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22/10/2019 13:15:00

Erice, il documento di consiglieri e assessori della maggioranza sulle indagini Scrigno

 Le indiscrezioni che ormai da mesi circolavano sulla stampa, da più parti etichettate (semplicemente dai diretti interessati) come chiacchiericcio, oggi hanno prodotto il loro fragore.

Un rombo di tuono, una vera e propria deflagrazione quella che ha investito i Sigg.ri ALESSANDRO Manuguerra e suo padre Luigi, Vito Mannina e di riflesso la di lui figlia SIMONA.

Purtroppo, i fatti e le notizie di cronaca delle ultime ore, non ammettono alcuna replica, men che meno quello del sacrosanto diritto riconosciuto all’opposizione ed ai suoi rappresentanti.

Per chi non l’avesse ancora chiaro, qui si tratta di mafia, di accordi e contatti intrapresi con soggetti di spiccata, riconosciuta e notoria caratura mafiosa e come si apprende dalla stampa e secondo le tesi accusatorie, di voti richiesti e forse ottenuti dalla mafia! Voti che recano addosso il malcelato e maleodorante sapore di mafia. In terra di Sicilia, in un comprensorio come quello della provincia di Trapani, non servirà ai protagonisti della vicenda lanciare schizzi di fango, spirare fumo negli occhi o invocare il diritto all’oblio!

Ciò posto, da sempre siamo garantisti e continueremo ad esserlo, quindi, non faremo di tutta l’erba un fascio: posizioni quali quella del noto pregiudicato Luigi Manuguerra, il cui casellario giudiziale vanta precedenti condanne, che da anni cerca di accreditarsi nei vari ambienti della Polizia Giudiziaria o nelle stanze della procura della Repubblica, imbastendo e formulando denunce e querele, vanno distinte da quelle degli altri soggetti coinvolti nella vicenda. Diversa è la posizione del proprio figlio e dei due Mannina, diversa ma legata da un fil rouge che lascerebbe pochi margini all’immaginazione. Entrambi, a detta di chi ha concluso le indagini avrebbero richiesto direttamente o per via mediata, voti e consensi elettorali dalla mafia che, riguardo i due consiglieri ericini, potrebbero essere tornati utili alla loro elezione.

Naturalmente, i protagonisti della vicenda, le cui responsabilità penali rimangono tutte da accertare e che per noi, fino a sentenza passata in giudicato rimangono presunti innocenti, potranno dimostrare la loro estraneità nelle aule di Tribunale. Altra dimensione, ben più densa di significato, assume la responsabilità politica che investe i due consiglieri ericini.

Essi hanno tradito il loro elettorato, che non può tollerare il pensiero di aver sostenuto un soggetto eletto con i voti della mafia, che non puo’ in alcun modo sentirsi rappresentato da chi in siffatto modo ha tradito la fiducia in essi riposta. La conclusione delle indagini, infatti, ha reso il ruolo di consigliere comunale incompatibile con l’esercizio delle loro funzioni pubbliche, determinando l’impossibilità a proseguire e mantenere rapporti con la PA, con i suoi Dirigenti, con i dipendenti comunali con i quali essi dovrebbero interloquire nell’espletamento del loro mandato. Non un giorno in più, quindi, a parere dei sottoscritti, i consiglieri Mannina e Manuguerra dovranno rimanere in aula consiliare, ciò a tutela loro e delle istituzioni che rappresentano, la cui credibilità e il decoro non possono in alcun modo essere lambiti da fatti contemplati dall’art 416 ter del cpp. (voto di scambio elettorale politico mafioso). Ne deriverebbe un incommensurabile nocumento per il buon nome del comune e delle proprie istituzioni.

Non è un rischio, questo, che pensiamo, né sentiamo di dover correre, pertanto nelle prossime ore sarà presentato formale atto politico al Consiglio Comunale di richiesta di dimissioni immediate dei Consiglieri Manuguerra e Mannina.

F.to - Consiglieri Comunali di maggioranza: Antonio Giuseppe Agliastro – Mariapia Angileri – Rossella Cosentino - Carmela Daidone – Vincenzo Giuseppe Di Marco – Paolo Genco – Simone Vassallo F.to la Giunta: Patrizia Baiata – Luigi De Vincenzi – Gianrosario Simonte – Gianvito Mauro