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12/04/2021 02:25:00

La necessità di una rivoluzione culturale 

 Necessita una rivoluzione culturale. Ma non quella esercitata in Cina.


La Rivoluzione culturale detta anche Grande rivoluzione culturale , aveva il nome ufficiale di Grande rivoluzione culturale proletaria Fu lanciata nella Repubblica Popolare Cinese nel 1966 da Mao Zedong, la cui direzione era posta in discussione a causa del fallimento della politica economica da lui ideata e pianificata nel cosiddetto grande balzo in avanti. Essa fu il tentativo, pienamente riuscito, effettuato da Mao per riprendere il comando effettivo del Partito e dello Stato. Fu attuata mobilitando i giovani per estromettere a sua volta i dirigenti, sia nazionali sia locali, che lo avevano emarginato.


Il numero stimato di morti durante la Rivoluzione Culturale varia notevolmente da centinaia di migliaia a 20 milioni. A partire dall'agosto rosso di Pechino, si sono verificarono massacri in tutta la Cina continentale. Nel belpaese necessita per comprendere che il bene collettivo corrisponde a quello individuale. Necessita perché l'imposizione fiscale, che deve finanziare servizi quali istruzione, sanità ,infrastrutture, difesa ed altri, servono alla collettività evaderla genera una piaga che poi pagheremo noi stessi con la diminuzione o addirittura soppressione delle attività citate. Nella lettura, perché leggono il 40% delle persone dai 6 anni in su nel 2019 (Istat), le donne lo fanno più degli uomini. Anche in questa pratica si dovrebbe raggiungere l'immunità di gregge. Per eliminare i "saltafila" del vaccino oggi e per sempre gli altri. A Marsala quando in campagna elettorale la nuova amministrazione additava la vecchia per la presenza di discariche sul territorio, salvo poi accorgersi che esistono tuttora. La soluzione: educare, educare , infine educare la cittadinanza anche con la giusta repressione, interessante l'istituzione del vigile ambientale. Molto meno avvincente l'applicazione del manuale Cencelli pedestremente, anche nell'assegnazione dei cosiddetti posti di sottogoverno. Nell'avversione di questo esercizio l'insurrezione deve essere notevole. Occorre quando una deputata regionale lamenta che l'ente luglio musicale trapanese non si sia recato in processione presso la sua "edicola votiva" per il finanziamento della sua "opera "e poco importa se fosse stato già stanziato da legge regionale, la cultura la si sostiene, farlo o meno è una scelta. Altro da aggiungere? Si, necessita una rivoluzione culturale.

Vittorio Alfieri



L'Alfiere | 2024-12-12 00:00:00
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