-15 06:00:00
https://www.tp24.it/immagini_articoli/24-03-2021/1616566080-0-etna-un-altra-eruzione-fontane-di-lava-e-boati-il-video.jpg

La "minaccia" di Abbruscato a Miceli, ecco come è finita

Lo scontro verbale tra il consilgliere di Fratelli D'Italia Maurizio Miceli e l'assessore Enzo Abbruscato che sei mesi fa ha animato il consiglio comunale di Trapani, si è trasferito dall'aula consiliare a quella del Tribunale di Trapani. Il...