Quantcast
×
 
 
19/10/2019 12:00:00

Sicilia, un questionario di cento domande sulle legislazioni antimafia

 Oltre 100 domande per testare l'efficacia della normativa di ciascun Paese nel contrasto alle «mafie». Un questionario, unico nel suo genere, che consentirà di avere una radiografia completa delle legislazioni in materia di crimine organizzato di 190 Stati e costituirà il primo passo verso l'armonizzazione delle singole normative e il rafforzamento della cooperazione giudiziaria che la Convenzione Onu contro la criminalità organizzata transnazionale firmata a Palermo nel 2000 auspicava.

Il questionario è stato definito e approvato all'unanimità a Vienna dal «Gruppo intergovernativo di esperti» istituito dalla Conferenza degli Stati parte della Convenzione di Palermo e costituirà l'architrave del processo di revisione della Convenzione stessa deciso a ottobre scorso. Input decisivo nell'elaborazione dei temi su cui «interrogare» i Paesi è venuto dal lavoro della Rappresentanza Permanente italiana presso le Nazioni Unite a Vienna, in particolare dal contributo del consigliere giuridico Antonio Balsamo e di Luigi Ripamonti. Il questionario ha al centro e valorizza una serie di aspetti dell'esperienza italiana ed europea di contrasto alla criminalità organizzata, strutturando il meccanismo di revisione secondo criteri che permetteranno di costruire il futuro della attuazione della Convenzione di Palermo, che a breve compirà 20 anni, come lo strumento più avanzato contro le sfide globali a cui le Nazioni Unite sono chiamate a rispondere. Tra i temi che verranno sottoposti agli Stati c'è quello delle misure di prevenzione patrimoniali, che consentirà di acquisire un quadro completo sulle leggi in vigore negli ordinamenti dei 190 Stati in materia di confisca dei patrimoni illeciti, focalizzando l'attenzione sulla fase del reinvestimento dei flussi di denaro sporco nel circuito legale e sulla effettività della assistenza che ciascuno Stato è tenuto a prestare per rendere possibile l'identificazione, il sequestro e la confisca di beni all'estero. Un traguardo, quello dei sequestri fuori dai confini, ancora al di là da venire vista la difficoltà di colpire imprese, società, patrimoni aziendali attraverso i quali la criminalità organizzata investe a livello internazionale.