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05/03/2019 16:04:00

Erice, la consigliera eletta che abbraccia il mafioso che l'ha votata

 "C'è anche una consigliera che non si imbarazza ad abbracciare il mafioso che l'ha fatta votare ed eleggere" ha detto stamattina il procuratore Lo Voi, a Palermo, commentando l'operazione antimafia "Scrigno" di oggi sui rapporti tra Cosa nostra e politica a Trapani. Di chi parla? Il riferimento è alle elezioni comunali di Erice del 2017, e ad uno degli arrestati, Pietro Cusenza, ritenuto uno dei membri della famiglia mafiosa di Trapani.

Cusenza, intercettato, "rievocava la felice esperienza avuta nelle consultazioni comunali trapanesi, tenutesi nel giugno del 2017, quando aveva consentito l’elezione dell’attuale consigliere comunale Simona MANNINA <<Cioè io quando ho fatto salire la figlia di Vito MANNINA a me, sua figlia mi ha abbracciato e si è messa a piangere, e mi ha detto: "Se non era per te io non avevo dove andare", dico sono belle soddisfazioni però Pietro, perché tu fai, una cosa...>>".

Cusenza viende definito come "soggetto pienamente inserito nel gruppo criminale capeggiato dai fratelli Pietro e Francesco VIRGA, per conto dei quali aveva ricoperto un rilevante ruolo nella raccolta voti a favore dei candidati politici con i quali erano stati stipulati gli scellerati patti politici".

Poco prima delle elezioni, Cusenza è in macchina con Virga e precisava di aver raccolto più di 100 voti per la ragazza che, uniti a quelli raccolti dal padre Vito Mannina e dal suocero, entrambi consiglieri comunali uscenti, potevano garantire con certezza l’elezione <<…100 voti glieli porta suo suocero… ed è consigliere uscente… Vito 100 voti devi averli per forza sopra sua figlia… e altri 100 li sto portando io…>>.

All’esito delle elezioni dell’11 giugno 2017, la candidata Simona Mannina, inserita nella lista n. 16 “Erice che vogliamo – Toscano Sindaco”, avendo raccolto 252 voti, veniva eletta quale consigliere comunale presso il Comune di Erice.

Suo padre Vito, invece, aveva comunque raccolto 218 voti, ma il commissariamento del Comune di Trapani rendeva di fatto inutile l’esito della competizione elettorale.