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09/11/2018 06:00:00

Trapani, Orazio Mistretta: "Un supercomputing al servizio del territorio e dello sviluppo"

Orazio Mistretta presidente dell’Associazione “V Ateneo - Università del Mediterraneo” di Trapani, cosa state facendo di concreto, vi siete incontrati con il ministro, qui in provincia di Trapani i cervelli continuano a fuggire, sono il 60% quelli che vanno via.

Il 23 ottobre abbiamo incontrato a Palazzo Chigi il ministro per il Sud Barbara Lezzi, che è stato possibile grazie all’attenzione del sottosegretario di Stato Maurizio Santangelo. L’incontro è andato benissimo. Insieme a me c’erano Floriana Carlino, componente dell’Associazione e rappresentante dell’Ordine dei Commercialisti, Antonino Sparla, consigliere dell’Ordine dei Medici di Trapani e Filippo De Vincenzi, dirigente scolastico dell’Istituto d’istruzione superiore Liceo “Fardella-Ximenes”, di Trapani, e Vito Genna, poco più che trentenne, un grande ricercatore trapanese che sta fuori, grazie a cui abbiamo portati al ministro dei dati incredibili, elaborati dal nostro gruppo di ricerca interfacciando dati Istat e dati Almalaurea. Abbiamo portato questa fotografia al ministro, a cui abbiamo detto di darci una mano per realizzare qualcosa di innovativo, presentando un progetto nei particolari che ora è all’attenzione dei tecnici del ministero e del sottosegretario.

Avete fatto una proposta concreta per Trapani. Qual è il progetto?

Lo dico in estrema sintesi. Il progetto prevede la realizzazione di un supercomputing, la realizzazione di un centro di calcolo computazionale che possa realmente essere al servizio del nostro territorio, della Sicilia e dell’Italia meridionale.

Si trovano solo a Ginevra, a Barcellona e qualcosa nel nord Italia.

Sì, ma da Roma in giù non c’è nulla del genere. Questi centri consentono alle aziende pubbliche e private ma anche alle università di poter portare avanti dei progetti di ricerca che in altro modo non potrebbero essere portati avanti. Questo significa nuovi posti di lavoro ma anche, innovazione, nuovi ricercatori che nella struttura potrebbero trovare alloggio in un posto baciato da Dio come la nostra Trapani. Questi elaboratori hanno bisogno di temperature leggermente più basse e quindi sarà preferibile realizzarli in qualche zona collinare e non a livello del mare. Ricordiamoci che abbiamo un aeroporto, un anello autostradale, tutto sommato le vie di comunicazione ci sono, l’unica che è veramente penalizzata è la linea ferrata, ma tutto verrà implementato e potenziato.

Gli studenti trapanesi ormai vanno solo nelle università del nord e anche all’estero.

Su dieci ragazzi diplomati a luglio sei vanno a studiare fuori. La fase formativa non necessariamente dovrebbe essere fatta fuori, potrebbe essere fatta anche qui. Ci sono delle strutture come Almalaurea che ti consentono l’inserimento nel mondo professionale specialmente se l’Università è performante, e una piccola Università come quella di Trapani ma non solo con Giurisprudenza e Scienze Turistiche sarebbe perfettamente idonea per fare questo.

Un po’ come sta accadendo ad Enna con l’Università Kore.

Esatto, come quello che sta accadendo ad Enna che è totalmente cambiata negli ultimi dieci anni dove tutto gira attorno all’Università. Enna ha un futuro assicurato, noi a Trapani non lo so se abbiamo un futuro assicurato. Noi subiamo non solo il furto generazionale legato ai ragazzi che fisicamente non ci sono ma anche i cervelli più giovani di questa terra e questo sta diventando il nostro grande dramma.