Leandro Bianco, portavoce di SìAmo Mazara, forse siete l’unico caso di unità a sinistra che c’è in Italia.
Siamo un laboratorio civico che lavora dallo scorso settembre. Noi abbiamo accolto la sfida delle elezioni amministrative per fare un ragionamento unitario rispetto ad altri che hanno fatto un percorso diverso. La storia di ognuno di noi è nel centrosinistra ma guardiamo oltre, nel senso che questo laboratorio che nasce per le amministrative e sulla base di alcuni valori che ci accomunano cerca di trovare una condivisione per raggiungere il governo della città.
Bianco, uno dei candidati a sindaco di Mazara potrebbe essere Salvo Quinci, uomo vicino al senatore d’Alì, direttore dell’Agenzia della Entrate di Marsala, voi avete partecipato ad alcuni incontri con Quinci.
Abbiamo avuto già due incontri, stiamo cercando di capire rispetto alla possibilità di convergere su un progetto che ci veda protagonisti, insieme, in vista di questa sfida. Stiamo cercando di capire i punti programmatici, il metodo e le scelte che dovranno essere fatte. Noi siamo stati invitati alla presentazione in rappresentanza ufficiale del laboratorio SìAmo Mazara, ci stiamo confrontando con questo gruppo ma anche con altri, ancora non possiamo però parlare di accordo.
Ma le piace Quinci come candidato sindaco?
Allo stato attuale noi non abbiamo discusso della figura e delle caratteristiche del candidato sindaco.
Volete trovare una figura terza da appoggiare?
Noi abbiamo chiesto agli altri gruppi di non porre subito la questione sindaco. A noi piace ragionare sul gruppo.
Ma Quinci è un pezzo da novanta.
Noi come SìAmo Mazara abbiamo delle disponibilità per candidarsi a sindaco, quella di Giovanni Palermo, del consigliere comunale Pasquale Safina e l’ex consigliere provinciale Ina Agate. Ma non abbiamo ufficializzato nessuna candidatura proprio nell’ottica di una coalizione con questi gruppi come quello di Quinci e con l’Osservatorio Politico, con "La forza dei fatti" e "Coloriamo la Città", affinché si possa decidere tutti assieme, senza che nessuno parta con il nome imposto.
Leandro Bianco, visto che il centro sinistra vive un declino costante, Salvo Quinci potrebbe essere la persona giusta che possa dare del filo da torcere all’alleanza del centrodestra?
Io non do un giudizio sulle figure che potrebbero essere candidate. A noi ci piacerebbe trovare una condivisione sul piano programmatico ed è quello che stiamo provando a fare con i nostri interlocutori. Dopo ciò discuteremo sul candidato sindaco e decideremo tutti insieme, fermo restando che il candidato sarà colui che riuscirà ad avere la massima convergenza possibile e a tenere uniti tutti questi gruppi.
Bianco, quanto rattrista la politica che ragiona per gruppi c’è quello di Torrente, quello di Scilla, ormai è un concetto un po’ tribale la politica.
Questi gruppi non rappresentano per noi degli interlocutori. In questi gruppi non vediamo un progetto serio che vada oltre alle rendite di posizione. Noi riteniamo che ci sia bisogno di altro. Ormai il quadro si sta delineando.
Bianco, è pronto a chiedere il reddito di cittadinanza?
Non penso sia questo che risolverà i problemi della disoccupazione degli italiani. Ci vogliono investimenti e piani seri di sviluppo e di lavoro.
C’è un punto, un progetto, per il quale dite: o si fa o non ci sediamo al tavolo, un po’ come quota 100 per Salvini o reddito di cittadinanza per i Cinque Stelle, insomma, una vostra idea bandiera per la quale non si fa un passo indietro?
Noi ancora non abbiamo fatto un programma. C’è bisogno di un piano che riguardi lo sviluppo socio-economico che è quello che manca in questo momento con la forte crisi che sta vivendo la nostra città. I settori tradizionali come la pesca e l’agricoltura vanno rilanciati. Ma non possiamo pensare che si ritorni ai fasti di un tempo. Certo si potrebbero però rilanciare in funzione del turismo, quello da diporto, quello rurale per quanto riguarda l’agricoltura.