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30/10/2018 00:10:00

"Dove si guarda č quello che siamo", Giovanna Casadio racconta Trapani e la Sicilia

 U ciàuro, l'odore, della nostra terra si sente dalle prime pagine del libro “Dove si guarda è quello che siamo” di Giovanna Casadio, edito da EDT.
Trapani, città di cunti e di storie, di scirocco e di cùscuso, di mare che ti sfiora il viso: ti ricorda da dove provieni.


Racconti che si intrecciano, le onde che annacano in questo crocevia del mondo, dove Enea seppellì il padre Anchise e dove Nausicaa iniziò a narrare l'Odissea, si è consumata la strage di Pizzolungo, a morire furono Barbara Rizzo Asta e i suoi due figli, Salvatore e Giuseppe.  L'attentato era per il giudice Carlo Palermo, la mafia resta la ferita sanguinante e profonda di questa terra. Perchè, come racconta l'autrice, il sangue non si cancella.
A Valderice morì, crivellato di colpi, il giudice Gian Giacomo Ciaccio Montalto, aveva chiesto di essere trasferito a Firenze dopo avere scoperto una fitta rete di interessi tra boss, colletti bianchi e la massoneria. E' il 1986 quando venne scoperta la rete di logge massoniche che faceva capo al Centro studi Scontrino, in quelle logge massoniche ci sono tutti: dai politici ai magistrati ad alti funzionari, imprenditori e capi mafia. Aneddoti di famiglie ricche, di proprietari terrieri ma “Puoi avere ricchezza in abbunnanzia ma se non sai né leggere e né scrivere non possiedi nulla”.
E' nel periodo della Festa dei Morti che Trapani dona la sua veste più bella, colori e sapori della frutta martorana, dei pupi di zucchero “La Sicilia apparecchia al meglio il grande inganno”.  E' la terra dei fenicotteri rosa che popolano le saline, dove l'azzurro si infuoca al tramonto, le stesse saline che un tempo erano ricche di mulinari, di squadre di lavoro e dove oggi, invece, il sale viene raffinato in forni a 300 gradi.
Il cùscuso come tradizione trapanese, come piatto che unisce e che racconta storie di donne, di famiglie, di mare e di popoli.  Perchè il cùscuso è storia di pazienza e di amore, per ogni viaggio c'è sempre un ritorno: “Il cùscuso è il cibo che rende i bambini diffidenti ma appena l'assaggiano vogliono solo quello. Si dice che è fratellanza. Ma è di più. Io do a te e tu in cambio insegni a me, che è tutto quello che c'è da sapere sull'umanità e dintorni”.
La Sicilia come l'Eden, con la consapevolezza che fu Eva ad assumersi la responsabilità di strappare la mela dall'albero della conoscenza.
Il libro è il racconto di un legame forte tra la Casadio e suo zio, u dutturi.
Si parla della Sicilia, di Trapani, delle bellezze infinite deturpate dalle pale eoliche, di vecchie storie dell'Isola, cullata dallo scirocco rovente o dal libeccio, dove il profumo della granita al gelsomino narra i miti.