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20/01/2021 06:58:00

Mafia, processo "Anno Zero": il Covid fa saltare l'udienza 

 In isolamento nel carcere palermitano di “Pagliarelli” in attesa di fare il tampone per accertare se sono positivi o meno al Covid-19, non hanno potuto partecipare, in videoconferenza, al processo il cui sono imputati: l’“Accardo Giuseppe + 14”, scaturito dall’operazione “Annozero” del 19 aprile 2018.E per questo l’udienza è saltata, con rinvio ad altra data.

I due imputati in isolamento sono i mazaresi Bruno Giacalone e Giovanni Mattarella (genero del defunto boss Vito Gondola, detto “Coffa”). E dal momento che i due avrebbero voluto partecipare, perché avrebbe dovuto testimoniare il maggiore dei carabinieri Marco Calzolari, che doveva parlare anche di loro, al presidente del collegio giudicante, Vito Marcello Saladino, non è rimasto altro da fare che rinviare l’udienza.

Intanto, si è deciso di dare una decisa accelerata al processo, con udienze a date ravvicinate in modo che i rappresentati dell’accusa possano trarre le loro conclusioni entro la fine di febbraio. Poi, sarà il turno delle difese. Nel processo sono imputati Gaspare Como, uno dei cognati del boss latitante Matteo Messina Denaro, al quale si contesta un ruolo di vertice, nonché Gaspare Allegra, Vittorio Signorello, Giuseppe Tommaso Crispino, Calogero Giambalvo, Carlo Lanzetta, Nicola Scaminaci, e Carlo Cattaneo, operante del settore delle sale giochi e scommesse on line, tutti di Castelvetrano, Dario Messina, nuovo presunto “reggente” del mandamento di Mazara, Giovanni Mattarella, Bruno Giacalone, Marco Buffa, ritenuti appartenenti alla stessa famiglia mafiosa, Vito Bono, Giuseppe Accardo, e Maria Letizia Asaro, di Campobello di Mazara. Tra i legali impegnati nella difesa degli imputati, gli avvocati Vito Cimiotta, Luisa Calamia, Walter Marino, Paola Polizzi, Giuseppe Pantaleo, Daniele Bernardone, Vincenzo Salvo, Maurizio Montalbano, Luca Cianferoni. Secondo l’accusa, Gaspare Como sarebbe stato designato dal cognato, per un certo periodo, quale “reggente” del mandamento di Castelvetrano. Nell’inchiesta, è emerso l’interesse del clan anche nel settore delle scommesse on line, oltre ai reati di estorsione e danneggiamenti. Parti civili nel processo a presunti mafiosi o fiancheggiatori di Cosa Nostra nel Belicino sono i Comuni di Castelvetrano (avv. Francesco Vasile) e Campobello di Mazara (avv. Katia Ziletti), il castelvetranese Pasquale Calamia (avv. Marco Campagna), Sicindustria e Antiracket Trapani (avv. Giuseppe Novara), l’associazione “La Verità vive” di Marsala (avv. Peppe Gandolfo), l’Antiracket Alcamese (avv. Bambina), Codici Sicilia (avv. Giovanni Crimi), il Centro Pio La Torre.