Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, è stato a Palazzo Reale, a Palermo, per la seduta solenne in memoria del fratello Piersanti, l'ex presidente della Regione siciliana assassinato dalla mafia 40 anni fa.
Un crudele omicidio consumato in un giorno di festa, il 6 gennaio 1980, per uccidere il governatore dell’isola. L’uomo che voleva mettere «la Sicilia con le carte in regola». Un omicidio consumato sotto gli occhi della moglie, Irma Chiazzese, e dei figli, tutti in auto per andare a Messa. Con il fratello della vittima, oggi presidente della Repubblica, immediatamente accorso dal suo appartamento di fronte al luogo del massacro per tirar fuori dall’abitacolo questo martire innocente allora definito l’erede di Aldo Moro.
Inizialmente si parlò di attentato terroristico, perché ci fu la rivendicazione di un gruppo neofascista. Le indagini successive, tra cui quella del 1991 del magistrato Giovanni Falcone, sostennero che gli esecutori materiali fossero stati i neofascisti Giuseppe Valerio Fioravanti e Gilberto Cavallini, ma che avessero agito su ordine della mafia. In seguito i pentiti Tommaso Buscetta e Gaspare Mutolo identificarono l’omicidio di Piersanti Mattarella come compiuto unicamente dalla mafia.
Nonostante gli esecutori materiali non siano mai stati identificati con certezza, furono condannati in via definitiva come mandanti i boss mafiosi Salvatore Riina, Michele Greco, Bernardo Provenzano, Bernardo Brusca, Giuseppe Calò, Francesco Madonia e Nené Geraci.
Nell'aula di sala d'Ercole, ieri, sono arrivati anche i familiari di Piersanti Mattarella e le massime autorità istituzionali, civili e militari, tra cui il presidente dell'Assemblea siciliana Gianfranco Miccichè e il governatore Nello Musumeci. Tutti in piedi all'Ars per l'Inno d'Italia. Alla fine un applauso da parte dei presenti. Accanto al presidente della Repubblica la figlia e i due nipoti, figli di Piersanti, Maria, segretario generale della Regione, e Bernardo che e' stato deputato dell'Ars. Poi ha preso la parola il presidente dell'Assemblea, Micciche'.
Davanti al luogo dell'eccidio, dove 40 anni fa è stato assassinato dalla mafia l'allora presidente della Regione siciliana, Piersanti Mattarella, si è tenuta la cerimonia commemorativa. Cinque corone di fiori, tra cui per la prima volta quella del governo, sono state posizionate ai lati della targa, in via Libertà a Palermo. Presenti i familiari, tra cui figli e nipoti di Mattarella. Per il governo presente il ministro del Mezzogiorno, Giuseppe Provenzano. Presenti anche le massime cariche istituzionali siciliane: il governatore Nello Musumeci, il presidente dell'Assemblea siciliana Gianfranco Miccichè, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Numerose anche le autorità civili e militari. Subito dopo il sindaco Leoluca Orlando ha intitolato a Piersanti Mattarella il Giardino Inglese, che da oggi è diventato "Parco Piersanti Mattarella.
"La mafia che ha voluto uccidere Piersanti Mattarella non ha vinto, eppure non ha nemmeno perso perché quella riforma profonda delle istituzioni che Mattarella voleva realizzare in Sicilia, e di cui c'è bisogno in tutto il Paese, è un lavoro che ancora deve essere portato a compimento: le ragioni per cui è stato ucciso sono ancora attuali". Così il ministro per il Mezzogiorno, Giuseppe Provenzano, a margine della commemorazione.
"A 40 anni di distanza dalla morte di Piersanti Mattarella emerge sempre di più la levatura nazionale di questa figura. Ha tenuto alta la dignità della politica e delle istituzioni. La sua battaglia per lo sviluppo parla all'Italia intera non solo alla Sicilia, per questo oggi ho voluto essere qui", ha aggiunto Provenzano.
"Mafia e corruzione, in Italia, restano due piaghe che occorre debellare ed estirpare in ogni loro forma e articolazione, attraverso l'impegno di tutti: istituzioni, politica e cittadini". Lo afferma il presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ricordando la figura di Mattarella. "A tutt'oggi - ricorda - sull'omicidio Mattarella conosciamo solo una parte della verita': per le Istituzioni e' compito prioritario portare fino in fondo la ricerca delle responsabilita', per onorare la sua memoria e restituire giustizia ai familiari ai quali va tutta la mia vicinanza", conclude.
"Il 6 gennaio 1980 la mafia uccideva Piersanti Mattarella a Palermo. Politico onesto e rigoroso, servitore dello Stato, esempio di riscatto per le giovani generazioni e per tutti coloro che hanno contribuito e continuano a contribuire con determinazione alla lotta alla mafia". Lo scrive su Twitter il presidente della Camera, Roberto Fico. "Piersanti Mattarella pagò con la vita la sua battaglia contro l'illegalità e la criminalità. Per questo, per noi tutti, a dispetto del tempo trascorso, resta un esempio attuale di impegno politico" ha detto Maria Falcone, sorella del giudice ucciso nel '92 e presidente della Fondazione Falcone.
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