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21/09/2020 20:25:00

Coronavirus, non solo polmonite. Cervello, cuore, reni, il virus può colpire tutti gli organi

 Di Coronavirus siamo ormai abituati a leggere ogni giorno i dati sui contagi, sugli asintomatici e non, su quelli che sono ricoverati, purtroppo anche dei decessi, ma sappiamo poco o pochissimo sulla natura del virus e su quelle che sono le conseguenze del virus sul corpo e il decorso stesso della malattia. La casistica oggi dice che, non comporta solo una polmonite ma che dalla testa ai piedi, tutti gli organi possono essere colpiti dal Coronavirus.

Anche se si guarisce e il tampone dà esito negativo, gli strascichi possono durare a lungo. Cuore, cervello, vasi sanguigni e reni, ma anche pelle e occhi possono essere toccati dall'infezione e anche dopo due mesi dalla malattia ci sono casi di spossatezza fisica.  

 Oggi negli ospedali c’è un numero limitato di pazienti intubati,  all'inizio, ricordiamo, il problema sembrava solo respiratorio. L’affollamento si è spostato nei tanti ambulatori che studiano gli effetti di lungo termine del Covid sui polmoni, cuore (in un paziente su tre), cervello, reni, stomaco e intestino, in qualche caso anche pancreas, pelle e occhi, oltre alla ben nota perdita di gusto e olfatto in un paziente su tre.

A Brescia una donna aveva tutti i sintomi di un infarto, ma nessun valore sballato al cuore. Era solo positiva.  Un gruppo di atleti dell’università dell’Ohio guariti del Covid: il 15% ha ancora una miocardite in atto, cioè un’infiammazione del cuore, pur avendo avuto pochi o nessun sintomo. Guido Padoa, 61 anni, è guarito perfettamente dalla polmonite. Ma sempre secondo il Washington Post gli capita di frequente di addormentarsi all’improvviso, alle ore e nelle situazioni meno opportune. A luglio a Londra i medici hanno descritto il caso di una donna che in casa vedeva scimmie e leoni. Sintomi di una psicosi apparsa dopo la diagnosi di Covid. Non  si sa ancora se sono effetti temporanei o molto lunghi, oppure di un danno diretto del virus al cervello.

Le autopsie sulle vittime confermano i sospetti che il coronavirus non si limita a essere una malattia respiratoria. I motivi ipotizzati sono quattro. Il primo nasce dal fatto che il virus usa il recettore Ace2 per entrare nelle nostre cellule: si tratta di una sorta di ormeggio sulla superficie esterna delle cellule che il microrganismo riconosce e sfrutta per agganciarle. I recettori Ace2 si trovano in molti tessuti, dai polmoni ai vasi sanguigni, dai reni all’apparato gastrointestinale. Tracce di virus, nelle persone positive, sono state trovate anche nelle feci. 

La seconda ipotesi è che la difesa del sistema immunitario nei confronti del virus destabilizza l’intero organismo. La terza è che a danneggiare gli organi siano i numerosissimi trombi che il virus provoca alterando la normale capacità di coagulazione del sangue. Questi grumi nelle autopsie sono stati trovati pressoché ovunque. Oggi i medici cercano di prevenirli somministrando anticoagulanti come l’eparina. Una quarta teoria è che il danno ai vari organi sia provocato dai bassi livelli di ossigeno che arriva ai tessuti quando la polmonite è in atto.