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22/02/2021 06:00:00

Vito Signorello è tornato ad insegnare, “Vent’anni fa, l’errore più grande della mia vita”

 Abbiamo conosciuto Vito Signorello per i suoi trascorsi giudiziari. Non c’è libro su Matteo Messina Denaro che non citi quell’intercettazione in cui al professore di educazione fisica gli sarebbe piaciuto portare in giro con la moto il latitante “per fargli prendere un poco d’aria”.

Oggi fa l’insegnante di sostegno in una scuola media, nel plesso Vito Pappalardo di Castelvetrano. E qualche giorno fa ha partecipato ad un’iniziativa educativa chiamata “Frutta della salute”, donando le arance biologiche prodotte nella propria campagna per la distribuzione delle spremute agli alunni.

Lo abbiamo contattato ed ha accettato di rispondere alle nostre domande.

 

Lei ha pagato da anni il suo debito con la giustizia, ma in tanti si sono chiesti quanto sia opportuno che un condannato per mafia possa rappresentare un riferimento per gli alunni di una scuola. Chi è oggi Vito Signorello e come mai è tornato ad insegnare?

 

Io non sono un mafioso, non lo sono per mentalità. Non concepisco le estorsioni, gli omicidi…

Per me è una sofferenza vedere il mio nome sempre collegato a fatti di più di vent’anni fa, che oggi mi sono completamente estranei.

Certo, ho sbagliato. E per questo ho pagato.

Quando sono stato arrestato avevo 36 anni, oggi ne ho 59. E sono una persona nuova, perché nel tempo ho fatto un cambiamento radicale. È chiaro che il Vito Signorello di prima non sarebbe potuto essere un esempio per nessuno, tantomeno per gli alunni di una scuola. Oggi sono una persona completamente diversa. E questo è il primo anno in cui ho ripreso ad insegnare.

Nel ’92, dopo il diploma Isef, feci il corso per insegnante di sostegno, che mi permise di poter lavorare a scuola già nel 93. Poi, a causa del procedimento penale che mi ha riguardato, sono stato ammesso fuori ruolo, cioè negli uffici scolastici ma non nell’insegnamento.

E dato che dopo sei anni è possibile essere reintegrati anche per insegnare, in base alla valutazione del preside e degli insegnanti, sono stato riabilitato dal provveditore agli studi.

 

La sua intercettazione in cui confida ad un amico che le sarebbe piaciuto portare Matteo Messina Denaro a fare un giro in moto per fargli prendere un po’ d’aria, è rimasta nella storia della mafia trapanese. Come la commenterebbe oggi?

 

Oggi una cosa simile non mi sognerei nemmeno di pensarla.

Quello di vent’anni fa è stato l’errore più grande della mia vita. Matteo Messina Denaro era un mio compagno di scuola. Ma dopo aver scontato la mia condanna per i fatti del ’98, io non ho più avuto a che fare con lui, né ho mai avuto rapporti con altri che potevano essere collegati a lui.

Io guadagnavo molto bene da calciatore professionista e da insegnante. In carcere ho riflettuto molto e mi sono detto: ‘avevo tutto, ma chi me l’ha fatto fare?’.

Matteo Messina Denaro pesa su Castelvetrano in maniera negativa. A causa di questa persona non c’è vero sviluppo economico. Fino a quando non lo arresteranno la città non vedrà la luce. Ma è una cosa risaputa da tutti.

 

Messina Denaro però, in alcuni ambienti, è ancora un punto di riferimento anche per i giovani. Non si contano più i gruppi sui social in cui diversi ragazzi inneggiano al boss di Castelvetrano. Cosa ne pensa?

 

Matteo Messina Denaro è un pessimo esempio. I giovani non devono prendere strade sbagliate, senza sbocco. Evidentemente questi ragazzi non hanno subìto quello che ho subìto io. Farei provare loro soltanto un giorno di carcere. Sono sicuro che cambierebbero mentalità.

Proprio come l’ho cambiata io sin dal primo arresto, nel ’98. Nel 2011, quando mi arrestarono per la seconda volta, io non avevo più quella mentalità. Infatti, fui condannato per aver scritto una lettera ad una persona che era in carcere, che però era il padrino di battesimo di mio figlio. Era una questione personale, avevo avuto problemi con mia moglie e gli chiedevo se potevo andare ad abitare da solo. Insomma, una cosa che con la mafia non c’entrava nulla.

 

Cosa prova durante le manifestazioni scolastiche per la legalità?

 

Mi vergogno. E magari mi prendo un giorno di permesso per non esserci. Purtroppo, nonostante il mio cambiamento, è come se fossi stato marchiato a vita. A me piacerebbe partecipare, perché, dopo una condanna così grave, sono riuscito a rialzarmi e a tagliare completamente col passato.

 

Egidio Morici