Quantcast
×
 
 
29/07/2019 06:00:00

Il finto pentito Tuzzolino, quello che diceva di sapere cose su Messina Denaro, e non solo

 Ad un certo punto riuscì anche a mandare la Dia, gli investigatori antimafia, a New York, perché diceva che Matteo Messina Denaro era stato lì, in un hotel stellato, con una suite con tanto di cassaforte in camera piena di segreti. Non era vero nulla. E in questi casi la domanda è: come si fa a dare credito a persone così? La persona è l'ex collaboratore di giustizia Sergio Tuzzolino, architetto.

Attualmente, ad Agrigento, c'è un processo molto interessante in corso per l'ex collaboratore di giustizia, finito sul banco degli imputati per il reato di calunnia nei confronti del suo ex avvocato Salvatore Pennica.

Quest’ultimo è stato accusato dal falso pentito di aver ricevuto una chiavetta Usb con all’interno materiale “scottante” e di valore investigativo. In seguito a queste dichiarazioni l’avvocato Pennica ha anche subito perquisizioni e accertamenti fiscali senza mai concreti riscontri a supporto di tali accuse.

Tuzzolino, arrestato per la prima volta per una truffa legata alle concessioni edilizie a Palma di Montechiaro, è stato al centro di controversie giudiziarie nel corso degli ultimi anni: da collaboratore di giustizia che avrebbe potuto far prendere Matteo Messina Denaro a falso pentito arrestato nei mesi scorsi per calunnia nei confronti dell’ex procuratore Ignazio De Francisci ed espulso dal programma di protezione.

Nell'ultima udienza in aula sono comparsi come testimoni anche due magistrati che in passato si sono occupati del “caso Tuzzolino” e che hanno descritto i momenti seguenti all’inizio della collaborazione dell’architetto: “Era logorroico, bipolare. Tra le stupidate che diceva qualche spunto investigativo poteva emergere ma nella vicenda Pennica ha detto tante falsità.”

Nella sua breve stagione da collaboratore di giustizia, Tuzzolino ha raccontato molte cose, sulla cui credibilità oggi ci sono forti dubbi, ad esempio che a esiste una loggia occulta "Sicilia" della quale fa parte Messina Denaro, una “loggia occulta itinerante”, così la definisce, non registrata quindi negli appositi registri presso il Ministero degli Interni, creata appositamente da una lobby di potenti per uso solo affaristico. All’interno della loggia c’era una cassa comune in cui andavano a finire le percentuali per gli appalti aggiudicati grazie al gruppo di potere.
Tuzzolino affermava in uno dei tanti verbali di cui si è perso il conto: “Le cose stanno cosi. La loggia Sicilia nasce per scopo affaristico tra la politica e la mafia. Questa loggia ha istituito al suo interno, per autosostenersi, una cassa comune che si chiama il “Tronco della vedova”; la loggia prevede l’obbligo di versare il 5% dell’importo di ogni lavoro preso al netto delle sue spese. Questo 5% va alla loggia che ha curato gli interessi per ottenere l’appalto”. 

Poi fece anche una serie di nomi eccellenti. Infine, la storia di New York:  su sue indicazioni i poliziotti newyorkesi su ordine della Procura di Palermo si sono diretti a Manhattan per cercare con dentro  un hard disk con alcune recenti fotografie di Matteo Messina Denaro. Ovviamente, nulla di nulla... 

Insieme a questo ha raccontato progetti di attentati, da Viola a Biondi,  e incontri con Messina Denaro. Fino all'arresto per calunnia e alla sua dichiarazione ai pm: "Leggevo i giornali, poi parlavo al pm...".