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13/12/2025 06:00:00

Farmaci più cari in Sicilia: “Così salta il bilancio della sanità”

La Regione Siciliana ha denunciato un forte aumento della spesa farmaceutica a seguito della Legge di Bilancio 2024, che ha riclassificato alcune categorie di farmaci, incrementando i costi per il Servizio sanitario nazionale nonostante i consumi siano rimasti sostanzialmente stabili.
 

Si tratta di un allarme che riguarda anche le future riclassificazioni e le politiche dell’Aifa, che – secondo la Regione – riducono gli strumenti di controllo della spesa.
La Sicilia chiede quindi modifiche normative per garantire la sostenibilità del sistema sanitario regionale.

Lo scorso ottobre, la Regione ha inviato una nota ufficiale al ministro della Salute, Orazio Schillaci, e al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, evidenziando le criticità e gli aggravi per il bilancio sanitario derivanti da specifici commi della Legge di Bilancio 2024.
Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha parlato di un impatto pesante sui conti regionali, causato soprattutto dalla riclassificazione di alcune categorie di farmaci dalla classe A-PHT (a carico del Ssn, con compartecipazione alla spesa da parte del cittadino) alla classe A (a totale carico del Ssn).

 

 

I farmaci e l’aumento della spesa

I dati relativi al primo semestre del 2025 evidenziano che, a fronte di un incremento dei consumi dei farmaci antidiabetici pari solo al 3,5%, la spesa per questa categoria è aumentata del 27%, con un aggravio di circa 3,9 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2024.
Anche per altre categorie – come antipertensivi e ipolipemizzanti – si è registrato un incremento complessivo della spesa convenzionata pari al 6,6% in Sicilia.
L’inserimento dei farmaci per lo scompenso cardiaco e l’insufficienza renale in questa dinamica potrebbe causare, secondo la Regione, un ulteriore aggravio di “decine di milioni di euro”.

Per garantire la tenuta del sistema, la Regione suggerisce al Governo l’adozione di “iniziative correttive”, come ad esempio la riclassificazione dei farmaci di uso consolidato e a basso costo dalla fascia A alla fascia C (con compartecipazione alla spesa da parte del cittadino).

 

 

Il botta e risposta tra sottosegretario e assessora

Il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, ha criticato la nota inviata dalla Regione, definendola “incomprensibile perché inesatta”:

“Aifa e Ministero stanno preparando una risposta puntuale. Ci sono Regioni che si oppongono in maniera ideologica a questo spostamento. Mi dispiace, perché nella lettera ci sono strafalcioni. Sono disponibilissimo al confronto, ma l’interlocuzione tra istituzioni deve avvenire in punto di verità”.

Secondo Gemmato, la lettera della Regione “sembra più un attacco politico che un’osservazione tecnica”.

“Criticare una legge dello Stato mi sembra quantomeno sgarbato dal punto di vista istituzionale. L’unico ente certificatore della spesa sanitaria è Aifa. E proprio Aifa, rispetto al trasferimento delle gliptine (farmaci antidiabetici), ha registrato un risparmio di 9,7 milioni di euro. È curioso che l’intera Italia risparmi, tranne la Sicilia”.

La replica dell’assessora regionale alla Salute, Daniela Faraoni, è arrivata a stretto giro:

“Nel chiedere ai Ministeri competenti e ad Aifa una revisione delle norme che stanno incidendo negativamente sulla spesa farmaceutica, abbiamo agito – come sempre – nel rispetto della leale collaborazione tra Stato e Regione, che non è mai venuta meno”.

Faraoni ha spiegato che la nota inviata analizza in modo dettagliato gli effetti di norme introdotte nel 2023 e 2024, che stanno provocando un sensibile aumento dei costi per le Regioni:

“Nessuna polemica, solo la richiesta di valutare eventuali correzioni nella prossima legge di Stabilità”.

E ha concluso:

“Abbiamo appreso con rammarico le dichiarazioni del viceministro, che contrastano con lo spirito di collaborazione che ha sempre contraddistinto il rapporto tra i due livelli di governo. Il nostro unico obiettivo è tutelare il sistema sanitario e i cittadini”.