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06/05/2020 06:00:00

Sicilia, virus in ritirata. Musumeci e le parti sociali studiano la ripartenza

18:50 -  Continua il trend di diminuzione dei ricoveri in Sicilia e aumenta il numero delle persone guarite. I positivi attuali in tutta l'Isola sono 2.201 e di questi sono 384 le persone ricoverate.

Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato alle ore 16 di oggi (mercoledì 5 maggio), in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all'Unità di crisi nazionale.

Dall'inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 92.999 (+1.693 rispetto a ieri), su 83.908 persone: di queste sono risultate positive 3.281 (+14), mentre attualmente sono ancora contagiate 2.201 (-1), 830 sono guarite (+12) e 250 decedute (+3).

Degli attuali 2.201 positivi, 384 pazienti (-9) sono ricoverati - di cui 25 in terapia intensiva (-1) - mentre 1.817 (+8) sono in isolamento domiciliare. Il prossimo aggiornamento regionale avverrà domani.

I DATI DALLE PROVINCE - Questi i casi di coronavirus riscontrati nelle varie province dell’Isola, aggiornati alle ore 16 di oggi (mercoledì 6 maggio), così come segnalati dalla Regione Siciliana all'Unità di crisi nazionale.
Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento, 69 (0 ricoverati, 65 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 125 (16, 26, 11); Catania, 691 (82, 240, 90); Enna, 292 (114, 100, 29); Messina, 370 (71, 130, 52); Palermo, 397 (58, 95, 30); Ragusa, 54 (3, 33, 7); Siracusa, 111 (36, 99, 25); Trapani, 92 (4, 42, 5). Il prossimo aggiornamento avverrà domani.


06:00 - Nei primi giorni della Fase 2, in Sicilia, si stanno vedendo sempre di più i risultati della Fase 1, quella del contenimento e del lockdown totale. 

 

Ieri i nuovi casi positivi al Coronavirus sono stati 12, soltanto, su oltre 4 mila tamponi. In pratica un positivo ogni 345 tamponi. Un dato che se paragonato con quello nazionale, un positivo ogni 50 tamponi, rende conto di quanto bisogna continuare a non abbassare la guardia, anche in questa Fase 2.


La sanità siciliana è stata risparmiata (si spera non solo per il momento) dal dramma delle terapie intensive piene di malati di Covid-19.
Ma c’è da stare allerta. Perchè come dicono gli esperti con le graduali riaperture i rischi di aumento del contagio sono alti.
Per questo l’assessorato regionale alla Sanità ha nel cassetto il Piano B se la Fase 2 dovesse andare peggio del previsto. Come raccontiamo in un altro articolo, oggi su Tp24, in queste due settimane, fino al 18 maggio, si terrà sotto controllo la diffusione del virus. Se nei monitoraggi dei prossimi giorni si supererà il livello di guardia dell’occupazione dei posti letto negli ospedali allora si chiude di nuovo tutto e si torna alla fase 1.
Al momento in Sicilia ci sono 541 posti letto in terapia intensiva, di cui 309 dedicati ai pazienti Covid. Dall’inizio dell’emergenza sono stati allestiti 172 posti letto. La Regione sarebbe pronta ad arrivare fino a 605 posti letto se ricomincia a crescere l’epidemia con l’allentamento del lockdown. Ma il piano è al momento congelato fino al 70% dello schema stabilito nei giorni caldi dell’emergenza. Come dicevamo saranno importanti le prossime settimane.

Musumeci e le parti sociali studiano la ripartenza

Varare nel più breve tempo possibile un Piano regionale per la ricostruzione economica e sociale dell'Isola e per l’efficientamento burocratico. E' questo l'obiettivo che intende perseguire il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che ieri pomeriggio ha ascoltato, insieme agli assessori Gaetano Armao, Toto Cordaro, Roberto Lagalla, Antonio Scavone, Mimmo Turano, Alberto Pierobon e Manlio Messina, le organizzazioni di categoria, le associazioni datoriali e i sindacati. Oltre tre ore di riunione attorno a un tavolo virtuale, dal momento che l’incontro si è svolto in videoconferenza nel pieno rispetto delle norme per il contenimento del contagio da Covid-19.

Presenti i rappresentanti di trenta sigle: Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Cisal, Confsal, Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri, Sicindustria, Condindustria Catania e Siracusa, Confapi, Ance Sicilia, Legacoop, Confcooperative, Unicoop Sicilia, Unci Sicilia, Agci Sicilia, Casartigiani Sicilia, Confartigianato Sicilia, Cna, Claai Sicilia, Confcommercio, Federalberghi, Confesercenti Sicilia, Confimprese, Assoimprese e Anci Sicilia. Un confronto sereno, ma serrato durante il quale sono state rappresentate le istanze e le criticità che caratterizzano il tessuto produttivo isolano in quest’avvio di “Fase 2” dopo il lockdown del 9 marzo scorso.

«L'obiettivo del governo - ha detto il presidente della Regione, in apertura dei lavori - è elaborare un documento condiviso per accompagnare questo periodo in Sicilia, a sostegno delle imprese, dei settori produttivi e dei lavoratori, ma anche snellire il più possibile i processi burocratici e accelerare la spesa pubblica destinata agli investimenti e alle infrastrutture». Al termine del confronto, il governatore ha chiesto alle parti sociali di inviare entro il 12 maggio le proposte che saranno raccolte e sintetizzate da una speciale task force, guidata dal dirigente regionale Benedetto Mineo, creata per coordinare le misure finanziarie ed economiche necessarie a fronteggiare l’attuale crisi provocata dall’emergenza Coronavirus.

Nel corso dell’incontro sono intervenuti: Nico Torrisi di Federalberghi, Giuseppe Messina della Ugl, Giovanni Grasso di Confindustria, Francesco Picarella di Confcommercio, Nicolò Scaglione della Cisal, Alfio Mannino della Cgil, Vittorio Messina di Confesarcenti, Ettore Pottino di Confagricoltura, Sebastiano Cappuccio della Cisl, Claudio Barone della Uil, Gaetano Mancini di Confcooperative, Deborah Mirabella di Confapi, Francesco Ferreri di Coldiretti, Giuseppe Pezzati di Confartigianato, Piero Giglione della Cna, Maurizio Pucceri di Casartigiani, Filippo Parrino della Legacoop, Mario Attinasi di Assoimprese Sicilia, Giuseppe La Rosa dell’Ance, Rosa Giovanna Castagna della Cia Sicilia e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, nella qualità di presidente dell’Anci Sicilia.

 

 

La vergogna della cassa integrazione
Ma non c’è solo l’emergenza sanitaria. L’economia siciliana è in ginocchio, con attività commerciali e artigiani ancora chiusi e che chiedono di ripartire prima. E i lavoratori, tanti, messi in cassa integrazione che aspettano ancora di avere pagato il dovuto. E’ una vergogna incredibile la lentezza con la quale la Regione Siciliana va avanti nell'analisi delle domande della cassa integrazione in deroga. Migliaia di lavoratori sono senza soldi, per colpa della burocrazia regionale. Per i sindacati va tutto bene, e se problemi ci sono, secondo loro, è colpa del sistema di gestione.
Ma c'è di più. Perché la task force che è, si fa per dire, al lavoro, è stata incrementata di 100 unità. Che però vogliono essere premiate: 10 euro per ogni pratica.
Una richiesta vergognosa, tanto più se fatta sulla pelle di imprese allo stremo. E secondo fonti della Regione è per questo che le pratiche vanno a rilento, insomma, c'è una sorta di braccio di ferro.


Mancano le mascherine nelle farmacie
"L'inizio della 'fase 2', con il rientro al lavoro di milioni di cittadini, richiede ovviamente una maggiore disponibilità di mascherine. Federfarma nazionale già da tempo si è attivata rendendosi disponibile da subito a distribuire gratuitamente le mascherine della Protezione civile". Lo dice Roberto Tobia, presidente di Federfarma Palermo e segretario nazionale di Federfarma.
"Federfarma ha quindi chiesto un prezzo controllato, allo scopo di evitare le speculazioni di cui è stata vittima la farmacia italiana e che si sono abbattute sui cittadini. E ha infine chiesto a viva voce e con gran forza l'abolizione dell'Iva su questi dispositivi indispensabili oggi più che mai". "Ad oggi in molte farmacie le mascherine non sono arrivate - prosegue - La distribuzione intermedia avrebbe dovuto distribuire quelle della Protezione civile ma, a causa dei ritardi degli enti certificatori, non può ancora immetterle nel circuito.
“Purtroppo – constata Tobia - il Paese deve affrontare gli eventi senza un’adeguata preparazione. Ad oggi in molte farmacie le mascherine non sono arrivate. La distribuzione intermedia avrebbe dovuto distribuire quelle della Protezione civile ma, a causa dei ritardi degli enti certificatori, non può ancora immetterle nel circuito. Le mascherine continuano a essere vendute nelle poche farmacie che ne sono fornite, ad un prezzo pubblico di 50 centesimi più Iva, quindi a 61 centesimi, non essendo stata ancora abolita, come promesso dal governo, l’aliquota del 22%”.
“La colpa – ribadisce Roberto Tobia - non è sicuramente dei farmacisti, coloro che rispondono direttamente ai cittadini sopperendo in questo momento di emergenza nazionale alle carenze di qualcun altro. Addebitarci responsabilità non nostre non risolve il problema”.

Balneari, troppe incognite. Solo il 20% sta allestendo gli stabilimenti
“Nonostante l’impegno del Governo regionale, solo il 20% degli operatori dell’Isola si sta adoperando per allestire gli stabilimenti in vista dell’avvio della Fase 2 dell’emergenza coronavirus”. È questo il dato preoccupante che emerge da una indagine effettuata da CNA Balneari Sicilia. Su un campione di oltre 200 operatori censiti dalla Confederazione, il rapporto è quasi tranciante: quattro su cinque dichiarano di non aver avviato le opere di manutenzione o montaggio delle strutture.
“Il risultato la dice lunga sul clima di incertezza che vive il comparto – affermano il portavoce Guglielmo Pacchione e il coordinatore Gianpaolo Miceli – e tutto questo nonostante le lodevoli iniziative delle Istituzioni della Regione in termini di accelerazione sulla estensione delle concessioni al 2033 e di esenzione dei canoni demaniali per il 2020”.
Il secondo quesito, sottoposto ai balneari, presenta un dato parziale di imprese prossime ad avviare i lavori: solo il 60% si dice pronto ad avviare i lavori necessari per intercettare una stagione che appare compromessa.
“Gli operatori individuano le principali cause di tanta incertezza in due fattori principali – spiegano Pacchione e Miceli - l’assenza di regole, rispetto alla salvaguardia della sicurezza pubblica, per la gestione delle inevitabili prescrizioni (principale causa per il 45% delle imprese) e l’assoluta insicurezza addirittura dell’avvio della stagione (37%), mentre il 18% si preoccupa della riduzione drastica delle presenze”.
Una indicazione che fa il paio con le auspicate soluzioni del settore: il 40% invoca, come prima necessità, proprio la definizione di un protocollo chiaro e condiviso delle misure anti covid-19, il 25% rivendica un ampliamento provvisorio delle aree concesse per recuperare gli spazi persi dal necessario distanziamento sociale. Un terzo degli operatori si aspetta infine un necessario abbattimento dei costi del lavoro per la stagione che, si spera, prenderà il via nelle prossime settimane.
“Quest’anno sarà delicatissimo per i balneari ma anche per le comunità – concludono Pacchione e Miceli - la funzione storica di presidio attuata dagli operatori è fondamentale per dare sicurezza agli utenti. Per fare ciò bisogna dare chiarezza al comparto, condividere modelli di ripartenza condivisi e pianificare azioni per le prossime settimane. Non ci convince l’atteggiamento attendista del governo nazionale, con il governo siciliano vogliamo invece confrontarci per definire un piano d’azione specifico”.

I dati siciliani
Soltanto 12 contagiati su oltre 4 mila tamponi. Aumentano i guariti e diminuiscono le persone ricoverate. Mentre resta fermo il conto degli attuali malati di covid-19. E' questa la situazione dell'epidemia da coronavirus in Sicilia venuta fuori nell’ultimo aggiornamento trasmesso dalla Regione ieri sera.
Dall'inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 91.306 (4.140 soltanto ieri), su 82.079 persone: di queste sono risultate positive 3.267 (+12), mentre attualmente sono ancora contagiate 2.202, un dato rimasto invariato per effetto dei 9 nuovi guariti, che raggiungono quota 818, e dei 3 deceduti che arrivano a 247.
Degli attuali 2.202 positivi, 393 pazienti (-10) sono ricoverati - di cui 26 in terapia intensiva (-1) - mentre 1.809 (+10) sono in isolamento domiciliare.

 

In provincia di Trapani sempre più guariti
In provincia di Trapani sono sette le persone guarite dal Coronavirus in un giorno. Sono due ad Erice, uno a Marsala, uno a Mazara, uno a Trapani e due a Valderice. Il numero delle persone positive scende in provincia a 44.

Sono distribuiti così nelle diverse città interessate dal contagio: Alcamo 13; Buseto Palizzolo 0; Campobello di Mazara 3; Castellammare del Golfo 0; Castelvetrano 9; Erice 0; Gibellina 0; Marsala 1; Mazara del Vallo 2; Paceco 1; Salemi 6; Trapani 6; Valderice 3.

Il totale dei guariti sale a 74 e 5 sono le persone decedute. I ricoverati al Covid Hospital di Marsala rimangono 4 di cui uno in terapia intensiva. I tamponi effettuati da quando è iniziata l'emergenza sono 5.545, mentre sono 3.371 i test sierologici effettuati sul personale sanitario.